Alfo Signorini – Memoria storica di Tobbiana

Alfo Signorini – Memoria storica di Tobbiana

di Giacomo Bini

agosto 2011

foto di Gabriele Bellini

Uno come Alfo Signorini ci vorrebbe in ogni paese, uno cioè con la passione tenace di conservare la memoria delle tradizioni che facilmente rischiano di scomparire nell’oblio. Da quarant’anni Alfo ce la mette tutta per impedire che i rapidi cambiamenti della nostra epoca cancellino l’identità del paese di Tobbiana. Le sue armi contro la disattenzione del nostro tempo sono da sempre la macchina fotografica e la cinepresa, con le quali ha documentato un modo di vivere che piano piano è scomparso e che ora viene conservato nei suoi documentari. <<A 17 anni andavo già in giro con la cinepresa>> ricorda Alfo <<che mi sono pagato con rate di mille lire al mese>>.

Sessantotto anni, operaio tessile ora in pensione, Alfo ha realizzato il suo primo documentario nel lontano 1971. Era un film su Tobbiana, con il commento del parroco Don Aiardi e la voce narrante del medico condotto Delfo Paoli. <<Sentivo il bisogno di fermare le cose che fanno parte della nostra cultura, del nostro mondo>> spiega Signorini <<perché non si dimenticassero e così ho continuato fino ad oggi>>. Nel 1972 è uscito “Un mondo nascosto”, dedicato alla scoperta della natura da parte di un ragazzino, un film che denunciava già l’inquinamento dell’ambiente. Ma l’interesse precipuo di Alfo era rivolto alle attività produttive principali del paese, la lavorazione delle castagne, a cui è dedicato il film “Il pane di un tempo” e soprattutto il mestiere del carbonaio, che è al centro del più famoso documentario di Signorini: “L’arte del carbonaio” del 1983.

<<Il mio babbo faceva il carbonaio>> dice Alfo <<e quando ho iniziato a fotografare e riprendere la costruzione delle carbonaie ormai questa attività era in via di estinzione. Mi affrettai a documentarla perché non volevo perdere l’occasione di lasciare una traccia incancellabile di questa attività che tante generazioni di compaesani hanno svolto. Andavano via la prima Domenica di ottobre, in occasione della festa del paese, in Sardegna, Corsica, Maremma e anche in Francia perché i boschi delle nostre montagne non bastavano a tutti. Ho voluto documentare tutte le fasi della lavorazione, dal taglio del bosco fino alla raccolta e al trasporto del carbone, ma la parte principale è dedicata alla costruzione delle carbonaie, che era molto difficile, una vera e propria arte>>.

Il documentario sui carbonai, commentato da Andrea Bolognesi, è stato proiettato nelle scuole tante volte, ci sono state tante mostre fotografiche e ora che di carbonai non ce ne sono quasi più, l’opera di Signorini diventa ancora più preziosa. <<Qui a Tobbiana vivevano tutti o di castagne o di carbonaie>> ricorda Alfo <<tranne pochi come il sarto, il calzolaio ed altri mestieri. Era quella la vita di tutti e se non c’erano castagne non si mangiava>>. Nei mesi scorsi Alfo ha dedicato ai carbonai un monumento, che è stato collocato, per iniziativa della Pro-Loco e con l’assenso del Comune, lungo la via principale del paese. Altri documentari hanno avuto per oggetto lo storico Atto Vannucci, nato a Tobbiana e l’Abbazia di San Salvatore in Agna. Il tributo alla memoria offerto da Signorini non si limita però ai documentari ma si manifesta anche con un bel volume, “Tobbiana, storia e ricordi di un paese”, uscito nel 2000, che è una miniera di notizie sulle tradizioni, i modi di dire, le manifestazioni religiose, i fatti e i personaggi del tempo che fu. Sono sue anche le foto nel libro curato da Andrea Bolognesi sui tabernacoli del territorio comunale: testimonianze importanti della cultura religiosa che, proprio grazie allo stimolo venuto dal libro, hanno iniziato da poco ad essere restaurate.

Dal 1997 Alfo si è dedicato anche alla scultura, che pratica usando materiali della sua terra, come il legno e la pietra con esiti artistici ammirati in diverse esposizioni. E mai ha abbandonato la musica, praticata fin da ragazzo. <<Da 48 anni svolgo il servizio all’organo in chiesa>> ricorda con giusto orgoglio. L’opera di Alfo è un atto d’amore verso il suo paese durato per una vita intera.

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