Chiara Manese – mezzosoprano

Chiara Manese – mezzosoprano

di Piera Salvi

dicembre 2015

Chiara Manese, mezzosoprano, era l’unica voce femminile italiana alla semifinale del concorso internazionale “Early music vocal competition – Canticum gaudium”, di vocalità barocca e rinascimentale, che si è tenuto a novembre a Poznan, in Polonia. «Sono stata ammessa dopo avere superato la fase eliminatoria, seguita dal maestro Leonardo Sagliocca, basso-baritorno» racconta. Tra le sue importanti esperienze, anche una borsa di studio per un corso di alta formazione, di tre mesi, per vocalità mozartiana, barocca e rossiniana che si è tenuto a Spoleto, debuttando in “Serva padrona” di Pergolesi. Chiara si è laureata al Conservatorio Cherubini di Firenze, nel 2010, ha studiato in Austria all’Accademia Mozarteum di Salisburgo e attualmente frequenta il biennio specialistico di canto lirico al Conservatorio Boccherini di Lucca. Lavora in recital con “Italian Opera” nella chiesa di Santa Monaca a Firenze, con il maestro David Boldrini. Il 13 dicembre sarà al Teatro Petrarca di Arezzo nell’opera sinfonica “Liebeslieder” ed ha al suo attivo celebri opere rappresentate in importanti teatri.

Chiara Manese, 29 anni, è una giovane promessa della lirica, ma anche imprenditrice musicale, nonché voce in un gruppo metal estremo. «Gestisco il centro musicale “Sound Check” a Prato» spiega, «attraverso l’associazione culturale “Effetto sonoro”, di cui sono presidente. C’è una sala prove per band, uno studio di registrazione e una scuola di musica. Io insegno canto lirico da dieci anni. Ho lavorato con la scuola Verdi di Montemurlo, la Scarlatti di Montale e diverse scuole private di Firenze e Prato. Adesso insegno alla scuola comunale di musica “Ottava nota” di Poggio a Caiano, canto lirico e leggero e dirigo tre cori».

La passione per la lirica di Chiara Manese nasce inizialmente dalla curiosità. «Quando ero bambina» racconta «ero affascinata e incuriosita dalle voci che uscivano dallo stereo quando mio padre ascoltava musica barocca o rinascimentale. Mi davano una sensazione di mistero. Quando ho capito che erano voci umane ho pensato che potevo provarci anch’io. Ho cominciato a studiare canto a 16 anni, con il soprano Elena Bartolozzi alla scuola Mabellini di Pistoia. Da bambina avevo studiato chitarra elettrica e chitarra classica, medievale e rinascimentale ad Agliana con il maestro Daniele Poli». E’ difficile per i giovani affermarsi nella lirica? «Sono tempi difficili in generale. Tante Fondazioni liriche chiudono o non pagano. Però si può avere una carriera o fare altri progetti musicali e attività concertistica. Faccio parte anche del gruppo “Pursuing the end”, di Parma, che fa metal estremo, nel quale sono la voce melodica femminile. Presto uscirà il secondo album. Sono soddisfatta. Dobbiamo cercare di sopravvivere con quello che sappiamo fare e la soddisfazione sta proprio nel poterlo fare»

 

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