Averardo Masini

Averardo Masini

di Giacomo Bini

dicembre 2014

Averardo Masini, che ci ha lasciati l’8 Ottobre scorso all’età di 89 anni, è stato una di quelle personalità che arricchiscono la comunità civile in cui vivono  in un senso squisitamente spirituale.  L’eredità di Averardo, che resterà viva e feconda,  è nella sua umanità come medico, nella sua instancabile opera di promotore di bande e corali musicali, nel suo impegno di consigliere comunale e soprattutto nel suo ruolo di custode della memoria storica collettiva. Credo che nella sua vita abbia contato molto la fedeltà alla tradizione familiare, quella dei suoi bisavoli Masilio e Averardo, che furono combattenti del Risorgimento italiano, quella testimoniata dai tanti cimeli e ritratti di cui si circondava nella sua casa, nel cuore storico di Montale,  lungo la via intitolata appunto ai Fratelli Masini. Averardo ha voluto mantenersi nella scia dell’onore familiare, costituito da valori severi come il senso del dovere e il servizio al bene comune. Portava sul volto e nel portamento il senso di appartenenza a qualcosa di sovra-individuale:  la comunità locale del suo paese in primo luogo e la collettività nazionale. 

Averardo Masini ha iniziato come giovanissimo maestro elementare nel carcere di Pistoia, dove non si limitava ad istruire i carcerati ma si adoperava per il loro reinserimento nella società.  Il sogno della sua vita è sempre stato però diventare medico e ci è riuscito portando a termine gli studi ed esercitando la professione a Montale. Nel quotidiano rapporto coi tanti suoi pazienti, il dottor Masini si è conquistato, oltre alla stima, anche l’affetto di tanta gente, che ha trovato in lui molto di più che un professionista preparato; una persona piena di comprensione e disponibilità. Nel contatto umano con i suoi pazienti nell’ambulatorio e nelle visite alle famiglie, il dottor Masini ha potuto manifestare la sua più autentica vocazione, quella di dedicare le sue energie agli altri. L’intensa attività professionale non gli ha mai impedito di coltivare i suoi interessi culturali, in particolare quello per la musica, che lo aveva portato a diplomarsi al conservatorio e poi a dirigere molti gruppi musicali e bandistici di Pistoia e Montale. In particolare si ricorda il suo contributo alla Banda Giuseppe Verdi e la sua ultima creazione, la Corale Perosi di Montale.  L’impegno civile di Averardo si è manifestato anche nella sua attività di consigliere comunale a Pistoia e a Montale e nella sua presidenza dell’Associazione Combattenti e Reduci di Montale (era stato carabiniere ed indossava la divisa dell’Arma durante il  difficile passaggio dell’8 Settembre 1943). Una vita densa e anche ricca di titoli e onorificenze, tra le quali spicca il Cavalierato della Repubblica. Ma il riconoscimento più gradito è stato forse il premio «Il Corbello», che gli è stato attribuito nel 2007 dai suoi concittadini in segno di un affetto che si è manifestato anche nel momento dell’ultimo saluto con una grande e commossa partecipazione alla cerimonia funebre. 

Al momento di ricevere il Premio “Il Corbello”, nel 2007, Averardo Masini pronunciò queste parole. «E’ un riconoscimento che mi è particolarmente caro e che mi tocca profondamente perché viene dalla comunità di Montale, la mia comunità, alla quale sono legato non solo dalla nascita, ma anche da ricordi familiari tramandati da generazioni, da lunghe e ricorrenti frequentazioni, da una attività di tanti anni in diversi ambiti della vita civile. Non c’è niente di più dolce e di più caro dell’affetto che viene dimostrato dalla gente del proprio paese, quella a cui si è voluto bene e la cui stima è la prima che si aspira a conquistare e quella che più di ogni altra si tiene a mantenere. Ricevere questo premio mi onora e non può che riempire di orgoglio e riconoscenza chi come me ha cercato soltanto di fare il proprio dovere, di impegnarsi al meglio delle sue capacità nelle cose delle quali è stato appassionato cultore, di prestarsi per quanto possibile anche per dare un modesto contributo alla cosa pubblica. E’ bello vedere che ciò che si cerca imperfettamente di compiere nella propria vita viene valutato con tanta benevolenza e generosità dai propri concittadini».

 

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