Niccolò Bucciantini – un astrofisico aglianese in giro per il mondo

Niccolò Bucciantini – un astrofisico aglianese in giro per il mondo

di Piera Salvi

settembre 2014

«Non mi sono mai sentito un cervello in fuga». Parola di Niccolò Bucciantini, astrofisico, 38 anni, aglianese ora residente a San Casciano Val di Pesa, ricercatore permanente all’osservatorio fiorentino di Arcetri dopo avere svolto progetti di ricerca negli Usa e in Svezia e tenuto conferenze in tutto il mondo. «L’esperienza all’estero è fondamentale ma la considero un percorso normale, altrimenti manca una parte necessaria alla professione. Fin dai tempi dell’università sapevo che un posto da astrofisico non si trova sotto casa, ma sono andato all’estero perché sono molto curioso». Cosa la incuriosisce? «Mi piace osservare i piccoli dettagli del quotidiano, i comportamenti delle persone, osservare le case, l’abbigliamento. Inoltre ho ritenuto importante un’esperienza all’estero per l’apprendimento linguistico e per la comprensione dei meccanismi della mia materia applicati oltre i confini italiani. Inoltre l’esperienza all’estero è utile sul piano personale, per mettersi in gioco ed imparare a cavarsela anche in un ambiente non protetto. Ho comunque avuto il pieno appoggio dei miei genitori che sono stati molto partecipi nelle mie scelte. Potevo restare in Italia ma con assegni di ricerca, che non consentono l’autonomia né la crescita professionale». 

Oggi Bucciantini ha un curriculum eccellente. Diplomato al liceo scientifico Cicognini di Prato, poi iscritto alla facoltà di Fisica all’università di Firenze. Dopo la laurea il dottorato all’osservatorio di Arcetri, per tre anni, di cui uno in Carolina del Nord. Dopo il dottorato invia curriculum all’estero. Parte per la California, dove aveva ricevuto proposte interessanti, senza sapere quanto sarebbe rimasto. Trascorre cinque anni a Berkeley, all’università della California. Presenta un progetto alla Nasa sui lampi gamma, le esplosioni più violente dell’universo, su un modello di sviluppo di queste esplosioni di stelle. Su 30 progetti ne scelsero 8, tra i quali il suo, così ottenne una borsa di studio per giovani ricercatori per tre anni. Questo gli ha permesso di tenere conferenze in vari congressi internazionali, dall’Egitto alla Cina e anche in Australia. Poi decise di trasferirsi in Svezia, perché? «Sempre per curiosità. Andai in un istituto internazionale. Facevo ricerche sui campi magnetici. Rimasi due anni, poi vinsi il concorso ad Arcetri per ricercatore con posto fisso». Nostalgia dell’Italia o necessità del posto fisso? «Ho un pezzo di cuore in Italia ma anche in tutti i Paesi dove sono stato. La curiosità mi ha sempre aiutato a superare la nostalgia e non mi sento arrivato». La sua curiosità attuale? «Ad Arcetri lavoro ad un nuovo progetto con base europea. Ho vinto una borsa di studio per quattro anni, su sei borse di astrofisica in tutta l’Europa. Sono sempre stato interessato alla morte delle stelle. Ho fatto la tesi di laurea sulla Nebulosa del Granchio, ciò che resta di una stella morta mille anni fa. Il progetto attuale è sulle stelle di neutroni, o pulsar, con ricerche su ciò che resta della morte di una stella. Mi occupo della parte teorica ed ho collaboratori in tutto il mondo che fanno osservazioni per verificare la corrispondenza. E’ un settore paritetico tra teoria e applicazione pratica con l’osservazione». Il suo consiglio ai giovani? «Laurearsi presto e bene». Facile a dirsi per lei che a 23 anni era già laureato con 110/110 e lode… «Consiglio comunque di laurearsi prima possibile. Rinviare la laurea di qualche anno per ottenere il massimo punteggio può far perdere delle occasioni di inserimento nel lavoro». Dopo aver girato il mondo, come vede Agliana? «Non la sento come una cittadina in declino o depressa, ma abbastanza viva anche se con problemi che riflettono il contesto generale. I negozi che chiudono ci sono in tutto il mondo». 

 

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