Storia di Villa La Magia

Storia di Villa La Magia

Marco Bagnoli. Foto: Gabriele Scarpellini.

marzo 2011

La famiglia dei Panciatichi, nobile stirpe Guelfa di Firenze, la fece costruire sui terreni acquistati agli inizi del trecento. Spetta a Vinciguerra l’atto della sua fondazione nel 1318. Si trattava però di una costruzione totalmente differente da quella attuale, una sorta di torrione a pianta rettangolare, successivamente inserita nell’ala occidentale della nuova struttura.

Sono i suoi eredi, tra il 1427 e il 1465 a modificare il primigenio assetto di casa-fortezza in quello di villa residenziale. Ecco quindi delinearsi una pianta di forma quadrangolare sviluppata attorno ad un cortile interno. Nel 1536 l’imperatore Carlo V, reduce dall’Africa, fu ospite della villa, nel frattempo passata a Gualtieri Panciatichi; vuole la tradizione che ancora oggi vi sia conservata la secchia adoperata dall’Imperatore in persona per dissetarsi dopo la caccia. È possibile infatti trovarne riscontro nei documenti d’inventario del XVII secolo, nonché nell’immancabile targa commemorativa apposta sul pozzo ristoratore.

Attorno al 1583 Niccolò Panciatichi si vide costretto a disfarsene per necessità. La villa passò così sotto le palle dei Medici: Francesco I dei medici Granduca di Toscana sborsò 6.501 fiorini d’oro* per la villa e i suoi annessi, consistenti in poderi, boschi e coltri**. Oltre al mero investimento fondiario i potenti di Firenze vi scorsero l’opportunità di guadagnare un prezioso avamposto sul Montalbano. Furono apportate delle modifiche al cortile ed alla originaria casa-torre. Dei lavori venne incaricato il Buontalenti, fautore della rilettura tardo cinquecentesca del suo stile architettonico. Fu inoltre creato un grande laghetto artificiale, unito alla residenza tramite un viale, per consentire al Granduca lo svago di caccia pesca. Alla sua morte fu il fratello, Ferdinando I, a collegare il pieno sfruttamento della Màgia a quello delle altre proprietà che costituivano il Barco Reale Mediceo***.

 

* Il Fiorino è stato utilizzato dal 1252, prima moneta d’oro europea assieme al Genovino; tre grammi e mezzo di oro puro. Dal 1533 il conio è soppiantato dallo Scudo d’oro, coniato in una lega di minor pregio di quella del Ducato. In seguito sarà genericamente definita scudo una qualunque moneta di un certo “peso”.
** La coltre è un misura lucchese che indica un numero di 40,9 are (l’ara è una unità di misura agraria di 100 metri quadrati).
*** Il Barco Reale Mediceo era un complesso di proprietà terriere collegate ed organizzate tra loro per consentire alla nobile famiglia fiorentina un’ampia ed agevole area di caccia.            

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