di Marco Bagnoli. Foto: Gabriele Bellini.
marzo 2025
Davide Calandra ha trent’anni e ha ormai maturato una certa esperienza nel mondo della musica – e non potrebbe proprio farne a meno: è ancora piccolissimo quando per gioco si mette a cantare dentro un microfono. Succede allora che tutti si accorgono che è davvero bravo, e così a soli sette anni si ritrova ad andare nella sua prima tournée nel fine settimana, e a cantare la sua manciata di pezzi pop all’interno dello spettacolo di un amico dei suoi genitori, un uomo di una certa età che faceva piano bar, nelle feste e nei matrimoni. Il risultato, per colmo, è che a dodici anni già non ne aveva più voglia. Forse perché le canzoni “tradizionali” non gli piacevano più. Si trova insieme con Lorenzo Corrias, un suo amico di Montale che suonava la batteria, il vero artefice della sua svolta Rap, e inizia quindi a scrivere canzoni Pop-Rap, anche perché dai dodici anni ascoltava solo quello, come Eminem e i rappresentanti della scena dell’epoca – ma non produzioni italiane, a parte forse Fabri Fibra. Davide fa il suo primo concerto in seconda media a Montale, col suo amico, e ricevono feedback molto positivi, anche se poi Lorenzo smise per passare dal Rap alla batteria. Alessandro Zilli a Montale teneva dei laboratori di musica d’insieme, e lo indirizzerà alla chitarra jazz, che studia per sette-otto anni. E difatti una certa ricerca per il suono e per il sound dei suoi pezzi passa senz’altro anche di lì, dalla voglia di collaborare coi musicisti veri, che portano idee e corpo al lavoro realizzato in studio, insieme ai nuovi sentieri dell’Hip Hop e del Rap, dell’Elettronica e del Pop, della Deep House, che Davide percorre a testa bassa. La sua inclinazione “cantautoriale” lo distingue dalla massa Rap-Trap, e sarà infatti questa la tendenza imprescindibile che dovrà seguire la scena italiana, secondo lui.
Il suo debutto nel mondo della musica “vera” avviene nel 2014 con l’album autoprodotto “Effetto Placebo”: contiene il brano “Senza Cuore”, nel quale collabora con Medium, del duo Sierra, di Roma. Arriva il primo video, “Buio”, ancora online, 20.000 visualizzazioni nel 2016, tantissime per l’epoca, sono quelle che fanno i big di oggi. Adesso si fa chiamare Devid, e in giro iniziavano pure a riconoscerlo. Fece anche un ospitata nella settimana di Sanremo 2015 a Radio Rosa.
Davide inizia a diventare quello “forte come tanti, scrive come pochi”, come disse una rivista di settore, inizia a essere identificato come quello che scrive bene, introspettivo e un po’ più autoriale, filosofico addirittura. Uno da “canzoni psico-esistenziali”, insomma. Inizia quindi ad aprire per artisti un po’ più grossi, tra i quali Achille Lauro. Nel 2020 collabora con Paolo Baglioni e Tiziano Borghi, il batterista di Piero Pelù e della Banda Bardò: i due si invaghiscono della sua canzone “Gucci Mama”, e il pezzo viene stravolto ed esce come singolo di “Dieci”, il suo nuovo nome. Sempre nel 2020 entra a X-Factor, ma per delle beghe contrattuali del suo brano “Marte”, la sua partecipazione viene sostanzialmente tagliata. Sempre in quell’anno decide di usare il suo nome anagrafico Davide Calandra, anziché uno pseudonimo come molti suoi colleghi.
Poi il Covid blocca tutto e taglia le gambe a Dieci, in procinto di fare quello scalino per diventare “big”. È a questo punto che decide di sfoderare la laurea in Legge e decide di entrare in banca a Firenze. Gli piace, il suo ruolo esalta le sue capacità commerciali, e comincia a pensare che potesse essere quello il suo mondo, assieme a tanti altri ragazzi pieni di passioni come lui. Dopo un anno cambia, e per lavoro è in giro per le filiali della Toscana, fino a che non gli propongono Parma, nel 2023. Davide lascia tutto e parte, ma con l’appoggio di tanti amici su a Modena e a Reggio Emilia, dove aveva uno studio per registrare quando ne aveva voglia. A Modena un amico ha un locale, il Tube, di cui diviene stretto collaboratore. A Parma scrive tantissimo, realizza un pezzo al mese e risale un po’ alla volta nelle classifiche di Spotify.
A gennaio ‘24 decide di tornare a Firenze, sempre per lavoro; è il momento di creare il suo quartier generale qua a Pistoia, il Decimo Cielo Studio, uno private-studio per se, per fare le sue cose, ma anche per sviluppare progetti interessanti di altri. E per far questo collabora con il sound enginerr amico Lorenzo Martinelli in arte Martz. Gli artisti interessanti che escono da qua, o li distribuisce lui, oppure tramite il portale di Virgin, cui ha accesso. Nel frattempo nel 2022 aveva pubblicato “Autentico”, il suo secondo album, dove intreccia collaborazioni Paolo Baglioni, Tiziano Borghi, Drezklef, ancora Mesa e Luxor Grey, uno che a sua volta collabora con artisti USA del calibro di Rick Ross.