Intitolata una piazza a Luigi Baroncelli

Intitolata una piazza a Luigi Baroncelli

di Piera Salvi

giugno 2015

Dal 2 maggio Ferruccia ha una piazza dedicata a Luigi Baroncelli, figura di spicco per la comunità.  Era nato a Ferruccia il 24 novembre 1910 (quando Agliana era ancora sotto il Comune di Montale) e morì il 23 dicembre del 2000. Appassionato di ciclismo, divenne un buon dilettante nella gloriosa società Pistoiese degli anni 34-35 e poi passò al professionismo in concomitanza del giro di Lombardia dello stesso anno. Era ritenuto fra i più grandi arrampicatori del ciclismo toscano. Quando lasciò l’attività agonistica, fu assunto a lavorare alla San Giorgio a Pistoia (poi Breda) e ogni giorno andava al lavoro in bicicletta. Ma pedalando era andato diverse volte fino a Roma. Era sempre pronto ad aiutare il prossimo, anche attraverso l’esperienza d’infermiere acquisita durante il servizio militare. Era anche appassionato di teatro ed è stato a lungo impegnato nel teatro amatoriale. Il lavoro alla San Giorgio e la passione per il teatro gli avevano consentito di stabilire contatti con tre esponenti della cultura pistoiese, promotori del premio Vallecorsi: Nilo Negri, Renzo Lulli e Renato Fiorini, contribuendo ad arricchire il teatro della Ferruccia in quell’epoca. Il figlio Alessandro ha ricostruito per noi la sua storia.

La famiglia di Luigi era composta dai genitori e otto figli: tre femmine e cinque maschi. Il primo lavoro di tutti i fratelli, fu quello di accompagnatori di bestiame da Pistoia a Firenze. Si trattava di consegnare i vitelli acquistati a Pistoia, sull’Arca, dai macellai fiorentini, trasportandoli a Firenze in mandria. Luigi era cresciuto camminando da Pistoia a Firenze e da Firenze a casa per quel lavoro di trasporto del bestiame, fino all’età della leva quando, ad Alessandria, da militare, le qualità altruistiche lo misero in evidenza e studiò nella “Sanità” (come raccontava), per fare l’infermiere. La passione e la dedizione furono tali da riuscire nello studio intrapreso con soddisfazione. Durante il periodo dell’epidemia della Spagnola, malattia che si diffuse in Italia nel primo dopoguerra, molti degli abitanti di “Castel del Fabbro” (borgo della Ferruccia dove viveva anche la famiglia Baroncelli) si ammalarono. Solo Luigi non venne colpito dall’epidemia. Spesso raccontava di essersi dedicato ad assistere gli uomini e le donne della borgata ammalati. La sua volontà di dedicarsi agli altri era spontanea e veniva dal cuore, anzi cercava le occasioni per poter aiutare chi aveva bisogno. 

La giunta aglianese aveva stabilito l’intitolazione di una piazza a Luigi Baroncelli con delibera del 30 ottobre 2014, individuando il parcheggio pubblico tra via Selva e l’ufficio postale di Ferruccia. L’inaugurazione è avvenuta il 2 maggio 2015. 

 

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