Tappezzeria Pierozzi Dino

Tappezzeria Pierozzi Dino

di David Colzi. Foto: Adriano Tesi

giugno 2016

La storia di questa attività inizia nel 1967 con Dino Pierozzi che, dopo aver lavorato a Quarrata come tappezziere, e ancor prima ad Arezzo, sua città natale, decise di mettersi in proprio. Quando aprì ad Agliana, aiutato dalla moglie Domenica, di negozi come il suo ce n’erano davvero pochi in provincia e questo ha contribuito a farlo conoscere e apprezzare da tante persone. Dal 2002 a portare avanti l’attività ci sono i figli Paolo, Manuela e Gianni; oltre a loro c’è il cugino Maurizio e la sarta Antonella. «Ricordiamo con affetto anche Elvira e Mauro, due dipendenti storici della nostra ditta, oggi in pensione» precisa Manuela.

La formula vincente che consente anche alla seconda generazione di proporsi sul mercato di oggi con soddisfazione, è quella di unire la componente artigianale imparata dal babbo Dino, alla continua ricerca di materiali e tecnologie innovative. «Noi possiamo montare una tenda di ultima generazione che si può gestire dal proprio tablet, così come siamo capaci di impagliare una sedia dell’ottocento alla vecchia maniera» dice Paolo. I Pierozzi non sono i classici artigiani di una volta, con lo spolverino, le bullette e il martello, ma professionisti che progettano usando anche dei rendering, che però all’occorrenza sanno modificare un prodotto mentre è in fase di montaggio, affinché si adatti perfettamente alla casa del cliente. Quindi quello del tappezziere, è ancora un lavoro creativo? «Sì». continua Paolo «Noi siamo ancora artigiani, però spesso ci confrontiamo con oggetti che non nascono interamente dalle nostre mani. Da qui l’importanza di conoscere nei dettagli cosa si va a proporre, oltre a tenersi costantemente aggiornati su tutte le novità tecnologiche». Dalle tende da interno, a quelle da esterno, dai divani, ai puff, alle poltrone, fino ai cuscini, l’offerta è davvero ampia.

Tornando all’antico mestiere del tappezziere, chiediamo ai Pierozzi se la cultura di rivestire il divano è andata completamente perduta, anche a causa dei megastore che offrono prodotti a prezzi vantaggiosi: «Purtroppo la filosofia del recupero del divano si è un po’ persa ed è un peccato,» dice Paolo «perché chi ad esempio ha comprato un buon divano di marca negli anni ’80 o 90′, dovrebbe valutare un attimo se, in termini di durata, gli convenga più ricomprarlo o rivestirlo». Un’altra delle particolarità che la seconda generazione ha ereditato dal padre Dino, è quella di saper imbottire e impunturare a mano i materassi di lana, come facevano i vecchi materassai. Oggi giorno infatti, sempre più le persone preferiscono materassi senza materiali sintetici all’interno, per avere un riposo più “naturale”; insomma la cultura bio non si ferma solo al cibo. «La tecnica del vecchio materrassaio non si può descrivere, si può imparare solo vedendola». prosegue Paolo «E se uno non la sa fare bene, rischia di creare un materasso pieno di affossamenti. Per questo io ho filmato mio padre mentre la praticava, così da carpirne i segreti». Questo amore per i dettagli e per il lavoro fatto a regola d’arte, ha permesso negli anni ai Pierozzi di collaborare con tanti privati ed enti locali; su tutti ricordiamo Patrizia Pepe, noto marchio di moda nazionale, a cui da diverso tempo la tappezzeria aglianese fornisce tendaggi per camerini, schermature, poltroncine, cuscini, puff e quant’altro serve ai suoi negozi sparsi nel mondo.

 

Ma il babbo vi ha insegnato proprio tutto? «Di tanto in tanto passa ancora in negozio, soprattutto se abbiamo bisogno di qualche consiglio per un lavoro particolare, dove è richiesta la sua consulenza di artigiano esperto…» conclude sorridendo Manuela Pierozzi.

 

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