Gianfranco Gaggioli – la pittura per conoscere l’universo della natura

Gianfranco Gaggioli – la pittura per conoscere l’universo della natura

di Serena Michelozzi

marzo 2025

Gianfranco Gaggioli, noto pittore quarratino, nasce a Colle di Quarrata, dove ancora oggi vive e lavora, ed ha il suo laboratorio artistico. Visitare il suo atelier di opere e conoscerlo personalmente (dopo averne sentito tanto parlare) è stata un’esperienza immersiva in un mondo intriso di colori, genuinità e gentilezza.

A undici anni di distanza dal primo articolo a lui dedicato siamo dunque tornati a trovarlo per conoscere le sue ultime opere e per sapere com’è mutata in quest’ultimo tempo la sua visione artistica. «Nel corso degli anni sono passato a dare ancora più attenzione alla natura che mi circonda e ai paesaggi intorno a me, andando addirittura ad utilizzare un’altra tecnica di pittura, ossia quella del puntinismo, ispirandomi al maestro George Seurat» ci racconta Gaggioli. Il puntinismo è uno stile e una tecnica pittorica che si basa principalmente sullo sviluppo delle teorie del colore e consiste nella presenza di tanti puntini accostati, di colori complementari, su un foglio di carta o sulla tela. In alcuni dipinti, come per il ritratto di Totò o per la raffigurazione della Madonna della Seggiola di Raffaello, Gaggioli ha utilizzato il puntinismo avvalendosi del pirografo, una penna che, collegata alla corrente elettrica, riscalda una punta metallica rendendola incandescente. Di fatto quindi è come impugnare un pennarello sulla cui sommità si possono cambiare le punte a seconda del tratto che vuoi ottenere. «Ho inoltre recentemente costruito un telescopio per ammirare le bellezze del cielo ed andando poi a dipingere, sia per immagine che per fantasia, gli elementi dello spazio cosmico, come la nebulosa di Orione o il centro della galassia “Occhio di Gatto”, una delle nebulose planetarie più complesse mai osservate. Al contempo non ho mai perso però, provenendo da una famiglia di origine contadina, l’attaccamento alla mia terra e ai frutti di essa, che rappresento ancora in diverse nature morte» continua Gaggioli.

Facendo un salto indietro nel tempo merita però anche ricordare come è nata la sua passione per la pittura che sin da giovane, sebbene proveniente da una famiglia con tutt’altre inclinazioni, utilizzava qualsiasi superficie disponibile per dare sfogo alla propria creatività, fino ad arrivare a conoscere Millo Giannini ed a frequentare la Galleria “La Soffitta” di Quarrata, dove ebbe modo di iniziare a presentare al pubblico le sue prime opere. Da lì ha poi iniziato a girare per l’Italia a presentare i suoi dipinti in varie collettive, sino ad arrivare negli anni 2000 all’Expo di New York.

Le sue opere si trovano in collezioni private, enti pubblici e chiese. Basti pensare che una delle sue più importanti rappresentazioni sacre è “L’incredulità di San Tommaso” che si trova nella Chiesa di Colle a Quarrata. Sempre lì possiamo trovare “Il volto di Cristo”, caratterizzato da una fisionomia molto particolare e realizzato poco tempo fa. La visione e le tecniche di un artista sono sempre in progressiva mutevolezza ed è così che Gaggioli continuerà a deliziarci con la produzione di nuove opere, e stavolta, ci anticipa che: «Saranno più materiche, oltre alle usuali due dimensioni dell’immagine cercherò di introdurne una terza, ossia il rilievo, con un acrilico un po’ più materico». Non vediamo l’ora di poter ammirare le nuove opere di Gianfranco Gaggioli, che come sempre non smetteranno di stupirci e di farci riflettere per la loro autenticità.

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