di Marco Bagnoli
settembre 2025
Maya Sardi è una giovane promessa del Judo, e colleziona vittoria in tutta Italia. Eppure, a soli 14 anni, può già vantare dieci anni di esperienza: avete capito bene, ha iniziato a praticare questo sport all’età di appena quattro anni. Accadde che un giorno le capitò di assistere agli allenamenti di un paio di cugini un po’ più grandicelli, e in men che non si dica prese la decisione di voler assolutamente fare quello che facevano loro. Gli sport per i bambini si sa, spesso coinvolgono accanitamente i genitori per il tempo di iniziare, e poi dopo poco vengono abbandonati, magari per provare altro. Maya no, lei iniziò col Judo a quattro anni, e per dieci anni di fila non ha mai smesso, arrivando anzi ad appassionarsi sempre di più. E infatti non sono pochi i bambini che almeno incominciano a misurarsi con questa disciplina, che ricordiamo è nata in Giappone nel 1882. Però, direte voi, almeno le ragazze, quelle saranno poche; dopotutto “il Judo non è uno sport per femmine”. Ebbene no, anche in questo il sentire comune si sbaglia di grosso, al punto che le ragazze arrivano ad essere addirittura più agguerrite dei maschi, e in Toscana, in particolare, sono presenti in numero elevato.
Ma cos’è questa disciplina? Nasce come uno sport di difesa, dove però si attacca anche. È insospettabilmente teorico, dove la testa serve tanto, per come il judoka è chiamato a controllare sé stesso, e per come debba esercitare questo controllo nel non arrecare danno all’avversario, che è innanzitutto una persona che merita rispetto. Questa è grosso modo un’ideale definizione. Ma lo abbiamo chiesto a Maya, cosa sia per lei questo sport. È passione, e convinzione: nei propri mezzi e nel cammino che si intende percorrere. È impegno, ogni giorno, ogni volta che ci si allena, magari pure controvoglia, ogni volta che ci si mette a tavola e ogni volta che si rinuncia a mangiare qualcosa, per poter restare nel peso della propria categoria. E nel caso della nostra quarratina, il Judo è arrivato a rappresentare una grande prova di maturità e consapevolezza, al punto che già si vede, un domani molto prossimo, a vestire una divisa per poter diventare un’atleta di Polizia, Carabinieri o Guardia di Finanza. E quindi a partire per Roma o chissà dove, lontano dai suoi.
Ecco, il Judo sono anche la mamma Cristina e il babbo Matteo, che la appoggiano incondizionatamente nel suo grande amore per questa disciplina. Però Maya deve andare bene a scuola, il Liceo Scientifico Savoia a Pistoia, e dopo si può anche partire tutti insieme per i mille viaggi in giro per l’Italia, per andare a disputare l’ennesimo incontro e raccogliere l’ennesima vittoria. E lei si fa avanti sempre per vincere, con la certezza di volerci sempre provare per dare il meglio di sé. E molto spesso infatti vince.
Nel 2022 è tra le prime dieci atlete della Toscana a emergere nel Judo, e conquista il titolo di campionessa regionale nel 2023 e poi nel 2025. La sfilza delle targhe e dei trofei le riempie la camera, soprattutto da quando a dieci anni è diventata atleta agonista. I genitori sono le colonne portanti del suo successo, assieme alle sorelle Virginia e Vittoria, più grandi, la prima con un passato nel Blu Volley Quarrata e la seconda recentemente appassionatasi alla Pole Dance. Scherzando, Maya dice di essere il figlio maschio che il babbo non ha avuto. Però forse una ragazza può fare tutto nella vita, e non semplicemente “tutto quello che può fare un maschio”: diciamo che una ragazza può fare “tutto quello che una ragazza vuole e crede di riuscire a fare”.
A sostenere la sua determinazione ci sono Marco Maiani e Valentina Sanna, i suoi due allenatori alla scuola Judo Kodakan Quarrata, due persone speciali con cui ha creato una squadra, nello sport che invece una squadra non ce l’ha, perché in questa disciplina sei sempre da solo sul tatami. Col suo gruppo di lavoro, Maya è arrivata a indossare la cintura marrone, e l’anno prossimo è praticamente automatico il passaggio alla cintura nera, requisito essenziale per poter essere ammessa in un gruppo sportivo delle Forze Armate. Al settembre 2023 risale una delle esperienze forse più belle, il Trofeo Coni, che ha visto competere tutte le regioni italiane, e in tutte le discipline olimpiche, dalla Canoa al Beach Volley, al Tiro con l’arco, e ovviamente anche il Judo. Cinque giorni lontano da casa, da sola in Puglia, ma insieme a tanti altri ragazzi e ragazze che come lei si erano meritati la partecipazione, superando un’apposita qualificazione.
Il prossimo combattimento si terrà a Riccione l’undici ottobre. È inutile dirlo, sentiremo ancora parlare di lei.





