Generazione DAD

Generazione DAD

di Giacomo Bini

marzo 2021

Si discute molto di scuola in tempo di pandemia. Non vogliamo entrare nella disputa su apertura o non apertura. Pensiamo che in ogni caso la salute abbia sempre la priorità.

Ma ci sembra giusta, invece di parlare dall’esterno, dare voce a chi la scuola la vive dall’interno, cioè gli studenti. Per questo abbiamo pensato di ospitare una interessante testimonianza sulla pandemia e sulla didattica a distanza offerta dagli studenti di una scuola superiore. La classe è la 4°AL del liceo linguistico Copernico di Prato, ma crediamo che possa rappresentare bene gli stati d’animo degli studenti e degli adolescenti di tutte le scuole superiori. Questa testimonianza è stata realizzata attraverso un video dal titolo La DAD riempie ma non nutre, visibile su Youtube. Noi abbiamo estratto dal video i soli testi e ne è venuto fuori un risultato a nostro parere interessante. Una sorta di canzone rap, un canto in prosa, che è altrettanto espressivo delle dichiarazioni nel video. Anzi, forse di più, perché assume una aspetto più corale, come se questa classe fosse il coro di una tragedia greca. E il coro delle tragedie ha la funzione di rivelare le verità più profonde e più scomode.

FASE 1: L’inizio della Didattica A Distanza (DAD)

Ho più tempo per me, posso giocare col mio cane, finalmente posso finire quella serie TV, posso anche prepararmi meglio all’esame di inglese, niente scuola, posso dormire di più, finalmente un po’ di pausa, non ho lezione, posso giocare alla play, non m’interrogano, vacanza, i miei compagni mi suggeriscono, posso stare al telefono, posso svegliarmi dieci minuti prima, leggo, cucino con la mia mamma, posso copiare, posso rimettermi in pari, musica in loop.

FASE 2: la DAD dopo alcuni mesi

Forse è più seria di quanto pensassi, non vedrò più i miei compagni, sta diventando pesante, voglio uscire, smetti di piangere, spengo la telecamera, sto a casa tutto il giorno, urlo, nessuno mi ascolta, sto sul letto tutto il giorno, per favore fatemi uscire, non faccio altro che studiare, mi annoio, studio, mi manchi, non sono più quello di prima, non ho potuto vedere mia nonna, tutti i giorni sono uguali, sembrava semplice, non sprecare tempo, studia, non ce la faccio più, sorridi, smetti di piangere, all’inizio era facile, piango.

Conclusione

Non ci sembra vero, il tempo scorre ma noi rimaniamo fermi, rinchiusi nella nostra bolla. Fuori cadono le foglie, poi spuntano i fiori, ma non ce ne siamo resi conto. Il sole continua a sostituirsi alla luna, la luce al buio, ma per noi il mondo si è fermato. Guardandoci allo specchio ci vediamo diversi, cresciuti, eppure dentro di noi persiste solo una grande monotonia. Credono che sia stato facile? Non è così. La scuola è stata la nostra ancora di salvezza, allo stesso tempo un macigno opprimente sulle nostre spalle. E’ diventata un’ossessione. Ci siamo sentiti soffocare dalle mille aspettative e consegne da rispettare. Non esisteva altro. Non abbiamo potuto viaggiare, guardare le stelle, uscire con gli amici, innamorarci, stare coi nonni, sbagliare, andare a ballare, vivere la nostra adolescenza. Sono gli anni migliori della nostra vita e ci sono stati strappati via. Sono volati col vento e siamo certi che non torneranno.

Scrivi un commento

Per pubblicare un commento devi primaautenticarti.

Social Network

facebook

 
Help & FAQ

Se ti occorre aiuto consulta le "domande frequenti (FAQ)"
Frequently Asked Questions (FAQ) »

Contatti

Telefono: + 0573.700063
Fax: + 0573.718216
Email: redazione@noidiqua.it