Francesca Sarteanesi – pensieri scritti sulle maglie

Francesca Sarteanesi – pensieri scritti sulle maglie

di Marco Bagnoli

settembre 2019

In una splendida mattinata di un’estate ormai matura siamo andati a fare la conoscenza di Francesca Sarteanesi e dei suoi maglioni; sì esatto, maglioni di lana. A dire tutta la verità però, avevamo già conosciuto Francesca nel 2014, quando presentammo al nostro pubblico di lettori il suo universo teatrale degli Omini, assieme a Francesco Rotelli e Luca Zacchini. E il suo impegno nel campo della recitazione e della scrittura continua ancora oggi, essendo recente la sua partecipazione al festival Inequilibrio di Castiglioncello col suo “Bella bestia”, assieme a Luisa Busi, una produzione delle Officine della cultura di Arezzo.

Però qui tira vento, un vento fresco e sarà bene tornare a parlare di maglioni. I maglioni di Francesca sono particolari, perché sono tutti “scritti”. Iniziò quasi per caso nel settembre-ottobre dello scorso anno, mettendo a frutto quei due punti di cucito che aveva imparato dalle suore di Montale. La prima frase, che darà poi il nome a tutta la sua linea di abbigliamento, era già tutta un programma, “almeno nevicasse”; come dire, almeno succedesse qualcosa. Da lì in poi qualcosa è finito per succedere davvero; gli amici l’hanno incoraggiata e così Francesca ha fatto il suo primo mercatino vintage. Come molte cose partite per scherzo, i maglioni sono piaciuti e sono andati a ruba. Allora sì che la raccolta delle frasi è cominciata davvero ed è nata una linea di maglioni – una linea un po’ atipica, perché sono tutti pezzi unici, solo le frasi tornano e si ripresentano, come fantasmi di gatti nella notte. I maglioni, frutto di recupero o superstiti di vecchie collezioni, tutti rigorosamente di lana o cashmere o acrilico, privati di qualunque brand o etichetta, portano le scritte sul davanti o sulla schiena e le frasi sono a volte di quelle che sono prima o poi passate per la mente di tutti.

Nonostante la felicità con la quale si lasciano leggere, spesso queste frasi sono il risultato di processi più complessi, e partono magari da momenti di un vuoto particolarmente interrogativo. Francesca si è già presentata col suo lavoro a Firenze, Prato, ma anche Milano e a breve ad Empoli. Osservando il pubblico, non si può non concludere che ciascuno sceglie immancabilmente l’oggetto che più lo riguarda, insomma, come una specie di terapia. Instagram, col profilo @almenonevicasse, sta giocando un ruolo determinante, col suo farsi vetrina fino nei posti più impensabili dello stivale, arrivando anche a Bruxelles. Non bisogna però dimenticare che una buona metà del lavoro dietro questi maglioni parlanti è svolto dalla quanto mai preziosa collaboratrice di Francesca, Rebecca Ihle, di Prato, sarta e costumista. Rebecca consente all’idea iniziale di Francesca di trasformarsi in un qualcosa di indossabile e quindi vendibile. Anche le foto sono tutte opera delle nostre ragazze; non mancava che una modella a indossare le creazioni… e la modella c’è e si chiama Margherita Marzocchini, di Montemurlo. Secondo Francesca Margherita è la ragazza perfetta, in grado di lasciare esprimere sempre il meglio a quelle foto.

Attualmente la squadra dei maglioni sta lavorando alla nuova collezione, con nuovi modelli e ovviamente nuove scritte. Molte di queste si avvalgono di una semanticità estesa, che acquistano una volta esternati dalla mente e depositati sulla stoffa, come “pensa te”, o “io rimango”; altre si limitano a constatare la forza d’urto di certi modi di dire ormai consumati, come “non è freddo, è umido”. Forse il segreto di tutto questo successo deriva dalla semplice condizione di partenza di non avere nessuna aspettativa: nessuno si aspettava di finire a fare mercatini e tanto meno di finire pubblicati su di una importante rivista di moda come Elle, che si è accorta di loro già nello scorso inverno. Ci vediamo il 5 e 6 ottobre al Visarno Market, anzi, ci leggiamo…

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