Paolo Palandri – Barbiere e pittore

Paolo Palandri – Barbiere e pittore

di Marco Bagnoli

novembre 2011

Per dare un taglio alla noia, Domenica siamo andati dal barbiere; non c’era nemmeno tanto da aspettare, anzi era lui che aspettava noi! Così siamo entrati a parlare di pittura. Il negozio in via Matteotti di Paolo Palandri, sembra il ripostiglio di un prestigiatore, pieno di cose da guardare e poi da osservare un’altra volta, perché niente è come sembra; un po’ come la doppia vita di un supereroe, o di un agente segreto – meglio ancora di una specie di inventore d’altri tempi, perché la cosa che cerchi qui, ce la puoi trovare di sicuro. I divanetti imbottiti e i flaconi profumati, si giocano la partita, circondati dai tanti occhi curiosi e scalmanati delle figure e dei paesaggi appollaiati sulle pareti, per non parlare delle composizioni astratte, che si agitano mute.

Paolo ha cominciato a lavorare in questa bottega che aveva dieci anni, perché era il suo babbo che faceva il barbiere; ma lui aveva altre robe per la testa, per questo ha studiato disegno industriale all’Istituto d’arte Petrocchi, a Pistoia. Dopo due anni di cartellonistica e fotografia pubblicitaria all’istituto di Porta romana di Firenze si è poi risolto a riprendere in mano le forbici – senza tuttavia abbandonare il pennello: la passione per il colore lo ha tenuto felicemente invischiato assieme ai suoi amici per tanti anni. Dal 1983 fino al duemila la parola d’ordine è pittura estemporanea; queste competizioni tra pittori tenutesi presso varie località dove ti viene timbrata la tela al mattino, la riconsegni nel pomeriggio e la sera poi c’è la premiazione.

E di premi Paolo ne ha vinti tanti; con gli estemporanei è stato a Pistoia, Candeglia, Montemagno – solo a Gavinana ha vinto due-tre volte. Nel frattempo è stato campione italiano di trucco, e fino agli anni novanta truccatore della compagnia Paglietti al Metastasio di Prato. Dipingere ha sempre dipinto in casa, tranne un paio d’anni all’interno di uno studio che aveva affittato, ma quelli sono soldi, bisognerebbe venderli poi i quadri e allora uno se ne torna a casa e continua a dipingere per sé, che poi è la cosa più importante. Comunque espone. In giro, in Toscana, oppure qui a San Piero, alla farmacia del Nucci – anche sulle scale del Comune, ve ne ricorderete; la prossima si terrà proprio alla farmacia, da Sabato 3 dicembre fino a metà gennaio, quindi fatevi avanti – condividendo lo spazio col fotografo Cristian Martini.

A questo punto ci porta in casa sua. C’è il cagnetto, Venerdì, un trovatello – trovato di Venerdì, appunto – e la solita confusione di cui ci scusiamo sempre tutti, ma che stavolta è un piacere per gli occhi: nudi, ritratti, vedute, astratti – e poi una generosa cascatella di coppe premio. Paolo inclina per noi le tele e ci mostra i suoi esperimenti col tonachino, tipo quello che si usa per gli affreschi, le volute spumose del polistirolo spray, le vernici dorate; ci sono alcune sue sculture e una testa barbuta e scarmigliata dalle pedalate controvento che quasi fa il paio con la sua, in terracotta, trionfante in alto sulla poltrona girevole. E anche la vita gira, sembra una modella di poca pazienza, così anche le sue figliole, che a dipingere sarebbero brave, nella loro vita fanno tutt’altro – ma del resto ciascuno deve fare quello che gli va di fare. <<Ed è giusto, perché faccio così anche io>> dice lui.

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