Appunti di redazione

Appunti di redazione

di Giancarlo Zampini

novembre 2011

Siamo quasi a Natale…auguri, questo è il III° numero di Noidiqua. Sembra ieri quando arrivammo nelle vostre case in punta di piedi, con un po’ di timore, ottimisti visto i buoni risultati ottenuti con l’edizione di Quarrata, ma anche per la squadra di collaboratori di valore come Giacono Bini e Piera Salvi. Tante cose sono cambiate in questi mesi, non solo nella Piana Pistoiese ma in tutta Italia, per questo mi trovo costretto ad affrontare temi che mai avrei voluto: mi riferisco alla crisi economica che attraversa il nostro paese. Proprio mentre scrivo, Berlusconi è caduto, Mario Monti ricopre l’incarico di primo ministro alla guida di un nuovo governo tecnico, niente elezioni quindi. Noi entriamo con la nostra pubblicazione in tutte le famiglie, a cui va il nostro pensiero perché, come sempre accade, saranno loro a pagare il prezzo più alto di questa crisi portata avanti ed alimentata da politici, banchieri e speculatori, non da muratori, falegnami, tessitori, contadini, ecc. Per questo sarà un Natale fra i più grigi degli ultimi anni, nelle famiglie….normali, figuriamoci dove ci sono padri o madri a cassa integrazione, uno o più figli disoccupati, anziani con la pensione al minimo, spesso anche malati. Purtroppo sarà un Natale grigio anche per le famiglie monoreddito, quelle che prima dell’euro potevano vantare un certo benessere, dove entrava un paio di milioni al mese. Dal 2001 queste famiglie sono diventate povere, il cambio della moneta ha dimezzato il valore, con 1000 euro una famiglia non può vivere dignitosamente, deve rinunciare a molte cose, difficile rimanere nella soglia della dignità.

Ma c’è anche un altro problema, quello dell’occupazione giovanile, i nostri figli trovano lavoro con difficoltà, andranno in pensione a 70 anni con qualche spicciolo, avranno un futuro nero come la pece se le cose non cambiano. Ma voi gente con i capelli bianchi, di Montale, Agliana, lo capite bene, avete vissuto il famoso “miracolo economico” degli anni 60, un periodo dove si poteva cambiare lavoro una volta al mese tanta era l’offerta, ma ancora di più erano quelli che mettevano in piedi un’azienda artigiana di maglieria o tessile non faceva differenza. C’èra la voglia e la possibilità di fare impresa, pochi diritti, ma anche pochi doveri, 12 e più ore al giorno di lavoro, in molti si sono costruiti una casa lavorando alla Domenica facendo il manovale all’amico o parente muratore. Ma oggi chi è quel pazzo che mette in piedi un’azienda? Non fai a tempo ad aprire che sei sommerso di spese, tasse ed adempimenti. Ma se le aziende non nascono chi crea i posti di lavoro? Certamente no lo stato, considerato che abbiamo troppi dipendenti pubblici e le aziende di cui fa parte, vedi Le Poste, Ferrovie, ecc, fanno acqua da tutte le parti!

Allora cari amici, “Buon Natale”, da una rivista che non pagate nemmeno un centesimo grazie agli inserzionisti pubblicitari, da un editore come Massimo Cappelli che è contento quando non ci rimette, da una squadra che nel quotidiano si guadagna da vivere con un altro lavoro.

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