Luogotenente Massimiliano Zetti – segretario nazionale Nuovo Sindacato Carabinieri

Luogotenente Massimiliano Zetti – segretario nazionale Nuovo Sindacato Carabinieri

di Giacomo Bini. Foto: Gabriele Bellini

settembre 2020

Carabiniere e anche sindacalista, il luogotenente Massimiliano Zetti è il Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri, che è nato proprio un anno fa, nel settembre del 2019, per rappresentare e tutelare gli interessi e i diritti dei carabinieri. «Un sindacato di militari può sembrare un ossimoro», spiega Zetti, «ma si deve capire che dietro l’uniforme ci sono dei lavoratori e le loro famiglie. Sono lavoratori atipici, a cui sono richiesti doveri maggiori ma che hanno la necessità di tutelare i loro diritti previsti dalla Costituzione». Per svolgere questo compito Massimiliano Zetti ha le carte in regola perché ha dedicato la sua vita all’Arma con grande dedizione. «La mia passione per l’uniforme da carabiniere», racconta Zetti, «è nata ad Agliana dove ho abitato con la famiglia fino a 13 anni prima che ci trasferissimo a Montale. Davanti a casa nostra abitava un appuntato che vedevo ogni giorno andare in caserma in bicicletta, si chiamava Mingoia e dopo la scuola superiore ho fatto domanda di arruolamento alla caserma di Montale, l’ho presentata al comandante di allora, il maresciallo Apollonio Carcagnì, a quel tempo la domanda si scriveva a macchina in caserma».

Dopo la scuola allievi carabinieri ad Iglesias in Sardegna («mi hanno insegnato la vita del carabiniere, l’obbedienza»), l’arruolamento nel 1987 a vent’anni e la prima destinazione da effettivo, ancora in Sardegna, a Usellus, un paesino di mille abitanti in provincia di Oristano. «Mi pareva lontanissimo», racconta Zetti, «non si arrivava mai, poi però quel posto mi è diventato molto caro e familiare perché vi ho conosciuto mia moglie Anna e la sua famiglia». Dopo la scuola sottufficiali a Velletri e a Firenze il giovane appuntato Zetti si è fatto le ossa per sette anni alla radio-mobile in Lombardia, dove ha iniziato la sua carriera di sottufficiale che ormai da diversi anni lo ha portato a Firenze, dove è tutt’ora in servizio al Sesto Battaglione Carabinieri Toscana. Il legame con Montale è ancora forte, perché vi vive la mamma Paola, che Zetti va a trovare molto spesso. 

Dopo una lunga e onorata carriera la scelta di impegnarsi come segretario generale del Nuovo Sindacato Carabinieri è stata coraggiosa. «All’inizio ci voleva qualcuno che facesse da apripista», dice Zetti, «nei primi tempi c’è stata diffidenza nei riguardi del sindacato ma a poco a poco si è capita la nostra funzione, che può essere utilissima anche all’Arma, ora abbiamo moltissimi iscritti, anche tra gli ufficiali. Il sindacato fa sentire al carabiniere che non è solo ed esercita la sua funzione col potere della dialettica e con spirito di collaborazione con l’istituzione». Zetti cita come esempio il caso recente delle gravi illegalità compiute in una caserma di Piacenza. «Forse se il sindacato ci fosse stato», argomenta Zetti, «poteva aver percepito qualcosa e le mele sane, che pure c’erano anche lì, potevano essere aiutate e consigliate. Anche il comandante generale ha affermato pubblicamente che, chi segnala comportamenti irregolari, va tutelato e protetto. Il sindacato può servire anche a questo. Tra l’altro, da anni noi mettiamo in guardia sulla presenza di un’ansia da prestazione e che ci sono comandanti che premono e stressano in una sorta di gara a chi fa più arresti. Noi vogliamo che il sindacato venga ascoltato»

Un altro obiettivo fondamentale del Nuovo Sindacato Carabinieri è la sicurezza degli operatori delle Forze dell’Ordine. «Lavoriamo molto», dice il luogotenente Zetti, «sulla questione dei dispositivi di protezione come i giubbetti e i caschi antiproiettile e anche per la dotazione dei teaser che servono ad evitare l’uso della pistola e la cui fornitura è stata incomprensibilmente sospesa. La sicurezza degli operatori è garanzia per i cittadini perché permette di operare con serenità e quindi con maggiore efficienza». Il messaggio di Zetti al potere politico è chiaro e forte: «Siamo stanchi di ricevere pacche sulle spalle, vogliamo provvedimenti legislativi a tutela delle Forze dell’Ordine e quindi anche dei cittadini».

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