COoffice – uno spazio polivalente

COoffice – uno spazio polivalente

di David Colzi. Foto: Serena Falli

giugno 2018

Come tutti ben sappiamo, i piccoli paesi, rispetto alle città, fanno sempre fatica a recepire le novità che vengono da fuori, peggio ancora se provengono dall’estero con i loro nomi “stranieri”. E’ il caso del coworking, termine e materia che ci apprestiamo a dipanare per voi, cari lettori, avendo a disposizione un esempio nostrano. Innanzitutto con questo termine si intende un locale arredato e messo a disposizione di professionisti che necessitano di avere un posto di lavoro fisso oppure occasionale. Attenzione però, non siamo nell’ambito dell’affitto o subaffitto, perché in questo tipo di impresa la parola d’ordine è “condivisione”, e non solo di spazi, ma soprattutto di idee ed esperienze. Naturalmente queste realtà sono particolarmente apprezzate da coloro che non dispongono di un proprio ufficio, oppure da giovani professionisti, visto il sensibile risparmio delle spese che va fino al 50%, dato che nel pacchetto di affitto sono compresi servizi quali luce elettrica, connessione internet Wifi, domicilio postale e via di seguito.

Apprese queste poche nozioni di base, ci caliamo nella nostra realtà, portando alla vostra attenzione l’esperienza di COoffice, nato da un’idea di Guido Del Fante, il cui nome mette assieme le parole “coworking” e “office”. Si tratta di uno stabile attrezzato in via della libertà, dove al suo interno ci sono vari spazi, ciascuno con il proprio nome che ne identifica la funzione: Coarea, dove ci sono uffici condivisi e non, Comeeting cioè la stanza ufficio ad ore adibita all’occorrenza a sala riunioni, Corelax ovvero la zona accoglienza – reception e Cogreen, la terrazza dove ci si può rilassare, oppure lavorare. Il coworking aglianese segue la linea della polifunzionalità, offrendo i suoi spazi non solo ai professionisti, ma anche ad associazioni, oppure a privati che vogliono organizzare corsi o riunioni, fino ad arrivare agli studenti che cercano uno spazio dove studiare o fare ricerca. Per capire le molteplici possibilità di questo spazio, basta pensare all’area Comeeting, dove, all’occorrenza, vengono messi banchi tipo scuola e si tengono lezioni, come quelle d’inglese. Addirittura c’è chi ha chiesto la disponibilità per realizzare una mostra d’arte nei locali dello stabile.

Ma chi sono i “clienti” di COoffice? «I professionisti qui da noi sono variegati:» ci dice Guido Del Fante «si va dalla psicologa, al consulente informatico, al geometra… e c’è chi semplicemente si fa recapitare la posta».

Di coworking se ne trovano a Pistoia, Prato e Firenze: perché metterne uno ad Agliana? «Prima di tutto, perché a differenza di altri spazi simili, qui da noi si può arrivare tranquillamente in macchina senza subire lo stress del traffico della città, oppure senza il bisogno di prendere mezzi pubblici. La gente che lavora e va di fretta, apprezza certe comodità».

Quando hai inaugurato nel 2017, quali obiettivi ti eri posto?«Il mio intento era quello di creare qualcosa per tutti, senza focalizzarmi su una sola categoria di persone, come avrai capito guardandoti intorno. Ti dirò di più: non volevo neanche essere il solo padrone di casa, infatti ogni persona ha il proprio badge e può entrare quando vuole. Naturalmente io tengo tutto sotto controllo dal mio smartphone che mi informa, ad esempio, se la persona è autorizzata ad entrare».

Si può davvero entrare a qualunque ora?«Certo! Alcuni professionisti vengono addirittura nel loro ufficio alle 3 di notte».

Guardando altri coworking in Italia, tipo a Milano, si nota che all’interno ci sono bar o ristoranti… «Anche io ho ricevuto alcune offerte da persone che volevano aprire un bar qui, sostituendosi all’area relax» dice sorridendo Guido. «D’altronde di cose da fare per migliorarsi ce ne sono, tipo realizzare nuovi uffici. Ma io vado cauto, un passo alla volta».

Quindi per ora sei soddisfatto. «Sì. Sinceramente questa esperienza sta andando bene: l’unica cosa che auspico per il futuro è che sempre più giovani vengano al COoffice, anche solo per studiare, come fanno alcuni che arrivano qui di sabato o domenica, quando l’ambiente è più tranquillo».

Chi ti ha sostenuto in questo progetto? «Nicole Nesti che ha seguito la parte branding, riuscendo a dare un’immagine alla mia idea. Poi Serena Falli che si è occupata delle foto e naturalmente la mia famiglia che ha creduto nella mia idea» conclude Guido Del Fante.

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