Sandra Bucciantini – dalla parte delle donne

Sandra Bucciantini – dalla parte delle donne

di Piera Salvi. Foto: Adriano Tesi

dicembre 2015

La dottoressa Sandra Bucciantini è da sempre in prima linea al fianco delle donne. Nel 1978, con l’entrata in vigore della legge 194 (per la procreazione cosciente e responsabile che, nei casi previsti, consente l’interruzione della gravidanza) fu tra i fondatori (con altre figure professionali) dei consultori di Agliana, Quarrata e Montale e fino al 1991 ricoprì l’incarico di responsabile del servizio ginecologia nei consultori dei tre comuni. «Quello dei consultori fu un progetto pilota, tra i primi in provincia di Pistoia» ricorda.

Aglianese, laureata nel 1975 in medicina e chirurgia e specializzata in ostetricia e ginecologia nel 1980, dal 1992 è entrata in ruolo nel dipartimento di ostetricia e ginecologia di Careggi ed è professoressa a contratto per ostetricia e ginecologia all’Università di Firenze. Dal 2011, Bucciantini è direttore del “Servizio operativo dipartimentale semplice di ginecologia dell’infanzia e adolescenza” e, contemporaneamente, responsabile del “Centro regionale riferimento violenza” (Crrv), dunque in prima linea anche come supporto delle vittime (adulte e minori) di violenza e abusi. Il centro fu fondato nel 1992 a Firenze da Vincenzina Bruni, professore ordinario di ostetricia e ginecologia all’Università di Firenze e direttore del servizio di ginecologia dell’infanzia e adolescenza all’ospedale di Careggi. Era il primo centro in Italia contro l’abuso e la violenza su donne adulte e minori ed è stato diretto dalla professoressa Bruni fino al pensionamento. Il riconoscimento di Centro di riferimento regionale è del 1999.

L’attività del centro ha avuto, nel 2013 e nel 2014, il massimo riconoscimento (tre bollini rosa) attribuiti dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, consegnati alla responsabile, Sandra Bucciantini, nel 2013 a Palazzo Chigi e nel 2014 alla Casa dei diritti di Milano. Il riconoscimento è stato assegnato per la rilevanza del servizio a livello regionale e per il contributo nel migliorare la gestione della donna vittima di violenza sessuale, dal punto di vista clinico, psicologico e sociale, garantendo un’efficiente presa in carico del paziente in pronto soccorso e assicurando la continuità assistenziale sul territorio. «La violenza c’è sempre stata» spiega Bucciantini, «solo che negli anni più recenti le donne sono più consapevoli del loro valore e denunciano di più. Le strutture che si sono create sono di aiuto e sono state fatte campagne regionali e nazionali. Le donne hanno bisogno soprattutto del coraggio di rivolgersi ai centri specifici per denunciare; per esempio al Codice rosa, progetto di cui il Crrv fa parte dal 2012, che mira ad assicurare la massima tutela alle fasce deboli vittime di violenza. Però non devono essere lasciate sole, ci deve essere una rete territoriale di supporto che le aiuti. La nostra società ha fatto tanto, anche con i finanziamenti istituiti da Regione e Stato, ma non è sufficiente per la tutela e il supporto».

Qual è il miglior metodo operativo per aiutare una donna che subisce abusi o violenze? «L’accoglienza è fondamentale, per mettere la paziente a suo agio. Per questo è garantito un ambiente protetto, riservato e anonimo, denominato “la stanza rosa” che ora è in tutti gli ospedali. E’ importantissimo l’atteggiamento degli operatori, che deve essere rassicurante, disponibile all’ascolto, non frettoloso e non giudicante. Gli operatori sono tutti adeguatamente formati. Le procedure sono ormai codificate e la cartella stessa per le violenze rispetta la procedura in modo scrupoloso. Alla donna si devono sempre offrire spiegazioni su tutto l’iter della visita, dopo il consenso informato. Le donne vengono indirizzate a seconda del caso. Abbiamo collaborazioni con il reparto di neuropsichiatria infantile per le minori e neuropsichiatria per le adulte. Se necessario vengono indirizzate ai centri antiviolenza sul territorio».

Come responsabile del Crrv lei tiene anche contatti costanti con Procura, Questura, Regione e Comune di Firenze. Il suo lavoro è molto impegnativo e lei lo svolge con grande passione, ma quali sono i suoi interessi nel tempo libero? «Ho diversi interessi, cinema, teatro, lettura, ma poco tempo per coltivarli».

 

Dal 1992 al 2014 sono 822 i casi trattati dal Crrv, di cui 602 riferiti a donne adulte, 142 a minori da zero a 13 anni e 78 nella fascia di età 14-17 anni. Nel 77% dei casi si tratta di donne europee (di cui 406 italiane), ma le afferenti provengono da tutti i continenti. Sotto i 14 anni si registrano 111 casi di minori italiane e 31 straniere; fra i 14 e i 17 anni le italiane sono 41 e le straniere 37. «Il picco di accessi» spiega la dottoressa Bucciantini «si è registrato nel 2007, con 45 donne adulte e 26 minori»Il Crrv si occupa anche di risalire al sospetto abusante. In più dell’8% dei casi i dati non sono pervenuti; nel 36% il sospetto abusante è sconosciuto, ma nel 40% dei casi è conosciuto e nel 15% è un familiare, percentuale che sale al 35,2% negli abusi su minori e addirittura al 79,2% se consideriamo solo la fascia di età fino 13 anni.

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