Area naturale La Querciola

Area naturale La Querciola

di Marco Bagnoli

giugno 2017

Il nostro instancabile percorrere in lungo e in largo il territorio, ci ha infine portato a precedervi nel luogo ideale per le vostre passeggiate estive, La Querciola. Il nome lo prende probabilmente da una grossa quercia che anche gli alleati presero a punto di riferimento nelle loro carte. 

La tenuta si estende per centoquattordici ettari e rappresenta la parte più bassa del Comune di Quarrata, appena trentasette metri sul livello del mare; per questo motivo è stata soggetta nei secoli alle alluvioni e presenta tutte le caratteristiche delle zone umide, nell’ambito di un territorio nel quale non esistono più le paludi. Ci sono infatti tre grandi laghi artificiali, il più antico dei quali è il lago di Zela che risale al 1850, oltre a vari fossi e canali. La vegetazione e la fauna sono quindi quelle tipiche delle zone umide: qui troviamo aironi, falchi e garzette, ma anche la cicogna, che nidifica nella zona dopo centocinquant’anni. I capanni di osservazione ci consentono di spiarli nel migliore dei modi, soprattutto nel periodo primavera-estate, quando vengono organizzate visite guidate. Oltre alle superfici lacustri propriamente dette, ci sono anche le ex cave di argilla, un tempo scavate fino alla falda acquifera e oggi piene di acque popolose: ci sono pesci e anfibi, come il luccio e la rana toro, che brontola nel pomeriggio. 

La Querciola è la grande area verde del comprensorio Pistoia-Prato-Firenze, una delle ultime assieme ai Renai di Signa e alle Oasi di Focognano, e l’obiettivo del suo mantenimento appare quanto mai prioritario. Infatti nel corso degli anni l’uomo ha costruito per le proprie necessità e gli interventi sul territorio sono stati vistosi, a partire dalle bonifiche dei Lorena nella seconda metà del XIX secolo. Si è sempre cercato di mettere a coltura quanta più terra fosse possibile per il sostentamento delle città che andavano sviluppandosi. Fortunatamente l’attuale area della Querciola si è però preservata nel volger dei secoli, proprio grazie alle sue caratteristiche di zona depressa, delimitata a sud e a est dal fosso Quadrelli e dall’Ombrone, che ogni anno causavano le immancabili inondazioni che hanno scoraggiato da sempre il processo di antropizzazione – e quindi niente case e niente strade. Ancora nel ’51 e nel ’61 si parlava di metri di acqua, che si toccava dalle finestre del primo piano. La sola minaccia alla sua esistenza viene dal fenomeno tutto moderno del vivaismo, in particolar modo della vasetteria, un’attività dal forte impatto sul territorio; per questo uno dei punti salienti messi sulla carta all’indomani della qualifica di ANPIL (Area Naturale Protetta di Interesse Locale) nel 1997 è stato proprio il divieto fatto ai privati di destinare il fondo all’attività di vivaismo.

I privati costituiscono infatti l’80% dell’intera area e possono condurre la proprietà come meglio credono, fatto salvo appunto il divieto di vivaismo – un divieto che compete all’ente preposto al mantenimento della zona, il Comune di Quarrata. Sarà quindi compito della buona politica indirizzare nel migliore dei modi la gestione di questo bene. Perché di bene si tratta, almeno nel sentire comune della popolazione, che vive ormai abitualmente questo territorio. E saranno proprio le risorse del territorio, la sua gastronomia, la sua cultura, a rappresentare il nostro petrolio negli anni a venire. Il futuro della Querciola appare quanto mai roseo, stando alle intenzioni della passata amministrazione comunale, con il progetto di estendere l’attuale pista ciclabile della Querciola per collegarla al tracciato esistente del comune di Prato, con l’intenzione di unire sul percorso di una sola pista ciclabile la villa medicea della Màgia con quella di Poggio a Caiano, passando appunto per l’area verde della Querciola. Sarebbe quanto mai auspicabile che la nuova amministrazione comunale perseguisse quindi questo obiettivo. 

Infine due parole sulla casa di Zela: il museo è chiuso fino a anno nuovo per lavori, ma resta il mistero legato al suo nome: chi era “Zela” di cui porta il nome? I vecchi fin qui interpellati non sanno che rispondere. Se qualcuno sa qualcosa, si faccia avanti…

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