Federico Moccia – il talento della scrittura ritrovato per caso

Federico Moccia – il talento della scrittura ritrovato per caso

di Marco Bagnoli

settembre 2023

Ale Vulcano Ph

Henri Matisse scoprì il suo talento artistico per caso, una volta che fu costretto a letto da un’appendicite. Prese e si mise a dipingere, per vincer la noia. E per Federico Moccia le cose non sono andate molto diversamente. Lui nella vita fa tutt’altro, ma appena un anno fa è inciampato in una buca nell’orto, e si è lesionato il tendine del ginocchio sinistro. Obbligato pure lui a riposo forzato, decise di dedicarsi al passatempo che proprio in quel periodo era riaffiorato quasi per caso: la scrittura. Federico è sempre stato bravo a italiano, e infatti la matematica era un po’ il suo punto debole. Scriveva dei bei temi, e il tema della maturità venne fatto girare per le classi. Una bella soddisfazione, certo. Negli anni si è poi dedicato alla stesura di qualche racconto, di qualche testo di canzone, ma niente che uscisse dal famigerato cassetto di camera. Che guarda un po’, alle volte è proprio quello dove si chiudono anche i sogni.

E l’estate scorsa la voglia di scrivere è tornata. Si sarà sentito attorniato dagli spiriti dei suoi autori preferiti – da Italo Calvino a Daniel Defoe, fino a Stephen King. I suoi racconti filano così bene che non solo gli amici gli hanno fatto i complimenti, ma lo scorso maggio Federico era addirittura al Salone del libro di Torino a firmare le copie di un libro. Ma non è ancora un libro suo, si trattava di una raccolta di racconti e poesie a cura di Enrica Mossetti, “FIERA-MENTE Raccontiamo”: ottanta autori selezionati tra novecento candidati. Il libro suo esce tra poco, intorno la fine dell’anno, giusto dopo il suo compleanno, che cade alla fine di novembre. S’intitola “Racconti imperfetti” (Youcanprint, 2022), e se tutto va bene potrebbe essere il miracolo di Natale – o per lo meno un regalone da mettere sotto l’albero.

La vera magia arriverà però nel 2024: dopo cinquanta racconti brevi, e brevissimi, Federico si metterà al cospetto del suo primo romanzo. È già scritto, perlomeno nella sua testa, e sa già che sarà bello. Ci impiegherà dei mesi a scriverlo, seguendo la sua routine di una mezz’ora quotidiana, o forse impegnandosi per diverse ore tutte di fila. Per coltivare questo suo indubbio talento Federico si serve della rete, che ti consente di seguire corsi di scrittura creativa con professionisti competenti: uno di questi è sicuramente Shaun Levin, di Madrid, insegnante di scrittura e a sua volta scrittore, che ti spiega come fare un racconto; e anche Emily Barr, inglese, scrittrice di viaggi. E poi, asso nella manica, il signor Emme dispone anche di una rete personale di lettori “seri” ed editor qualificati, che lo leggono e lo sanno consigliare, come ad esempio Stefania Crepaldi, autrice ed editor.

Federico, per sfuggire all’omonimia che aleggia su tutti noi, tre metri sopra il cielo, ha adottato uno pseudonimo, “Federico Emme”, appunto. Anzi, gli pseudonimi sono due, perché come “Federico Emme” firma le storie per bambini, mentre come “Federico Moss” si dedica ad atmosfere più da grandi. E grazie alla grande distribuzione, i suoi libri sono tradotti e venduti perfino in Australia. Cercatelo, anzi, cercateli, questi due autori giovani e promettenti, Federico e Federico. Per i ragazzini ha scritto “Aiuto mi si è rotta la cloche” (Youcanprint, 2022), una storia da ridere da portarsi sotto l’ombrellone. Per quelli più cresciuti ha invece esplorato atmosfere più scure, al limite del thriller: “Sette piccoli racconti avvolti nella nebbia” (pubblicato in proprio), uscito però a firma di Federico Moccia. Cose che hanno fatto dire agli amici lettori “non credevo che tu fossi così”. Anzi, c’è perfino chi lo ha quasi rimproverato: “ma te non sei così, te sei un tipo solare, questo racconto non puoi averlo scritto te”. E invece sì. Col suo lavoro di agente di commercio è sempre in giro, e quindi guida, pensa e prende appunti. Ed è un grande osservatore, ci mancherebbe. Tra i suoi temi non poteva mancare la disabilità, un’esperienza che si è trovato ad affrontare. In mezz’ora scrive dieci pagine, ma spesso gliene basta una per scolpire un’intera vicenda.

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