di Andrea Bolognesi
settembre 2025
Circa un secolo fa, chi fosse passato da via Garibaldi, che allora si chiamava Strada dei Cancelli, giunto all’altezza di Villa Smilea, ai lati del portone d’ingresso avrebbe visto “a mo” di sentinelle e armate d’archibugio e di spada a tracolla, due figure di pietra al naturale e colorate a olio.” Rappresentavano Lorenzo Desideri, detto Vizzano dal luogo dove abitava a Montale e Ulisse Settesoldi, detto Barzano da dove abitava a Montemurlo. Il Manzoni nei suoi Promessi sposi li avrebbe chiamati bravi, Gherardo Nerucci, che ce ne racconta le gesta fatte di ruberie, soprusi e perfino di omicidi, li chiama “sbravazzoni”.
Perché le statue di due delinquenti si trovavano in un luogo così in vista, vi chiederete? Perché, a un certo punto, erano entrati in competizione nel condurre i loro loschi affari mettendo a ferro e fuoco tutto il territorio, e il priore Carlo Covoni, padrone della villa e di molti poderi e boschi della zona, li aveva fatti rappacificare liberando il territorio dalle devastazioni e i due dalla Giustizia facendoli avere la grazia dal Granduca. Ed era stato in memoria di questa mediazione che aveva fatto erigere le statue, mettendole, in modo significativo, a guardia delle sue proprietà. Era all’incirca l’anno 1710.
Soffermandoci ora sul montalese Vizzano, fra gli altri crimini era accusato anche dell’omicidio del pievano di Montale “perché credeva che, assieme al servitore, gli avesse avvelenato i pesci, che teneva in un serbatojo.” Si era trattato di un assassinio su commissione, in quanto Vizzano, quando il pievano veniva ucciso sulla strada che da Pistoia lo portava a Montale per celebrare la Messa, si trovava ad attenderlo nella piazza della chiesa, tuttavia, che fosse lui il mandante era noto a tutti e da quel momento, anche perché il morto apparteneva alla nobile famiglia de’ Cancellieri di Pistoia, gli sbirri presero a dargli la caccia per arrestarlo, ma lui riusciva sempre a fuggire.
Ecco come il Nerucci ci racconta una di queste fughe: “Un’altra volta gli sbirri gl’invasero in gran numero la casa del Montale e l’arrestarono; e lui disse: – Signori, prima di partire e’ li darò da cena e da bere. Intanto la moglie mi sella il cavallo, perché non mi garba venire a piedi – Gli sbirri lo guardavano a vista, e lui insieme colla serva apparecchiava la tavola gironzando per la casa, tutt’attorno custodita da sentinelle cogli archibugi pronti e che aveva soltanto un’uscita. Seduti a mensa, a mezzo della cena disse Vizzano alla serva: – Vammi a pigliare ‘n cantina quel fiasco di vino scelto che è sul tavolo. – Ma quando la serva tornò con esso, disse Vizzano: – T’ha’ sbagliato. Non è quello; è quell’altro accanto. – La serva ridiscese in cantina per lo scambio. Se non che Vizzano, in figura di stizzito, sclamò: – Te non capisci nulla e bisogna che vada da me. – E ‘nfatti fece così accompagnato da uno sbirro. In cantina però tutt’a un tratto diede allo sbirro uno spintone ruzzolandolo per la terra, e montata la scaletta a furia, trovato bell’e pronto il cavallo, ci saltò su e per un sotterraneo se la svignò.”
Per avere idea di quanta arroganza e di quanto potere avessero questi personaggi, sentite il racconto della visita fatta da Vizzano al Granduca quand’erano in corso le trattative del Covoni per fargli avere la grazia.“Il Granduca Medici (Cosimo III) volle vedere personalmente Vizzano a Firenze, il quale dopo molte preghiere del senatore Covoni, ci si lasciò indurre, ottenuto un salvacondotto, montato su Grillo (il suo cavallo), con un par di pistole agli arcioni e altre due ne’ becchi del cappello a tre punte e la sua carabina ad armacollo, eccotelo in Piazza de’ Pitti, e senza scendere di sella, fatto un bel saluto al Granduca, che stavasi in sul verone, diviato e a galoppo se ne ritornò a Montale.”“Ulisse (Barzano) e Vizzano” conclude il Nerucci “sono morti pacificamente nelle loro proprie case.”
In quanto alle statue non si sa quando siano state tolte, ma c’erano ancora nel 1904 quando il Nerucci fece stampare la Mescolanza di tradizioni popolari alle quali ci siamo rifatti per queste notizie. Attualmente, ai lati del portone, restano solo due basamenti con i resti dei piedi delle statue.