Fiorello Nesti – fra impresa, sport e ambiente

Fiorello Nesti – fra impresa, sport e ambiente

di Piera Salvi. Foto: Gabriele Bellini

marzo 2018

Una vita tra impresa, caccia e stadio, quella di Fiorello Nesti, aglianese doc, molto conosciuto e apprezzato. Novant’anni compiuti il 30 gennaio e una forma splendida, Fiorello ci ha raccontato le tre principali passioni della sua vita. E’ stato dirigente della Fiorentina dal 1983 al 1991, nel consiglio di amministrazione e accompagnatore ufficiale della Serie A. Questo l’ha portato ad avere contatti con importanti società nazionali e internazionali, nonché con famosi giocatori (tra cui Roberto Baggio e Giancarlo Antognoni) e allenatori (lo svedese Sven Göran Eriksson, allenatore della Fiorentina dal 1987 al 1989, diventato mister della nazionale inglese).

«Ho ricordi molto belli» racconta Nesti «anche se ci sono stati anni in cui la squadra non ha brillato. Però c’è stata anche la soddisfazione di avere giocato in Coppa Uefa. Nell’Aglianese entrai quando avevo circa 35 anni e sono stato presidente della società neroverde fino ai primi anni Settanta. Anche qui ho ricordi belli. Sono sempre stato appassionato di calcio e tifoso della Fiorentina e dell’Aglianese. Anche adesso mantengo relazioni e quando posso vado allo stadio. Il calcio di oggi è molto diverso, soprattutto per le cifre esorbitanti che vengono date ai giocatori».

 

Lei è cacciatore di specie acquatiche e il lago dove lei caccia, qualche anno fa, è risultato (da uno studio del naturalista Massimiliano Petrolo), l’area umida aglianese che ha meglio conservato le caratteristiche naturali per flora e fauna. Sono state censite perfino specie protette, di grande valore ambientale, come il cavaliere d’Italia. Come lo spiega?

«Sono appassionato di caccia fino da quando ero ragazzo, una passione che ho ereditato da mio padre, che cacciava specie acquatiche in un lago a Badia a Pacciana. Io lo accompagnavo. Poi decisi di realizzare un lago da caccia in un terreno di nostra proprietà, tra via Agna e il torrente Brana: sono nato in quella zona, lì c’è la casa dove ho vissuto l’infanzia e la giovinezza, finché mi sono sposato. Per realizzare il lago acquistai anche terreni confinanti. Ho sempre cacciato in questo lago con amici. E’ un’area dove migrano ancora specie protette, come il cavaliere d’Italia. Conciliare la passione per la caccia e per l’ambiente è possibile, anche perché i vecchi cacciatori avevano interesse alla tutela dell’ambiente e al rispetto delle regole. Mantenere un habitat naturale favorisce la presenza dei volatili».

 

Come avviò la sua attività imprenditoriale?

«Nel 1953 ero fidanzato con Valda Barontini, poi diventata mia moglie. Sua madre, Lola Natali, lavorava alle macchine per maglieria. Nel 1957, con mia suocera, fondai il Maglificio Valda, rimasto attivo per circa sessant’anni».

Il Maglificio Valda ha chiuso qualche anno fa, a causa della forte crisi che ha colpito il settore, ma resterà nella storia di Agliana come una delle più prestigiose aziende, che era arrivata a occupare oltre cento dipendenti.

 

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