Edy Biancalani – la medicina come vocazione

Edy Biancalani – la medicina come vocazione

di Serena Michelozzi

dicembre 2022

Fare il medico è una vocazione, una vera e propria scelta di vita che la nostra dottoressa aglianese, Edy Biancalani, ha fatto propria sin da giovanissima ascoltando il proprio sentire. La sua passione per la medicina e la sua attenzione verso il benessere altrui hanno fatto sì che raggiungesse i traguardi prefissati, nonostante le difficoltà incontrate durante il percorso. Da studentessa lavoratrice, interessata inizialmente alla specialità di anestesia, decide alla fine di lavorare in ortopedia. Più precisamente si Laurea in Medicina e Chirurgia nel 2005 presso l’Università degli Studi di Firenze e, in seguito a molteplici esperienze come medico in forza allo staff di Villa Maria a Pistoia, nel 2012 consegue la specializzazione in Ortopedia e Traumatologia presso la scuola di specializzazione di Ortopedia e Traumatologia al C.T.O. Careggi, Università di Firenze. Nel suo percorso di specializzazione Edy ha avuto l’onore di lavorare al fianco di importanti Professori e di fare varie esperienze lavorative a livello europeo. Attualmente esercita su Agliana, Quarrata e Prato ed è dirigente medico presso traumatologia ed ortopedia dell’Ospedale di Careggi al CTO, nonché segretario regionale area toscana de l’Associazione O.T.O.D.I. (Ortopedici Traumatologi Ospedalieri d’Italia). Si occupa inoltre di chirurgia robotica applicata alle protesi o agli esiti di trauma, che, effettuata appunto attraverso un braccio robotico, consente una pianificazione estremamente precisa delle protesi su immagini TC.

«Voglio molto bene ai miei pazienti. Loro mi definiscono un medico atipico, nel senso che di loro conosco tutto: la loro storia personale, la sfera familiare, ecc. Cerco di sapere il più possibile su di loro perché nel momento in cui accolgo un paziente, voglio che sia tutelato e cerco dunque di creare un rapporto di fiducia. I miei pazienti devono essere convinti di affidarsi a me, sentirsi sicuri e in buone mani» ci racconta Edy, che nel lavoro da tutta sé stessa, così come nella vita privata, nel ruolo di madre e compagna.

Ci confessa come non sia facile essere madre e al contempo medico impegnato a trecentossessanta gradi, soprattutto quando suo figlio Lorenzo era molto piccolo. Tuttavia, grazie all’insostituibile aiuto della nonna-tata Cinzia, la nostra dottoressa è riuscita a coniugare vita privata e professionale. «Lorenzo è cresciuto velocemente: il prossimo anno andrà alle superiori. Da grande vorrebbe fare il biomedico…chissà! Se è la strada che vuole perseguire, lo sosterrò in ogni suo passo».

L’impegno costante che Edy dedica alla medicina è stato ancor più intenso durante l’emergenza pandemica, in quanto in quel periodo il CTO e il DEAS, hanno accolto sia tutti i fratturati “non Covid” dell’Italia centrale, che i pazienti Covid ricoverati sempre per traumi o fratture in una apposita sala. «Tuttavia, nonostante il picco di lavoro importantissimo, l’aver avuto all’interno dell’ospedale una sorta di area “distaccata” dedicata ai pazienti non contagiati dal virus, ha fatto sì che nel reparto di ortopedia si respirasse ancora una sorta di “aria di normalità” e che i ricoverati non contagiati, non si sentissero isolati o abbandonati solo perché in quel momento l’attenzione maggiore era rivolta a fronteggiare l’emergenza in corso. Invece, davanti ai casi Covid, io e miei colleghi, se pur inizialmente disarmati, abbiamo cercato di lavorare al meglio, assistendo il paziente non solo dal lato della malattia, ma anche da quello morale ed emotivo» conclude la nostra dottoressa aglianese.

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