I brevi di Noidiqua

I brevi di Noidiqua

di Giacomo Bini

settembre 2018

 

Amiche d’infanzia si sono ritrovate a 80 anni dopo essere state lontane una vita intera, perché nel 1947, quando avevano 9 anni, la famiglia di una di loro si trasferì in Argentina.

Da allora Diva Bindi abita San Martìn, città nella provincia di Buenos Aires, mentre Maria Luisa Susini risiede da molti anni a Montale, nella frazione di Stazione. Nei giorni scorsi si sono incontrate a San Pantaleo, il paesino alle porte di Pistoia dove vivevano da piccole e dove è nata un’amicizia che ha resistito al tempo e alla distanza. E’ stato un incontro commovente, perché Diva e Maria Luisa hanno recuperato immediatamente l’intesa e la complicità di un tempo scambiandosi i tanti ricordi condivisi, un patrimonio di esperienze comuni che le ha tenute unite anche se l’oceano le ha per lungo tempo separate. Hanno rievocato i giochi con le bambole di stoffa, il divertimento col nascondino ma anche la paura durante la guerra per i bombardamenti aerei che investirono Pistoia. «La mia amica Diva sapeva che non avevo i soldi per comprare il gelato» ricorda Maria Luisa «e lei chiedeva al gelataio due coni più piccoli, perché anch’io ne avessi uno. Un gesto che non ho mai dimenticato». Diva e Maria Luisa stavano sempre insieme finché un giorno, nel 1947, la famiglia Bindi decise di partire per l’Argentina in cerca di una vita migliore. Quando si sono riviste all’età di 80 anni, era come se ciascuna di loro avesse ritrovato una parte di sé.

Domenica 9 settembre, si è tenuta a Montale la cerimonia solenne per il 74° anniversario delle stragi nazi-fasciste che si sono verificate nel territorio comunale.

Sono state commemorate le 40 vittime e sono state deposte le corone ai monumenti e alle lapidi che ne ricordano il sacrificio. Per il tributo di sangue versato in particolare nel 1944, quando i tedeschi erano attestati sulla linea Gotica, il Comune di Montale è stato decorato nel 2012 con la medaglia al valor civile. La strage più atroce, anche perché avvenuta in pieno centro, è stata quella nella ex Via Roma dove furono impiccati, per rappresaglia, quattro civili e i loro corpi furono lasciati per giorni esposti alla vista e senza che si potesse dar loro sepoltura. Altri eccidi cruenti furono compiuti, fra gli altri, a Villa Rossa, dove furono fucilati nove civili, a Striglianella dove furono fatte saltare in aria con le mine tutte le case del paese e fucilate cinque persone e alle Cavallaie, dove furono uccisi due fratelli.

La campana “Montanina”, come dicono a Firenze, o “Montalina” come preferiscono chiamarla i montalesi, che fu sottratta dal castello di Montale dai fiorentini nel 1302, ha ottenuto la copertina di un libro pubblicato dall’editore “Le Lettere” sulle campane delle torri e dei campanili di Firenze e tra tutte le 125 campane fiorentine, è analizzata per prima nel prezioso e documentato volume “Campane, torri e campanili di Firenze” scritto da Luciano Artusi e Roberto Lasciarrea.

A far notare il primato della “Montanina” che si erge ancora sulla torre Volognana del Bargello è Bruno Tempestini, “Ispettore onorario della sovrintendenza archeologica per le zone di Montale, Agliana e Montemurlo”, il quale sottolinea per contrasto come quella storica campana sia «Negletta in patria, cioè proprio a Montale, dove nessuno ne parla». L’imponente campana (un metro e mezzo di diametro e 22 quintali di peso) fu considerata «molto buona», come racconta la cronaca di Giovanni Villani, dall’esercito fiorentino che nel 1302 la portò via dopo aver distrutto il castello di Montale. Da allora la campana ha prestato servizio al Bargello dove per secoli ha fatto sentire i suoi rintocchi in occasioni tristi, vale a dire «per condannagione o a giustizia», cioè per avvisare dell’esecuzione di una condanna capitale. In tempi più recenti, la Montanina ha invece suonato in circostanze solenni e liete: nel 1899 per salutare l’arrivo del XX secolo, nel 1918 per la fine della Grande Guerra, nel 1921 per il sesto centenario della morte di Dante, l’11 agosto del 1944 per la liberazione di Firenze e il 7 maggio del 1945 per l’annuncio della pace. In anni ancora più vicini, il suono della Montanina ha segnato l’arrivo del nuovo millennio alla fine del 1999 e nel 2015 ha suonato per il 150esimo anniversario della fondazione del museo del Bargello.

Il rione Smilea ha festeggiato la vittoria nella 33° edizione del torneo dei rioni con una cena rionale tenutasi presso il laghetto di villa Smilea messo a disposizione dal Gruppo Alpini di Montale.

Il clima della serata era particolarmente euforico perché il titolo mancava al rione Smilea da dodici anni. L’ultimo era stato conquistato nel 2006 e le ultime edizioni avevano riservato più delusioni che gioie ai colori bianco-celesti del rione montalese. La vittoria è particolarmente preziosa perché ottenuta grazie ad un 2 a 0 in finale con reti di Marco Pallara e Riccardo Nincheri (entrambi capocannonieri del torneo con 5 reti a testa). L’altra finalista era poi la squadra del rione Tobbiana, che era detentrice del titolo in carica e capolista della classifica del girone eliminatorio. Proprio il valore del Tobbiana, accresce il significato del successo della Smilea. Grande merito, oltre ai giocatori, va attribuito all’allenatore Alessandro Nencini, che ha condotto il gruppo con sagacia e polso fermo.

Scrivi un commento

Per pubblicare un commento devi primaautenticarti.

Social Network

facebook

 
Help & FAQ

Se ti occorre aiuto consulta le "domande frequenti (FAQ)"
Frequently Asked Questions (FAQ) »

Contatti

Telefono: + 0573.700063
Fax: + 0573.718216
Email: redazione@noidiqua.it