Luca Paolieri – La televisione dalla A alla Z

Luca Paolieri – La televisione dalla A alla Z

di Carlo Rossetti

giugno 2011

Il primo incontro di Luca con la telecamera risale al 1986, quando in regalo ne ebbe una piccola che divenne subito un’inseparabile compagna del tempo libero. Si divertiva a riprendere gli amici e a registrare tutto ciò che destava il suo interesse. Ma non pensava che sarebbe diventata uno strumento di lavoro, un mezzo con il quale costruire il proprio futuro. Figlio d’arte, e mai come in questo caso la definizione è più appropriata, ha sviluppato in famiglia la passione per l’immagine, la capacità di osservare, l’attenzione per il dettaglio.

Suo padre, il non dimenticato Vincenzo, da poco scomparso, fu uno dei primi operatori assunti dalla Rai quando l’Ente radiofonico dette vita alle prime trasmissioni televisive. Perciò è quell’aria che Luca ha sempre respirato, seguendo il padre al lavoro in qualche programma televisivo. I primi rudimenti li ha appresi però alla scuola di Renzo Vannacci, anche lui giornalista e operatore della Rai, all’epoca in pensione, perché il padre Vincenzo, assente da casa per lunghi periodi, non avrebbe potuto seguire il figlio nei primi passi della professione. Lavori semplici all’inizio, anche di fatica, tanto per far qualcosa dopo il conseguimento della maturità classica, fino a prendere confidenza con la telecamera e collaborare con Vannacci nella realizzazione di documentari.

Quando ha capito che quella poteva essere la sua strada ha aperto un laboratorio di produzioni televisive a Santonuovo e da allora ha potuto avvalersi dei consigli e dei suggerimenti preziosi del genitore. Dopo alcuni anni di normale attività che lo vede impegnato nella pubblicità, nella ripresa di cerimonie e di eventi in genere, prende parte alla realizzazione in qualità di operatore e montatore, de I cannibali, film destinato alla vendita in cassetta, interpreti Carlo Conti, Giorgio Panariello, Niki Giustini, Graziano Salvadori e AndreaAgresti. Poi il sodalizio con quest’ultimo con il quale crea Per la strada Vincenzo, programma di enorme successo del 1997, andato in onda per lungo tempo a RTV 38, che segna una svolta nell’ambito dell’attività di Luca Paolieri. Quindi la collaborazione con la Vega Star, l’Agenzia pistoiese di spettacolo, per la quale cura le trasmissioni Sarà ora, Il futuro è uno show, I raccomandati di Carlo Conti, seguendo nel contempo le selezioni annuali del concorso di Miss Toscana, per poi approdare ai programmi Striscia la notizia e Le iene, al fianco nuovamente di Andrea Agresti, nel frattempo assurto alla notorietà televisiva. E ancora servizi per Sereno variabile, La vita in diretta, e tanti altri. Questo è soltanto un breve elenco di quanto Luca Paolieri ha fatto, perché sarebbe lungo ripercorrere le tappe della sua venticinquennale attività, che gli hanno permesso di acquisire una solida esperienza in tutte le branche della produzione televisiva. Infatti è stato di volta in volta operatore, montatore, direttore delle luci e anche regista, mettendo in luce estro, fantasia e immaginazione.

Seguirlo nella fase di montaggio, seduti al suo fianco, pare di assistere al gioco “delle tre carte”, che molti ricorderanno come “passatempo” presente in molte feste paesane, che si fondava su illusione e destrezza. Infatti su un monitor principale l’immagine appare scomposta in tante tessere che Luca muove e pospone ripetutamente cliccando qua e là, senza che si riesca a capire cosa intenda fare, anche se contemporaneamente lo spiega. Su un altro monitor, un’ immagine che evoca il tracciato di un elettrocardiogramma, segue l’andamento della colonna sonora, creando in chi guarda ancor più confusione. Finalmente a operazione ultimata, un terzo monitor rimanda l’immagine montata ed è allora che si può apprezzare il risultato, ottenuto come un gioco di “prestidigitazione”. Credo però di potere affermare che il ruolo che preferisce, che sente più congeniale, sia quello dietro alla macchina da presa, anche se ama il montaggio come naturale completamento e perfezionamento dell’immagine. Inoltre usa la steadycam, attrezzo per la stabilizzazione della ripresa in movimento, che richiede particolare perizia nell’uso e che a causa della pesantezza, presuppone una buona preparazione fisica.

Finalmente dopo tanta attività, è approdato a Roma dove sovente prende parte alla realizzazione di programmi per la Rai. L’ho seguito proprio a Cinecittà sul set di una clip per il programma Ciak si canta, impegnato come operatore e ho visto con quale autorevolezza si muovesse in mezzo agli altri tecnici, mostrandosi perfettamente a suo agio. Mi è apparso subito quanto fosse apprezzato da tutti e dal regista soprattutto, che lo consultava frequentemente per conoscere il suo punto di vista sull’insieme della scena o per chiedergli un particolare effetto. Grazie a questo, gli è stato facile lavorare con tanti beniamini della televisione da Al Bano a Fausto Leali, da Matilde Brandi a Gloria Guida, da Enrico Ruggeri a Anna Falchi e altri ancora. La stima gli deriva, oltre che dalla preparazione, dal tatto e dalla discrezione, necessari per convivere in mezzo a un gruppo eterogeneo come quello di una troupe televisiva o cinematografica, stando sempre un passo indietro, anche se avrebbe l’autorità per suggerire soluzioni. Ecco perché si ricorre a lui quando potrebbe essere molto più comodo impiegare un operatore del luogo.

Ora ha l’aspetto dell’artista che gli deriva dalla capigliatura incontrollata, orfana di gel, e da una barbetta “mefistofelica” che gli serve, accarezzandosela, a dissimulare l’imbarazzo quando gli fanno i complimenti per il suo lavoro. Perché Luca, possiede una qualità che è sempre meno riscontrabile nelle persone. La modestia.

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