La Musica nel sangue. Intervista a Gabriele Bellini

La Musica nel sangue. Intervista a Gabriele Bellini

di David Colzi

marzo 2008

Se si parla di chitarristi , nelle zone di Quarrata, Prato o Pistoia, a tutti vengono subito in mente due nomi: Nick Becattini, e Gabriele Bellini: Cosa ne pensi? La cosa ti imbarazza, ti fa piacere…

No, non m imbarazza, anzi mi fa piacere! Probabilmente ce ne sono molti altri che sono rimasti più nell’anonimato. In verità mi piacerebbe che comuni come Quarrata dessero più risalto alle produzioni musicali  e non  (ovviamente non lo dico solo per me). Questo forse è il motivo per cui molti artisti locali sono costretti ad andarsene da queste zone per avere più visibilità e pubblicità; anche Nick Becattini è stato costretto per un periodo a lasciare Pistoia, anche se poi è tornato.

 So che ti dividi tra impegni di insegnante di musica e musicista-professionista: cosa chiedono i tuoi allievi per conoscere i metodi di insegnamento che proponi?

Principalmente sono io che cerco di conoscere i miei allievi, per poter impostare lezioni individuali per ciascuno. Io per primo faccio molte domande, e cerco di capire quali sono i gruppi preferiti di ogni ragazzo o ragazza, e quali sono i suoi obbiettivi. Così insieme costruiamo il percorso musicale da seguire.

E tu come ti sei formato musicalmente?

Da autodidatta, e ne vado molto fiero, anche se riconosco che per l’età che ho, se avessi preso qualche lezione forse avrei guadagnato qualche anno. 
Fin da piccolo ho avuto la fortuna di frequentare ragazzi più grandi che mi permettevano di spulciare le riviste a cui erano abbonati, come Yes Music o Guitar. Da lì è iniziata la mia curiosità! Le riviste erano scritte in inglese ed io mi facevo tradurre le parti che mi interessavano da una mia vicina di casa, insegnante di inglese, amica dei miei genitori. Questo mi ha permesso di conoscere un altro mondo musicale, oltre al panorama italiano un po’ tradizionalista.  Certamente l’essere autodidatta non è stata solo una scelta, in effetti abitando qui e non avendo “i mezzi”, mi sono un po’ arrangiato.

Qualcuno, sapendo che ti venivo ad intervistare mi ha detto che una volta, durante un live in un famoso locale di Prato, hai avuto dei seri problemi con un disturbatore del pubblico: cosa è successo? E sono successi altri episodi sgradevoli?

(sorride)…Quella del Cencio’s, se ricordo bene, è la storia di un ubriaco che durante una serata in cui il locale era pieno di gente, si mise a parlare con me mentre suonavo (ovviamente io non capivo niente di quello che diceva, perché più che parlare, “ciancicava parole”). Poi montò sul palco cercando di parlarmi, mentre io continuavo a non dargli confidenza…(ride) Così alla fine del concerto iniziò una piccola rissa tra il mio batterista, e questo tizio con i suoi amici.  Invece una cosa simpaticissima, mi è capitata mentre suonavo con gli Hyaena in una festa dell’Unità da queste parti. A un certo punto, mentre suonavamo si avvicinò un “omino” che chiese di poter parlare tra un pezzo e l’altro; noi ovviamente pensavamo che dovesse annunciare, che so, che una macchina doveva essere spostata eccetera, invece una volta salito sul palco, disse al microfono: <<Allora… il primo premio é il prosciutto e  il vincitore è tizio, mentre per le “sarciccie” il vincitore é…>> Pensa che noi stavamo facendo un concerto, con il nostri fans che dopo l’annuncio si sdraiarono in terra del ridere! (tieni presente che all’epoca degli Hyaena avevamo un buon seguito). L’”omino” parlò tranquillamente per più di 5 minuti…solo in Toscana succedono certe cose e bisogna esserne fieri! (ride).  

 Che tipo di Pubblico segue un concerto rock come il tuo? E che tipo di spettacolo offri?

Avendo avuto varie esperienza discografiche, con vari gruppi di stili diversi, le proposte ed il pubblico sono sempre stati variegati. Nella zona ci seguono in molti perché mi conoscono, oppure conoscono i miei musicisti, ma al di là del seguito locale, con il progetto dei Ritmenia Zoo, venuti subito dopo gli Hyaena abbiamo fatto Arezzo Wave vincendo diverse manifestazioni musicali. Ultimamente porto avanti il progetto della G.B. Band, con il quale farò uscire a Marzo il mio secondo disco solista, in cui hanno collaborato molti musicisti e cantanti, tra cui Andrea Agresti. Sarà un album a 360 gradi.

 La nostra rivista si occupa di Quarrata, quindi vorrei sapere, cos’è questa città per te?

Questa è una cittadina tranquilla, un po’ strategica per la vicinanza a vari posti. Forse per me è un po’ troppo tranquilla perché ci sarebbero gli spazi e i modi per poter offrire di più soprattutto ai giovani, ma anche agli anziani. Non è che mancano gli ambienti, mancano le situazioni che invitino le persone non di Quarrata  a venire a trovarci. Poi manca da sempre una piscina, e questo proprio non mi va (ride). Io sono molto legato a Quarrata ma spiace per tutte queste situazioni che costringono la gente a spostarsi altrove. Anche io mi sto attivando con situazioni lontane da qui per poter emergere artisticamente.
…Posso dire un’ultima cosa?

 Certo!

Ci tengo innanzi tutto a ringraziare te David per questa intervista, e per questa vostra iniziativa che io come quarratino apprezzo tantissimo. Credo che un progetto come questo mancava proprio qui da noi. Ancora Complimentoni a tutti voi, e vi faccio i migliori ”in bocca al lupo” per la vostra rivista! Grazie.

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