Appunti di redazione

Appunti di redazione

di Giacomo Bini

dicembre 2014

«Vorrei prendere il treno» è il semplice ma irrealizzabile desiderio del 22enne studente di Cerreto Guidi Jacopo Melio che ha lanciato una campagna sui social network, raccogliendo migliaia di adesioni, sulla difficoltà dei disabili in sedia a rotelle quando cercano di usufruire dei mezzi pubblici.

Anche nella nostra piana, sono tante le persone che come Jacopo vengono discriminate ingiustamente dagli ostacoli che incontrano a muoversi con la sedia a rotelle. Per prendere il treno, per esempio, si deve avvertire il giorno prima Trenitalia indicando l’orario e la stazione di partenza in modo che venga messo a disposizione un elevatore. Naturalmente occorre indicare anche l’orario del treno di ritorno. E guai a sbagliare o a fare tardi perché un altro treno non si è liberi di prenderlo. La facoltà di cambiare programma o di perdere il treno è riservata agli altri, a quelli che camminano con le loro gambe. L’alternativa alla procedura ufficiale è quella di farsi sollevare da qualcuno per superare i due o tre scalini necessari a salire.

Anche per prendere l’autobus la trafila è simile: bisogna prenotare perché l’azienda mandi il bus giusto, quello accessibile, e sperare che non ci siano disguidi sennò si resta a terra. «Sono stata a Londra» racconta Silvia di Montale «e lì andavo dappertutto senza alcun problema, usavo la metropolitana o altri mezzi pubblici, invece da noi la mobilità è negata». Come a Londra anche a Berlino e in altre città europee i disabili in carrozzina, da soli o sospinti da altri, salgono senza difficoltà sugli autobus, sui treni e sulle metropolitane, girano la città senza alcun disagio, perché gli ingressi nei mezzi pubblici sono allo stesso livello del marciapiede. Da noi invece il maledetto dislivello si incontra quasi sempre, salvo rare eccezioni, per salire sui mezzi pubblici.

E’ quello scalino il vero spread, quello che conta, perché misura la differenza di civiltà e di modernità tra noi e le più evolute città europee. Nei tre comuni di Montale, Agliana e Quarrata, si è aggiunto un altro disagio, come se non bastasse, per rendere la vita difficile a chi si muove in sedia a rotelle: è il sistema di raccolta porta a porta dei rifiuti, che prevede di invadere i marciapiedi con i bidoni e i sacchi che restano sul posto molte ore durante il giorno prima di essere prelevati. Quei contenitori di rifiuti ingombrano il passaggio a tutti i pedoni, ma rendono addirittura inaccessibili i marciapiedi ai disabili.

A questo inconveniente evidentemente non si è pensato al momento dell’organizzazione del servizio. Si direbbe che si fosse considerato alla stregua di un piccolo danno collaterale, senza tener conto che per qualcuno si tratta di una forma di esclusione. Per fare un passo avanti nella raccolta differenziata ne abbiamo fatto uno indietro nella tutela dei diritti dei disabili. Si spende per togliere le barriere negli edifici pubblici e si creano sulle pubbliche strade.

E non può certo valere la considerazione pessimistica che purtroppo molti marciapiedi sarebbero inaccessibili comunque, anche senza i contenitori dei rifiuti, a causa dei pali della luce messi male, oppure del fondo sconnesso e pieno di buche o delle insidie costituite dai vetri e dagli escrementi dei cani.

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