Alessandro Biagiotti – trapper

Alessandro Biagiotti – trapper

di David Colzi. Foto: Gabriele Bellini

marzo 2017

Diciamo subito che il cantante di musica Trap Alessandro Biagiotti, è un musicista serio, anche se guardandolo da vicino potreste pensare che «c’ha i capelli che pare n’cipresso», come canta lui stesso in “OAP”, un brano che sta spopolando su YouTube, con oltre 55.000 visualizzazioni in pochi mesi e più di 400 commenti arrivati da tutta Italia. Il nome d’arte che si è scelto è Biagiotti, ma noi siamo andati oltre la maschera e sotto abbiamo scoperto un ragazzo sensibile e preparato, con la testa (verde) sulle spalle.

Per Alessandro, classe 1993, la musica e il canto sono «un modo di essere, quasi un difetto genetico» che lo coinvolgono e appassionano fin da quando aveva 3 anni. Ma è stato solo durante il periodo scolasticamente poco proficuo delle superiori, che ha  deciso di prendere seriamente in mano la musica, in quanto forza silente e sotterranea che da sempre voleva essere ascoltata. Ha iniziato da autodidatta a unire i suoni, usando una piccola tastiera giocattolo, «del costo di 8 euro» ricorda lui; in quel momento ha scoperto una prima vocazione cantautorale che lo ha portato a realizzare un album nel 2013, dal titolo “Angelo”.

Ha poi studiato al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, dove ha avuto l’opportunità nel 2014 di volare a New York per un mese, e presentare una sua opera in un teatro di Manhattan, davanti a un folto pubblico. Questo è stato possibile grazie ad una borsa di studio vinta come premio finale di un concorso indetto dal Conservatorio di Firenze, in concomitanza con la New York University, dove ha potuto conoscere la prof.ssa Esther Lamneck, stimata clarinettista di fama mondiale. Il componimento col quale ha vinto, è un pezzo di musica elettro acustica sperimentale, dal titolo “Rhapsody rain”

Nella grande mela, Alessandro ha approfondito la conoscenza di generi musicali diversi, come la Dubstep, e artisti quali Skrillex, che oltre oceano andavano per la maggiore. Queste nuove influenze hanno gettato le basi per creare il suo alter ego musicale Biagiotti. Il 2015 è stato quindi un anno di sperimentazioni, dove la sua vena melodica cantautorale è entrata dentro suoni innovativi. A maggio 2016 è stato lanciato il pezzo “Rosticceria” che su YouTube ha incassato oltre 8000 visualizzazioni; un buon risultato per un artista emergente della scena pistoiese. Il pezzo si propone di unire la musica leggera italiana, il rap e la sperimentazione elettronica. Durante un’esecuzione live di questo pezzo, Alessandro è stato notato da Miriam Taylor, vocal coach di un certo Adelmo “Zucchero” Fornaciari, che avendo apprezzato l’originalità della sua voce, lo ha invitato a prendere lezioni da lei. A settembre è stata la volta del brano “Jump America”, e poi a fine dicembre è arrivato “OAP” che ha sancito la sua entrata nell’universo del Trap, un genere musicale con ritmi decisi, suoni molto tipici e parti vocali rappate. Adesso, mentre scriviamo, è in onda il nuovo brano dal titolo “Up” (quasi 10.000 visualizzazioni nelle prime 15 ore). 

Di tutto questo clamore il trapper quarratino è molto contento e ammette candidamente: «Adesso Biagiotti è diventato più importante di Alessandro. In pratica sta accadendo quello che canto in “OAP”: gli amici cercano Alessandro ma, Biagiotti lo ha soppresso». Pensate che ha già un nucleo di fan accaniti a livello nazionale che continuano a crescere di giorno in giorno. Lui li chiama affettuosamente Zaini (il corrispettivo dei Sorcini di Renato Zero), e questi formano la Zainetto gang.

Nel futuro prossimo di questo cantante ambizioso, c’è l’uscita di una hit estiva, che probabilmente sarà già in onda quando leggerete questo articolo, e l’incisione di un Ep con 5 pezzi. Quindi a conti fatti, sei un musicista commerciale… «E ne vado fiero! Il mio intento è far sentire i miei pezzi a più persone possibili, nella prospettiva di trasformare questa passione in un lavoro». Chi vuoi ringraziare? «Su tutti Damned ed Evrint Bless che hanno sempre creduto in me, oltre alla mia ragazza Alice». Una domanda finale è d’obbligo: perché i capelli verdi? «Il verde è la speranza, oltre che un colore che mi piace. Colorarmi così i capelli è stato un gesto di follia in un periodo in cui non sapevo se avrei continuato a fare musica… per adesso mi sta portando fortuna» conclude Alessandro, anzi Biagiotti.

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