I brevi di Noidiqua

I brevi di Noidiqua

di Redazione

giugno 2023

 

E’ da poco uscito per Giraldi Editore, “L’imprevedibile ruota del destino”, il secondo romanzo storico di Andrea Bolognesi, presentato a Montale il 9 giugno, al centro Nerucci.

La storia ha come fulcro l’8 giugno 1768, quando un giovane cuoco pistoiese, Francesco Arcangeli, nato a Campiglio di Cireglio, uccise a coltellate il grande filologo e archeologo Johann Joachim Winkelmann in una stanza d’albergo di Trieste. Il romanzo mette sotto i riflettori, con una sapiente narrazione letteraria, la figura di un pistoiese che sarebbe finito nella folta schiera delle esistenze dimenticate dalla storia, se non fosse stato per quell’omicidio eccellente che ebbe come vittima uno degli intellettuali più importanti dell’epoca e per il quale pagò con la condanna a morte. Il ritratto Arcangeli che emerge grazie a Bolognesi, è quello di un giovane irrequieto, che non si rassegna a fare il carbonaio e a “mangiare polenta e castagne per tutto l’anno” e che quindi se ne va dal suo paese natale, Villa di Campiglio, facendo un altro mestiere, quello di cuoco, al servizio di vari signori tra Firenze e Venezia, smanioso di riscattarsi dalla sua miseria anche a costo di qualche furtarello, che lo portò a scontare un paio d’anni di carcere prima dell’incontro fatale con il grande Winkelmann, che si trovava a Trieste, in incognito, in attesa di un imbarco per Roma. Tra i due si si instaura un gioco complesso fatto di interesse e bugie, di misteri misti a rivelazioni, di attrazione e paure che culmina in un rapporto sessuale tra i due che precede l’epilogo drammatico e cruento. Ai moventi personali si mescola un intrigo internazionale che coinvolge l’ordine dei Gesuiti che in quell’epoca era oggetto di espulsioni e repressioni in tutta Europa e lottava per la propria sopravvivenza.

 

I nuovi vigneti della Fattoria di Casalbosco fanno mostra di sé all’ingresso e all’uscita dal paese di Montale.

Migliaia di ettari di nuove giovani piante di vite, di qua e di là dal Trincerone, sono un bel segnale di vitalità imprenditoriale ma sono anche un abbellimento del paesaggio all’ingresso e all’uscita dal paese di Montale. Piantare una vigna, che darà i suoi primi frutti tra quattro o cinque anni, è un investimento sul futuro, una scommessa sulla crescita, un invito alla speranza. La fattoria di Casalbosco ha puntato su vini di qualità, cercando di imporsi, insieme anche ad altre aziende vinicole della zona, nel mercato nazionale e internazionale, ma ha sempre puntato anche sul radicamento al territorio pistoiese e anche al legame con le comunità più vicine, di Santomato e di Montale. I nuovi vigneti rientrano un progetto di rafforzamento e di ampliamento dal punto di vista della gamma dei vini da proporre, ma quello che interessa alla nostra rivista è soprattutto il messaggio che mandano quei filari ben allineati e curati di nuove viti. E’ un messaggio di fiducia dal punto di vista economico ed è anche un contributo a rendere ancora più gradevole quella porzione di territorio da cui i montalesi passano molte volte al giorno. E anche l’occhio vuole la sua parte.

 

Il Lions Club Pistoia Fuorcivitas ha donato un defribillatore alla Misericordia di Montale.

La consegna dell’apparecchio è avvenuta davanti all’assemblea dei soci della Misericordia di Montale nella sala delle riunioni della sede di via Martin Luther King. Per l’occasione era stato collocato nella sala il labaro dei Lions. Erano presenti il dottor Carmelo Cocivera, presidente del Lions Club Pistoia Fuorcivitas, Marco Tempestini, presidente dei Lions della provincia di Pistoia e il presidente della Misericordia di Montale Massimiliano Pieroni. «Avevamo promesso la donazione di un Dae» ha detto il presidente del Lions Club Carmelo Cocivera «dopo che la Misericordia aveva collaborato con noi fornendoci dei lettini che ci mancavano in occasione della manifestazione di prevenzione gratuita Lions in piazza che si è svolta a Quarrata. Sono soddisfatto di aver potuto mantenere l’impegno preso». Nell’occasione Cocivera ha ricordato che la prossima tappa della manifestazione “Lions in piazza” si terrà proprio a Montale. «Per i nostri servizi è molto importante ricevere questo dono» ha detto il presidente della Misericordia Massimiliano Pieroni «perché ci consente di ottemperare alla legge regionale che impone la presenza di un defibrillatore in ciascuna ambulanza». Il defibrillatore è dotato di una tecnologia di ultima generazione che consente un uso più semplice e sicuro da parte degli operatori.

 

Iniziare una professione con entusiasmo è sicuramente positivo, ma quando dopo quarant’anni l’entusiasmo non è cambiato di una virgola e i risultati si toccano con mano, non è più una semplice professione, ma una vittoria personale.

Giacomo Bini, il direttore della nostra rivista e giornalista de La Nazione, il primo settembre di questo anno andrà in pensione, dopo aver insegnato appunto per quarant’anni, storia e filosofia agli allievi delle superiori. E’ stato docente a Firenze, al Liceo Cicognini di Prato e gli ultimi ventitré anni al Liceo Copernico, sempre a Prato, dove si è occupato di terze, quarte e quinte, portando per mano i suoi ragazzi ad affrontare la vita da adulti. Per lui la scuola non è stata solo un lavoro bensì un piacere e questo lo si intuisce da ciò che ha espresso nel suo discorso di commiato: «Vi ringrazio per questi quarant’anni di magnifica vacanza». Facendo sua la filosofia di Aristotele, Giacomo sostiene da sempre che la massima espressione della conoscenza è poterla condividere con gli altri, ed ha proprio ragione. Così io credo che anche se la definizione di ex insegnante gli andrà stretta, dovrà essere fiero del fatto che generazioni di ragazzi porteranno dentro, per tutta la vita, una parte del loro professore, che ha attinto proprio da loro l’energia per il motore che, come in un moto perpetuo, ha mantenuto inalterato l’entusiasmo per tutti gli anni di lavoro. Questa è la vera magia. Pierpaolo Pasolini si domandava: Qual è la vera vittoria, quella che fa battere le mani o battere i cuori? La seconda, non c’è dubbio. Noi comunque, un applauso al nostro direttore glielo facciamo lo stesso: Bravo prof!

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