Restaurata lapide in piazza del Comune

Restaurata lapide in piazza del Comune

di Piera Salvi

giugno 2019

Cerimonia toccante, la mattina del 13 aprile in piazza della Resistenza, con il picchetto d’onore del 183° reggimento paracadutisti Nembo della caserma Marini di Pistoia e della polizia municipale in alta uniforme, una rappresentanza dell’Associazione italiana carabinieri e la banda I Tigrotti, diretta dal maestro David Micheloni. Erano presenti la giunta e alcuni consiglieri comunali.

La suggestiva cerimonia era per l’inaugurazione del restauro della lapide posta sulla facciata dell’antico palazzo comunale, dove sono incisi i nomi di 86 aglianesi morti nel primo conflitto mondiale. L’ex sindaco Giacomo Mangoni ha scoperto la lapide, don Paolo Tofani l’ha benedetta, pregando per le vittime, esortando alla pace, alla tolleranza e alla giustizia. «Abbiamo restituito alla collettività la memoria del tributo di sangue versato dai nostri concittadini» ha detto Mangoni, ricordando che gli 86 caduti di Agliana, che all’epoca della Grande guerra contava circa seimila abitanti, furono un pesante contributo per la collettività.

Il restauro è stato condotto dalla ditta Piacenti Restauri e curato dall’architetto aglianese Maria Laura Bucciantini. L’intervento è stato possibile anche grazie ad un finanziamento della Regione Toscana. La lapide venne commissionata dall’Associazione combattenti e reduci e fu inizialmente collocata sulla facciata laterale della Compagnia della chiesa di San Piero, in piazzetta delle Erbe. Da una ricostruzione storico tecnica dell’architetto Bucciantini, risulta che il trasferimento della lapide sulla facciata del municipio venne deliberato dal consiglio comunale di Agliana il 7 maggio 1925. Nella delibera si espone la necessità di trasferire la targa sulla facciata del palazzo comunale, perché l’edificio non era ancora finito quando la lapide venne inaugurata. L’edificio risulta, infatti, inaugurato nel 1923 con i lavori non del tutto completati. Il trasferimento fu effettuato dal locale Fascio di combattimento e la lapide, nella collocazione definitiva, venne inaugurata domenica 15 giugno 1925. La targa è in marmo bardiglio. In alto, una figura femminile che simboleggia l’Italia regge nella mano destra una bandiera e nella sinistra una corona di foglie di quercia e alloro sotto la quale compaiono un elmetto e un cannone. In passato, si legge ancora nella relazione dell’architetto Bucciantini, erano incisi anche i simboli del regime fascista, che furono scalpellati dopo il 1944.

L’iscrizione della prima lista di caduti riporta queste parole: «Perché siano ricordati e benedetti. Qui incisi risplendano in gloria i nomi dei figli della terra del Comune di Agliana offerti in olocausto per la libertà. Grande madre Italia». La porzione in basso della stele, alla memoria di Mario Pastacaldi (caduto in Africa Orientale, nella guerra d’Etiopia) fu aggiunta dopo il 1935. Nell’incisione compare la scritta: «Caduto in A. O. per la grandezza della patria». Nel 1937 fu aggiunta un’artistica lampada votiva in ferro battuto, andata purtroppo perduta negli anni Cinquanta del Novecento.

Il restauro, oltre a riportare alla luce i nomi dei concittadini caduti nella Grande guerra che il tempo aveva quasi definitivamente cancellato, ha restituito ad Agliana un pezzo della sua storia e per le famiglie che hanno fra i propri avi qualcuno con un nome su quella lapide, il ricordo di un loro caro torna ad essere visibile, quale patrimonio della memoria e della pietà dell’intera comunità aglianese. E, forse, anche chi tante volte è passato davanti a quella lapide senza nemmeno vederla, può alzare lo sguardo e rivolgere un pensiero agli 86 aglianesi che hanno perso la vita in guerra.

 

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