Agenore Fabbri – artigiano del ferro battuto

Agenore Fabbri – artigiano del ferro battuto

di Piera Salvi

maggio 2011

Si chiama Agenore Fabbri, è aglianese ed è parente dell’omonimo scultore, non stupisce dunque la sua predisposizione artistica, messa a frutto prima nella sua professione di fabbro e successivamente per diletto, anzi, più esattamente per salvare la memoria. Agenore Fabbri, nello spazio che sta tra la sua casa e il laboratorio dove attualmente lavora il figlio Ferrero (vicino al torrente Brana all’altezza del Ponte di Berlicche), ha eretto un vero monumento composto da vari oggetti in ferro battuto, che ha molteplici significati: è un omaggio ai caduti in guerra e allo stesso tempo memoria di un mestiere che sta scomparendo, quello del vero fabbro artigiano che lavora esclusivamente con incudine e martello. <<Proprio in questo punto>> racconta Agenore, ultraottantenne <<il 4 settembre del 1944 i tedeschi uccisero un mio vicino di casa, Angiolo Gori. Un episodio che mi sconvolse e che non ho mai dimenticato. Quando sono andato in pensione ho realizzato un soldato tedesco in ferro battuto, poi altri oggetti che sono il simbolo del mio lavoro, ma anche delle abitudini della nostra zona>>.

Tra le sculture in ferro battuto che Agenore Fabbri ha riunito sul retro della propria casa e all’interno del laboratorio del figlio Ferrero, troviamo infatti cacciatori e uccelli, riferimento alla caccia molto praticata ad Agliana, nonché vari animali e, naturalmente, i preziosi attrezzi del mestiere: incudine e martello. La famiglia Fabbri, originaria di Ferrara, risulta trasferita nel pistoiese da circa due secoli, vantando l’attività di fabbro da ben cinque generazioni, ma annoverando pure illustri artisti come, appunto, il celebre scultore Agenore Fabbri, cugino di Orazio, padre del nostro omonimo fabbro-artista che, a sua volta ha tramandato l’attività al figlio Ferrero. <<Cominciai a lavorare a 15 anni in officine pratesi che producevano macchine per l’industria tessile>> racconta Agenore. <<Mi feci una grande esperienza al tornio, ma ho sempre sentito il bisogno di sperimentare, di creare qualcosa di nuovo. Dopo la seconda guerra mondiale cominciai a lavorare in proprio il ferro battuto>>.

Un’arte che, oltre all’abilità, richiede forza fisica e fantasia e che Agenore ha rappresentato con un martello poggiato sopra la testa di un uomo. Il nostro fabbro-artista si è realizzato in proprio, con incudine e martello, anche biciclette “su misura”, con quattro ruote e anatomicamente adeguate alle sue attuali condizioni fisiche, per potersi spostare con maggiore sicurezza nella bella stagione. E anche sulle biciclette non mancano, come ornamento, figure di volatili.

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