Il cinema di “Nocino”

Il cinema di “Nocino”

di David Colzi

Agosto 2012

Vincenzo Cecchi, è un nome che non farà scattare molti ricordi negli aglianesi con i capelli grigi, ma se scriviamo “Nocino”, siamo sicuri che le cose cambiano! Vincenzo, classe 1893, si era meritato questo soprannome da bambino, in quanto era particolarmente bravo al gioco del “nocino” appunto. Nel nostro paese divenne celebre, prima come esperto meccanico, maestro di molti giovani che poi si sono messi in proprio, poi come gestore di uno dei due cinema di Agliana (l’altro era il “Moderno”), collocato accanto alla chiesa di San Piero. <<Il cinema all’aperto e al chiuso, arrivarono nell’immediato dopoguerra>> precisa il nipote Giovanni <<entrambi erano in una proprietà della curia pistoiese, e presto divennero un appuntamento fisso nella vita degli aglianesi, fino ai primissimi anni ‘80>>. Così, dagli anni ‘50 al ‘70, l’epoca d’oro del cinema, l’arena di “Nocino” divenne un ritrovo per giovani e non, affollandosi di personaggi rimasti nella nostra storia.

Iniziando dai collaboratori, ve ne ricordiamo alcuni, come Luminello e il Caramelli, addetti, fra l’altro, a tenere acceso il lumino a carbone per poter vedere le immagini proiettate. <<Però talvolta si addormentavano>> ci rivela divertito Giovanni <<quindi capitava che d’improvviso andasse via l’immagine sullo schermo e rimanesse solo l’audio in sala. Allora il nonno doveva correre a riaccendere il lumino che aveva finito il carbone.>> Il Caramelli poi, si occupava anche delle bobine di proiezione, e la sua inclinazione alla pennichella provocava qualche intoppo in sala… <<Una volta il nonno andò a svegliarlo e lo trovò “sepolto” nella pellicola che nel frattempo era uscita dalla sua sede e si era sparsa ovunque. Dovettero stare fino alla cinque del mattino a riavvolgere il film a mano.>> Oltre a questo, è capitato che iniziasse a proiettare il film dal secondo tempo, lasciando così il pubblico a rumoreggiare in sala. A staccare i biglietti si trovava Lollo e talvolta lo stesso Vincenzo: <<Il nonno aveva sempre un occhio di riguardo per i giovani>> precisa Giovanni <<e se qualcuno non aveva abbastanza soldi per pagare il biglietto, lo faceva entrare ugualmente; era un finto burbero! Poi, non bisogna scordare Cirillo, il tuttofare, e mia nonna Ida.>>

Invece al banco dei chicchi c’era la Dina del Forti: celebri le sue paste con l’Alchermes. Alla biglietteria si trovava la nuora Fabiana (che ci ha gentilmente fornito le foto di questo articolo), che assieme al marito Spartaco, e al figlio Giovanni, sono sempre stati al fianco di Vincenzo, anche dopo l’apertura degli altri tre cinema, due a Firenze (Alfieri e Fiorello) e uno a Pescia (Splendor), che dagli anni ‘60 in poi, hanno fatto conoscere la famiglia Cecchi oltre i nostri confini. Ma tornando ai “personaggi”, oltre allo staff (molti fra i meno giovani si ricorderanno di Nocino che passava fra le sedie armato di bomboletta col Flit), c’erano anche quelli seduti in sala, come Bino, un ragazzo che si accomodava sempre nello stesso posto: prima sedia, settima fila e guai a chi gli fregava il posto! Quando invece venivano proiettati i film con i cowboy, in prima fila c’era Magnaccia, che si esaltava e gridava quando arrivava la cavalleria, o durante le scazzottate, e “Nocino” era costretto a redarguirlo perché disturbava. Poi c’era Labisciola, il pittore Scatizzi, la Mariuccia e altri ancora: la lista sarebbe interminabile, ma ci fermiamo qui. Per capire meglio il valore aggregante del cinema di allora, vi basti pensare che alcune persone passavano l’intera domenica dai Cecchi: arrivavano alle due per la prima proiezione al chiuso, con tanto di pranzo al sacco, e se ne andavano dopo quella delle undici all’aperto (almeno durante la bella stagione).

D’altronde non c’erano molti svaghi ad Agliana negli anni ‘50 e ‘60: e, tra uno spettacolo e l’altro, le persone potevano sedersi in una saletta appositamente attrezzata per la TV, perché non bisogna dimenticare che “Nocino” ha avuto una delle prime televisioni del paese, quando andava in onda “Lascia o Raddoppia?”. Come avrete capito, c’era sempre molta gente e “Nocino” teneva alto l’interesse del pubblico, girando in lungo e in largo tutta Agliana (e non solo), guidando la sua Fiat 600 Multipla a passo d’uomo, con sopra installato un megafono che invitava tutti a vedere la proiezione che si sarebbe tenuta quel giorno. Poi, il declino arrivò anche per quel mondo paesano: le biciclette che affollavano il posteggio da Sarzana, furono sostituite dalle auto, quindi la gente iniziò ad andare a Pistoia o a Firenze per vedere le prime, mentre le televisioni iniziarono a spuntare come funghi in tutte le case, diretta conseguenza del boom economico. La nostra storia si ferma al 1982, quando, all’età di ottantanove anni, Felice Innocenzio Vincenzo Cecchi se ne andò, lasciando in eredità a molti aglianesi i ricordi di un periodo irripetibile nella vita della nostra comunità.

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