Daniele Baccaro – la conquista della poesia

Daniele Baccaro – la conquista della poesia

di Serena Michelozzi

dicembre 2025

Daniele Baccaro è da sempre amante della letteratura, sia essa prosa o poesia. Ha iniziato a scrivere versi intorno ai sedici anni, anche se le liriche vere e proprie hanno preso forma più tardi intorno ai vent’anni. «Nella poesia ho trovato il mezzo espressivo per me più idoneo. Del resto, l’arte è espressione» ci racconta il nostro poeta.

Quello di Daniele è un percorso che affonda le radici nel romanticismo e nel decadentismo, con l’obiettivo di invitare il lettore alla conoscenza di sé. «E’ difficile per me definire il mio stile poetico. Ad ogni modo, attingo molto al romanticismo e al gotico, e cerco sempre di infondere nelle mie liriche la spiritualità, la quale è per me il fulcro dell’essere umano, senza dimenticare la condizione dell’uomo stesso: rifiutando ogni visione antropocentrica, cerco di delineare l’umano nella sua condizione esistenziale, avulso dal suo contesto di “creatore”, ruolo che oggi gli è affibbiato continuamente, e rendendolo spettatore partecipe di ciò che esso teme, ignora, rimpiange. Da quanto suddetto credo sia facile comprendere i temi che ricorrono nelle mie liriche, quali esistenza, dolore, morte, amore» ci spiega Daniele. L’estetismo e il decadentismo hanno avuto un’influenza notevole sulla sua produzione. Tuttavia, l’autore precisa che la sua opera non è una mera imitazione, ma una rielaborazione del suo sentire ispirata da una via già tracciata da autori antichi, moderni e contemporanei. Piuttosto che di “idoli”, Baccaro preferisce parlare di figure che hanno influenzato il suo modo di pensare, di interpretare la realtà e di conoscere sé stesso. Tra queste spiccano: Eschilo e Sofocle tra gli antichi, fino ad arrivare a De Quincey, Poe, Baudelaire. Un ruolo significativo è svolto anche dalle influenze musicali: gran parte delle poesie sono state scritte ascoltando black metal e dark ambient.

Nelle sue liriche, Daniele cerca di estrinsecare, tramite la spiritualità, un passato atavico e archetipico che sarà comune a chiunque ritrovi nei versi una parte di sé. La sua poetica può essere paragonata a uno «specchio dell’interiorità infranto dal martello della ragione». Il nostro poeta riconosce che alcuni lettori sentiranno i suoi versi più “familiari”, riuscendo a vedere sé stessi anche in un solo frammento, mentre altri potrebbero non ricostruire l’immagine, vedendo solo un’immagine deformata.

Se un messaggio dovesse essere tratto dai significanti delle sue liriche, questo sarebbe il nosce te ipsum (conosci te stesso). La sua poetica è un invito a guardare nella propria anima. Niente rende i versi più validi di un lettore critico che ne tragga ispirazione per guardare dentro sé stesso, fissare negli occhi l’abisso e sormontarlo.

Nel corso della sua carriera, l’autore ha partecipato a diversi concorsi, ottenendo importanti riconoscimenti. E’ stato finalista al Premio Bukowski nelle edizioni 2020, 2021 e 2025. Ha partecipato al Premio Nazionale Streghe Vampiri & Co., classificandosi terzo nel 2020, secondo nel 2022 e primo nel 2023. La vittoria nel 2023 al Premio Streghe Vampiri & Co. gli è valsa la pubblicazione della sua prima e finora unica raccolta di poesie, “Canti dall’oscuro”. Nel 2024 ha ricevuto un diploma di merito al Premio Apollo Dionisiaco. Infine, nel 2025 ha ottenuto un diploma d’onore con menzione d’encomio al Premio Michelangelo.

Sebbene con uno sguardo pessimistico sulla vita futura della poesia tutta, Daniele esprime un messaggio di speranza ai giovani che scrivono liriche “degne di questo nome”: «Non smettete di scrivere, perché oggi più che mai il mondo ha bisogno di poesia, e attraverso essa voi potete conquistarlo».

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