Paolo Papini – l’antico mestiere del maniscalco

Paolo Papini – l’antico mestiere del maniscalco

di Giacomo Bini. Foto: Gabriele Bellini.

giugno 2021

Vedere all’opera il maniscalco Paolo Papini mentre ferra i cavalli è un vero spettacolo e non a caso quando interviene nelle scuderie, nei maneggi o davanti alla sua officina di fabbro a Montale si riunisce sempre una piccola folla di persone, attratte dalla possibilità di assistere alla pratica sapiente dell’antica arte della mascalcia

Alla maestria nel lavoro Paolo aggiunge un’innata simpatia, il sorriso e qualche battuta che fanno sembrare lieve come un gioco un mestiere difficile e molto delicato. I cavalli si sottopongono docilmente alle cure di Paolo, gli porgono le zampe con l’apparente consapevolezza che il loro benessere dipende da quell’armeggio sapiente di tenaglie, chiodi e martello. Lui estrae, raschia, lima, pianta e ribadisce chiodi senza mai sbagliare un colpo. 

Gambali di cuoio e sigaro in bocca, Paolo lavora con quella sicurezza che si acquisisce solo quando si è imparato il mestiere da piccoli e lo si è trasformato in una professione per la vita. «Ho iniziato a 13 anni» racconta Paolo «seguendo un bravo maniscalco e da allora non ho più smesso». Ora Paolo di anni ne ha 42 anni e pratica la sua arte a chiamata, ogni giorno è in un luogo diverso, da Montale a Castiglion de’ Pepoli. Nel suo furgone carica un carrello cingolato e motorizzato che lui stesso ha ideato e costruito per poter raggiungere anche i luoghi più impervi con tutta l’attrezzatura necessaria. «E’ un mestiere difficile» spiega Paolo «perché ogni cavallo ha la sua andatura, il suo modo di camminare e il ferro è fondamentale per la sua salute, infatti la maggior parte dei cavalli che si azzoppano è a causa dei ferri che gli sono stati messi». Il ferro è una questione vitale per il cavallo e va cambiato periodicamente, ogni 40 giorni circa, altrimenti c’è il rischio di infortuni e di danni alle zampe. I ferri vanno saputi scegliere e calibrare come spessore e come misura a seconda dell’animale. Per questo i proprietari dei cavalli si vogliono affidare al maniscalco più esperto, al migliore su piazza e Paolo ha pochi rivali. Il lavoro non manca, non solo perché la passione per i cavalli è molto diffusa, ma anche perché hanno bisogno della ferratura anche i muli, che sono sempre più utilizzati in montagna e nei boschi sui sentieri non percorribili da mezzi meccanici. Anche l’esigenza di tutelare i boschi e di non snaturarli creando passaggi per i veicoli ha indotto a rivalutare l’impiego del mulo, un animale tradizionalmente molto prezioso in diverse attività umane. Del maniscalco c’è bisogno anche per tagliare gli zoccoli alle mucche e preservarle così da problemi di zoppie e infezioni varie che nella zoo-tecnia possono inficiare anche la produzione di latte. 

Paolo Papini non è solo un maniscalco, ma anche un raffinato fabbro. Nella sua officina di Montale, che ha chiamato “Ferro e fuoco”, Paolo pratica il lavoro del fabbro con le tecniche più tradizionali e realizza prodotti di ogni tipo, da lavorazioni pregiate a semplici ringhiere, cancelli e infissi. Quando il portone dell’officina è chiuso vuol dire che Paolo è in qualche posto a ferrare cavalli, un’arte che in pochi sanno praticare come lui.

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