Lauro Bartolini – fra scultura e volontario

Lauro Bartolini – fra scultura e volontario

di Piera Salvi

dicembre 2022

«Non sono uno scultore, ma un appassionato artigiano che cerca di far rivivere scarti di lavorazione del legno e pezzi di riciclo».

E’ così che preferisce definirsi Lauro Bartolini che è, comunque, un artista del legno. Divide le sue giornate tra il volontariato, come segretario dell’associazione Auser di Agliana e quella stupenda arte che riesce a creare un’infinità di oggetti in legno. Dai presepi, ai portachiavi, soprammobili e mobili, quadri e oggetti per bambini e perfino i rompicapo. «E’ una sfida che lancio soprattutto a chi risolve i rompicapo al computer» dice, «come un invito a mettersi in gioco manualmente». Come ogni anno, nel periodo che precede il Natale si dedica in particolare a realizzare presepi. «Cerco pezzi di corteccia nei boschi» racconta «mentre con i legni più duri realizzo i personaggi. I legni duri sono quelli che si lavorano meglio. Tra i miei lavori, quelli che amo di più sono quelli più impegnativi, come l’intarsio». Ci mostra una bella immagine del Volto di Cristo e l’Abbraccio d’amore: l’abbraccio di un uomo e una donna che forma un doppio cuore, realizzato in noce nazionale chiaro e scuro. Il gioco del legno ha un effetto tridimensionale su un’opera che può essere utilizzata come piano per un tavolino o appesa al muro come un quadro.

Come è nata la passione per la lavorazione del legno?

«L’ho ereditata da mio padre che era un restauratore di mobili antichi» confessa. «Io lo aiutavo e mi piaceva. Quando sono andato in pensione, nel 2013, visto che avevo ancora in casa gli attrezzi, mi sono dedicato a questa attività».

Una passione che ha portato Lauro a realizzare due sculture raffiguranti “Il ciclista della Coppa Diddi” che per la 74° edizione della Coppa Dino Diddi di Agliana, sono state consegnate in omaggio alla famiglia di Franco Ballerini (compianto campione e Ct della Nazionale italiana di ciclismo) e a Francesco Moser, il mitico “Sceriffo” che risulta il campione delle due ruote che vanta il maggior numero di successi. Due omaggi nati dalla creatività e dall’abilità di Bartolini, per due grandi campioni del pedale. Il nostro artista è un perito agrario che inizialmente ha lavorato in noti vivai della zona: al Garden Zelari e poi da Rose Barni. «Mi occupavo di brevetti internazionali» racconta. «Poi entrai in comune a Montale, prima come pulminista, poi impiegato e segretario del sindaco, fino a passare nelle varie aziende partecipate: Amag, poi Cis e infine Estra, dove ho concluso la carriera come addetto al recupero crediti».

Parliamo adesso di volontariato, anche questo un impegno a cui Bartolini si dedica da quando è in pensione. «Ho cominciato nello Spi-Cgil» riferisce «poi sono entrato in Auser, inizialmente come volontario nelle varie attività, successivamente con l’incarico di segretario contabile. Ho dato la massima disponibilità ma con orari flessibili, anche perché lavoro molto dal computer di casa. Con la presidente, Patrizia Esposito, mi occupo anche dell’organizzazione di gite per i soci».

Quali sono le maggiori necessità che gli anziani manifestano all’Auser?

«Il nostro impegno è rivolto soprattutto ad aiutare gli anziani a uscire di casa e a favorire la loro socializzazione, ma anche aiutarli nelle loro necessità quotidiane come andare a fare la spesa, dal dottore e altro, attraverso il servizio di trasporto attivato nei mesi scorsi con un nostro mezzo e grazie alla disponibilità di molti nostri volontari. Sono cose banali ma per chi riceve il servizio sono molto importanti».

Ma l’impegno dell’Auser non è rivolto solo agli anziani, vi occupate anche dei bambini?

«Abbiamo due convenzioni con il Comune: una per il servizio nonni vigili all’entrata e all’uscita delle scuole, l’altra per la sorveglianza dei bambini sui pulmini, ma anche per bambini con leggere disabilità che vanno a scuola in altri Comuni: noi facciamo il trasporto individuale con mezzi del Comune».

Volontariato e arte rendono la vita migliore?

«Sì, mi tengono molto impegnato e mi fanno sentire utile. Per quanto mi riguarda non mi sento una persona speciale ma uno come tanti che dedica un po’ del suo tempo a cercare di aiutare gli altri».

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