“il bar del Santonuovo” – dal 1964 un punto di ritrovo della frazione

“il bar del Santonuovo” – dal 1964 un punto di ritrovo della frazione

“il bar del Santonuovo” – dal 1964 un punto di ritrovo della frazione

di David Colzi. Ph: Foto Olympia

marzo 2025

La nascita del “Bar del Santonuovo” (così è conosciuto da tutti il locale situato al semaforo della frazione, in angolo), è avvenuta di pari passo con la realizzazione di via Europa, negli anni ’60. Come molte altre infrastrutture, questa doveva servire a collegare la zone periferiche al centro, in un momento in cui il comune si era da poco spostato da Tizzana a Quarrata. Il signor Luigi Maraviglia, originario della frazione, che aveva già esperienza nel settore della ristorazione, intuì le potenzialità della nuova strada e decise di aprire il suo bar nel 1964, costruendo l’immobile sull’incrocio, in angolo con via Santonuovo. Il locale, con annesso alimentari e tabacchi (licenza n°15!), era portato avanti da Luigi, assieme alla moglie Nara e alla sorella Margherita; si trattava della classica “botteghina” di paese.

Una curiosità. Il signor Maraviglia, per ampliare l’offerta del punto vendita, fece realizzare delle cartoline ricordo di Santonuovo, per le edizioni Milani di Pistoia; siamo sicure che alcune saranno ancora nelle case dei quarratini. Noi ne abbiamo una in archivio che vi riproponiamo in questo articolo, dove fra l’altro si vede, al centro, il bar.

Dopo cinque anni, i Maraviglia lasciarono la gestione del bar al signor Guido Boni, che dopo qualche anno lasciò a sua volta il timone alla famiglia Pestelli, nel 1977. Tutt’oggi Isabel Pestelli e ancora dietro al bancone dopo ben quarantotto anni. «Questa avventura l’ho cominciata con mio padre Giorgio e mia mamma Nella» precisa Isabel. «Siamo stati insieme qui fino al 1997, poi loro sono andati in pensione. Furono loro a iniziare l’attività e io decisi fin da subito di aiutarli. All’epoca non avevo ancora vent’anni».

In questi decenni il locale ha mantenuto tutte le caratteristiche delle origini, divenendo nel tempo un punto pranzo molto apprezzato da chi si trova a transitare da lì, come i camionisti.

Come bar, avete servito almeno tre generazioni, dal nonno al nipote. E’ cambiata la clientela?

«Non molto, almeno in percentuale» prosegue Isabel. «Magari oggi ci sono un po’ meno bambini, nel senso che vengono qui solo se accompagnati dai genitori, mentre prima, soprattutto d’estate, arrivavano in gruppo, spesso in bicicletta. Ricordo che prendevano il gelato e poi andavano al lago a trascorrere il pomeriggio. Certamente i tempi sono cambiati e la strada è molto più trafficata».

Oltre a questo il bar è stato testimone del cambiamento delle varie mode e dei gusti delle persone. Ad esempio la saletta sul retro, ha visto prima i giocatori di carte immersi nel fumo delle loro sigarette, poi gli appassionati di biliardo negli anni ’80, fino ad arrivare ad oggi, dove il panno verde con i birilli e il mazzo da quaranta, hanno lasciato spazio alle “macchinette”, ovvero le slot machine da bar. Così sono cambiati gli aperitivi, che prima facevano in pochi ed oggi sono un must e bisogna saperne preparare diversi, mentre agli inizi, come ricorda Isabel, bastava avere quello secco e quello dolce. Se invece le chiediamo chi sono stati i clienti storici, ci rammenta con un po’ di emozione tutti i nomi di quei personaggi che una volta animavano e caratterizzavano il Santonuovo, alcuni noti altri meno, molti dei quali scomparsi: dal parroco Aldemiro Cinotti, al barbiere Aldo Cappelli, fino al pittore Marino Gironi. Poi le tornano alla mente gli amici storici della famiglia Pestelli, come Franco Giusti della famiglia di mobilieri “Giusti & Niccolai” o i fratelli Gemignani di “Casa Selezione”, fino ad arrivare ai personaggi più originali, come Filomena, la “pastora”.

E dopo tutto questo tempo siete ancora aperti…

«Abbiamo resistito alla modernità;» dice sorridendo Isabel; «nonostante tutto e nonostante il Covid! Tutt’oggi continuiamo ad essere un punto di aggregazione per la comunità di Santonuovo e non solo».

La vostra è insomma una storia che contiene tante storie. Vuole ringraziare qualcuno?

«Oltre ai clienti, i miei genitori e mio marito Paolo, che oggi è in pensione e mi supporta. Poi è doveroso ringraziare le mie collaboratrici Giada e Romina. Personalmente farò di tutto perché “il bar del Santonuovo” continui la sua attività a lungo».

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