In visita da Papa Francesco

In visita da Papa Francesco

di Carlo Rossetti

dicembre 2014

Quest’anno la Filarmonica “G. Verdi” di Quarrata compie 140 anni dalla sua fondazione. Come celebrare un traguardo così? Niente di meglio che assistere ad una udienza pubblica del Papa, durante la quale far suonare la Banda. Questa l’idea di Pierlugi Borelli, dinamico, esuberante e infaticabile Presidente del Corpo musicale. Detto, fatto; si mette in moto e in men che non si dica, organizza la gita a Roma. Ma l’interesse per l’iniziativa va al di là di ogni più rosea previsione, perché a seguire i musicanti in trasferta, non ci sono soltanto familiari ed amici, ma un numero incredibile di partecipanti. Inoltre anche il Coro Internazionale “Città di Pistoia”, si unisce alla numerosa comitiva per dar manforte con una propria esibizione. Così, la mattina del 5 novembre, in piazza della Chiesa, ben 4 pullman sono pronti per portarci a Roma. Sono le 2 del mattino, ora fissata per il ritrovo, quando cominciano gli arrivi e i primi confusi saluti. C’è chi dà  il buongiorno, chi la buonanotte, a testimonianza dei diversi punti di vista in fatto di orario. Invece un involontario e poco azzeccato buonasera còlto al volo, denota il disagio della persona per la levataccia.

Sulla piazza, più sveglio che mai, il Presidente Borelli, con i rappresentanti del Comune, il sindaco Mazzanti e l’assessore Colzi, don Fausto Corsi, il più alto di tutti e il Maestro Francini. Religione e folklore si fondono mirabilmente. C’è un’aria da gita dopolavoristica fuori porta. Saliti sui pullman, comincia l’appello, quindi il contrappello come si usa da militari. Non si sa mai. Poi il via. Scompariamo assorbiti dal buio. Su quello dove mi trovo, c’è un’aria salottiera, nessuno che intenda abbassare la voce , smorzare la luce e quindi cercare di dormire. Per la verità i sedili di “taglia” un po’ stretta, non consentono una posizione riposante, anche perché, sulla scorta delle indicazioni fornite da Pierluigi Borelli, eravamo equipaggiati di zaini per il pranzo al sacco, di ombrelli, almeno due per ciascuno, per riparare in caso di pioggia i musicanti. Inoltre impermeabili e  quanto di più  inutile ci si porta dietro in certe occasioni. Il tutto oltre che sull’apposita mensola, messo  sotto le gambe e sulle ginocchia. Dormire può rimanere un desiderio e un bisogno inappagati.

Comunque, verso le 5 e mezza, c’è la fermata all’autogrill per la colazione e per il disbrigo delle inevitabili necessità. Inoltre i musicanti devono cambiarsi l’abito: togliersi quello da viaggio e indossare il vestito scuro da concerto. E qui si ha la prima sorpresa. A fronte di 200 persone che irrompono nel locale, vi sono soltanto due inservienti: uno alla cassa e uno al caffè-pasticceria. Il personale è ridotto data l’ora. Mentre alla cassa l’addetto riesce a smaltire abbastanza bene l’afflusso, al contrario al bancone del caffè, si viene a formare un muro di persone. L’addetta pur dandosi daffare, non riesce a tenere dietro alle richieste e dopo poco ci sono le inevitabili lagnanze. Lei riesce a mantenere una certa calma senza andare il tilt. Le sue gote rosse però, rivelano il disagio. Sull’altro lato del bancone altri clienti aspettano per avere una brioche, ma la poverina ha ancora da fare molti caffè e cappuccini. Allora a qualcuno viene un’idea. Approfittando delle proprie braccia lunghe, oltrepassa il cristallo di protezione e raggiunge le brioche più in vista e le dà a chi ne fa richiesta. Ha inizio una distribuzione autogestita che, per quanto arbitraria, è condotta con la massima correttezza. Per ottenere la brioche si deve presentare lo scontrino. Dopo un po’ la barista lascia in tronco i clienti del caffè e si presenta nel settore paste. Ignora che molti avventori hanno già affidato all’apparato gastrico-duodenale le brioche. Intanto sono arrivate altre due persone di rinforzo. E così possiamo in poco tempo essere serviti tutti.  

