Ovidio Sgatti – cuoco e memoria storica di Agliana

Ovidio Sgatti – cuoco e memoria storica di Agliana

di Piera Salvi

maggio 2012

Ovidio Sgatti, nato ad Agliana nel 1919, è stato per questo comune simbolo di buona cucina e memoria storica.

Il comune gli conferì i riconoscimenti di “cittadino benemerito” e “prezioso testimone della memoria storica aglianese”, rispettivamente nel 1997 (amministrazione Giunti) e nel 2000 (amministrazione Magnanensi). Nel 1950, Ovidio subentrò alla zia Isolina nella gestione della storica trattoria fondata nel 1885 e frequentata da celebri personaggi, come Curzio Malaparte (ghiotto di migliacci) e l’anarchico Gaetano Bresci (l’uccisore di re Umberto I). Dopo il ’50, frequentarono lo storico locale (segnalato nelle guide per la tipica cucina toscana), il presidente del Senato Marcello Pera, lo scrittore italo – americano Niccolò Tucci (che nelle sue fugaci visite ad Agliana faceva sempre tappa da Ovidio), numerosi artisti (fra cui Agenore Fabbri e Arnaldo Miniato), personaggi dello spettacolo, turisti stranieri, esponenti del Vaticano, ma anche Rita e Remo Cerini. Nella “Trattoria Ovidio” nacquero le associazioni culturali “Il Veggio” e “Il Mestolo”. Era così famoso che da Bruxelles gli giunse una cartolina indirizzata semplicemente: “Restaurant chez Ovidio – Toscana—Italie”. La sua super specialità era il cacciucco che aveva imparato a cucinare da una casalinga livornese. <<Fu durante il servizio militare>> racconta Mina, la moglie di Ovidio. <<Per cinque anni fu militare a Livorno, durante la seconda guerra mondiale. Lì, imparò il segreto per cucinare il vero cacciucco alla livornese da una casalinga che chiamavano “La cioncia”. Essere un abile cuoco fu la sua fortuna, gli consentì di trascorrere tutto il periodo della guerra vicino a casa, perché fu destinato come cuoco al silos del porto di Livorno dal quale partivano le materie prime alimentari, in particolare il grano>>. La “Trattoria Ovidio”, che lui gestiva con la moglie Mina e le figlie Miria e Alessandra (il figlio Pierluigi aveva scelto un’altra professione) chiuse nel 1996.

Ovidio amava la storia locale e mondiale. La sua casa era un archivio continuamente aggiornato; si adoperò per valorizzare Agliana (“Monumento al contadino”, recupero dell’antico “Pontalto”, intitolazione di una piazza a Niccolò Tucci). Ha tenuto incontri di storia locale nella biblioteca comunale “Marcesini” e nelle scuole. Morì nell’aprile 2005. I suoi funerali si svolsero nello stesso giorno di quelli di Papa Wojtyla,  a cui Ovidio aveva fatto assaggiare i biscotti del forno aglianese “Tripoli”. Molto devoto, aveva battezzato i suoi tre figli con l’acqua del fiume Giordano, grazie a rapporti attivati in Terra Santa attraverso il patriarca latino di Gerusalemme, monsignor Alberto Gori, ed era stato 18 volte a Lourdes. Oggi la memoria di Ovidio ad Agliana è tenuta in vita dai giardini pubblici a lui dedicati dall’amministrazione comunale, ai quali si accede da via Vincenzo Bellini e da via Maria Callas. Un luogo ideale per ricordarlo, visto che lui amava sostare nel parco Pertini per osservare e dialogare.

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