One Love Onlus – quando la solidarietà incontra lo sport

One Love Onlus – quando la solidarietà incontra lo sport

di David Colzi 

marzo 2015

La storia che vi stiamo per raccontare parla di una Onlus, ma anche di basket. Nasce a Pistoia, passa da Quarrata e arriva fino all’equatore; insomma è un racconto con tante sfumature, tante quante sono le facce e i luoghi che abbraccia. A noi ne ha parlato il signor Paolo Meoni di Barba, che conosce bene i fatti, essendo uno dei membri attivi di questa realtà.

L’associazione Onlus, “One Love” è stata fondata nel 2010 dal pistoiese Giacomo Simonini (foto in basso), ex giocatore di basket, con l’intento di sostenere persone e popoli in difficoltà, in luoghi quali Africa, India e Sud America, attraverso progetti di cooperazione nazionale e internazionale. Per iniziare questa avventura, Giacomo chiese aiuto ad un gruppo di amici, alcuni dei quali ruotavano attorno al mondo del basket, cioè Paolo Meoni, Gianni Biselli e Roberto Giannini (altro quarratino); a loro si unì inizialmente Francesca Meoni, e poi sono arrivati Massimo Romano, Vinicio Balli e Cinzia Coppi. L’associazione ha avuto fin dall’inizio un occhio di riguardo per i bambini e per la loro scolarizzazione, perché questo è una viatico importante per uscire dalla povertà. «In alcuni luoghi sperduti dell’India» ci dice Paolo Meoni «per molti bambini è difficile avere, sia un insegnante, che un piatto di riso per mangiare».

Uno dei primi progetti ad essere ideati in Senegal, tutt’ora in lavorazione, è stato quello di una Casa Famiglia per dare un rifugio ai bambini di strada (che in Africa chiamano Talibé) ed evitargli così di finire nelle mani di aguzzini che li costringerebbero a mendicare, tenendoli quasi in schiavitù. Grazie all’incontro con due associazione romane, “Energia per i diritti umani Onlus” e “Diritti al cuore Onlus”, la casa si potrà realizzare a più livelli e si chiamerà “Tre piani di diritti”; in uno di questi ci sarà la “Maison One love”, con una stanza dedicata alla sorella di Paolo, Sandra Meoni, morta prematuramente. «Purtroppo, alcune raccolte fondi» precisa Paolo «sono coincise con la scomparsa di persone a noi care, cioè mia sorella e Giacomo Melani, detto il Melo».

A questo punto del racconto riaffiora il basket, con il “Melo” appunto, giovane ex giocatore di palla a canestro morto in un incidente nel 2010, molto conosciuto anche a Quarrata in quanto allenatore dei bimbi del Dany Basket e a cui è stato intitolato il palazzetto quarratino. Il suo ricordo è arrivato fino in Africa per merito di fondi raccolti in sua memoria: con quei soldi si è potuta ristrutturare e ampliare una scuola a Pikine, nel distretto di Dakar, dove è stata posta una targa che riporta “Ecole Giacomo Melani” (école, cioè scuola). Sempre dal mondo del canestro sono arrivati altri aiuti, per merito di una realtà sportiva quarratina, la Rainbow Basket, nata anch’essa in ricordo del “Melo”: in una serata nel dicembre appena trascorso, ha raccolto 1.100 euro per la Onlus di Simonini. Non si è tirata indietro neanche la Giorgio Tesi Group, con una lotteria di beneficenza: il premio era un pallone ed una maglia firmati da tutta la squadra. Per reperire altri fondi, i volontari di “One Love” partecipano a mercatini locali dove vendono manufatti e gadgets, oltre a confidare nella generosità delle persone, con il 5×1000.

Lasciando momentaneamente l’Africa per l’India, dove il nostro Paolo Meoni fa da anni viaggi di solidarietà, apprendiamo che l’associazione, con l’aiuto logistico del padre missionario bengalese Anthony, sta per finanziare un doposcuola nella città di Barasat, vicino Calcutta«Fare volontariato all’estero è importante,» conclude Paolo Meoni «però bisogna iniziare con chi è vicino a noi, come i nostri anziani, che devono essere seguiti con amore, soprattutto se malati. Non ha senso andare a Calcutta, se si dimenticano i propri cari».

Per conoscere tutti i progetti di questa bella realtà: www.oneloveonlus.it, oppure su Facebook, alla pagina One Love onlus.

Foto sopra: Paolo Meoni insieme a Cecilia, una ragazza indiana che grazie al contributo del nostro concittadino, può proseguire gli studi. Da sottolineare che per far studiare un giovane in quella parte del mondo, bastano 100 euro l’anno.

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