Si riparte e quando finalmente siamo a Roma, ricevute le ulteriori raccomandazioni, eccoci in piazza S. Pietro. C’è il passaggio attraverso le maglie della sorveglianza con il metal detector che indaga dentro le nostre borse; al collo ognuno di noi ha una pezzuola bianca di riconoscimento. Mentre i 42 musicanti della Filarmonica e i coristi del “Coro internazionale Città di Pistoia” prendono posto nelle prime file, gli accompagnatori  sono fatti sedere nel secondo settore. Sono da poco passate le otto. C’è da aspettare le 10,30, ora prevista per l’udienza del papa. Intanto Piazza S. Pietro comincia a popolarsi. Rappresentanze provenienti da diverse parti del mondo si dispongono in gruppo. Fazzoletti di vari colori sventolanti, emergono dalla folla. Tantissime macchine fotografiche cercano di immortalare il momento da ricordare per sempre. Il selfie è praticato a più non posso. Il tutto nell’abbraccio solenne del colonnato del Bernini. Ad un tratto, nel brusio generale della piazza, giunge a noi  il suono ovattato della Banda. Pur da lontano è facile scorgere il Maestro Francini che dirige con gesto lento e maestoso, come si addice alla circostanza. Non si vedono i suonatori ma se ne immagina l’impegno. Sarebbe un peccato fare una stecca. E’ “l’antipasto musicale” che la nostra Filarmonica indirizza come omaggio allo stuolo di prelati che affollano il palco sul quale salirà Papa Francesco. I sacerdoti si susseguono al microfono per leggere messaggi augurali in tutte le lingue, che due grandiosi monitor disposti ai lati della piazza diffondono.

Intanto il Sindaco Marco Mazzanti, l’Assessore Lia Colzi e il Presidente Pierluigi Borelli, si recano sul palco per consegnare un dono per Papa Francesco. C’è sentore di pioggia. Ed ecco che piove. Piazza S. Pietro brulica ora di ombrelli, ma poco dopo vengono richiusi perché smette di piovere. Ampi voli di piccioni da un colonnato all’altro, interrompono il grigiore del cielo. Sono le “Frecce tricolori” della circostanza. Ad un certo punto il brusio sale e un grande applauso accoglie Papa Francesco, arrivato in anticipo. I grandi monitor ingigantiscono la Sua figura e ci porgono il Suo volto familiare e sorridente. Quindi il Papa, sull’auto scoperta, si muove verso l’immensa platea plaudente.

E’ un’emozione vederlo passare vicino a noi. Il volto luminoso, la mano che saluta e che porge a chi gli è vicino, il bacio ai bambini. Un rituale ormai visto ma che rinnova ogni volta un sentimento d’affetto per questo Papa dal volto nuovo. L’immensa folla ondeggia al suo passaggio, cercando di seguirlo da un posto all’altro della piazza. Poi finalmente rientra e va a sedersi sulla poltrona al centro della gradinata. Rivolge un saluto a tutti e nel parlare tocca i temi a lui cari: quello dell’amore, della solidarietà e della uguaglianza tra popoli. Il tono è appassionato, frutto di una convinzione profonda nei valori che devono essere il cardine di ogni uomo. Poi a tutti l’apostolica benedizione e l’udienza finisce.

Il nostro Corpo musicale esegue finalmente per il Papa. “Fratello sole, sorella luna”. Si saprà dopo purtroppo, che il Coro Internazionale “Città di Pistoia”, non ha potuto esibirsi per un cavillo di ordine burocratico, che non è stato possibile fare rientrare in un’indulgenza. Peccato. Mentre la gente lentamente defluisce, ci ritroviamo nel punto dal quale eravamo entrati. Qui ad attenderci una giovane giornalista spagnola, che con un operatore, intervista il nostro Presidente. Quindi ritornati ai pullman, i musicisti depongono strumenti e abito scuro. Poi tutti pranzo al sacco. Alle 16 ritrovo dei partecipanti di fronte all’obelisco di piazza S. Pietro, per una foto di gruppo. Il tempo, clemente, non ha voluto sciupare l’incontro con Papa Francesco. 

Alle 22 finalmente si arriva a Quarrata, un poco stanchi ma soddisfatti. Mentre piove, frettolosamente ci auguriamo buonanotte desiderosi di andare a dormire, questa volta rispettando tutti il fuso orario. Probabilmente anche Papa Francesco starà dormendo. 

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