ALLIANZ VANNUCCI

Giulio Brando Burchietti – ritorno alla musica con un nuovo EP

Giulio Brando Burchietti – ritorno alla musica con un nuovo EP

di Marco Bagnoli

dicembre 2025

La sua pizza non l’abbiamo ancora mangiata. Ma se Giulio “Brando” Burchietti la sa fare bene come sa fare le canzoni, allora abbiamo indovinato per davvero. Lui è una vecchia conoscenza dei lettori di Noi di Qua, perché il nostro primo incontro risale addirittura al 2014, a “prima del Covid”, come si dice ormai tutti. Lui fa ancora la pizza, e deve farla proprio buona, perché in nostra assenza ha allargato il locale a una seconda e poi ad una terza sala. Insomma, “Il Menestrello”, dove lavora assieme alle sorelle Claudia e Rossella, è diventato una sinfonia. E infatti, nell’ultima sala è stato predisposto un palchetto stabile, di modo che la musica promessa dalle chitarre appese alle pareti non resti solo una seducente bugia. Molto spesso, a cadenza regolare, dei piccoli gruppi, o dei musicisti singoli, possono venire ad allietare la cena dei clienti della pizzeria.

Ma allora, direte voi, se suonano questi qua, Giulio “Brando” cosa fa? È esattamente questo il punto, cari amici. Giulio non suona più; ce ne ha parlato a quattrocchi giusto un attimo fa. Dovete sapere infatti, che dopo la pubblicazione del suo terzo album nel 2013, “L’abbraccio e il sogno”, qualcosa è accaduto in lui. In poche parole, se fino ad allora la musica era servita per allietare i momenti difficili, allontanando i brutti pensieri, adesso lo stesso processo creativo era finito per essere associato al dolore. Sembra il colmo, eppure è così. E quindi, non solo scrivere una canzone, esprimendo la propria interiorità, adesso lo faceva sentire profondamente a disagio, ma anche il solo vedere una chitarra era sufficiente a metterlo di cattivo umore. Il rapporto con la musica era diventato brutto, la sua musica l’aveva come spremuto. Era diventata un rifugio in cui affondava troppo, e in cui ad un certo punto non ne usciva più. Eppure tutto intorno a lui gli parlava di musica, dalle chitarre agli strumenti per registrare. Così ha deciso di accettare questa realtà, e di fare la cosa più difficile di tutte, che è quella di stare nel vuoto. Nel silenzio. Era come arrabbiato con quella compagna che era stata la musica, se ne restava in attesa che tornasse, ma in modo pulito, altrimenti voleva dire che era stata una compagna sleale. Giulio aveva anche smesso di ascoltare musica, tutto quel folk americano, con Bruce Springsteen in testa, che lo aveva così profondamente ispirato. E dato che il tempo non bastava mai, aveva anche smesso di produrre i flauti dei nativi americani, nonostante l’assidua richiesta, e le persone infatti gli prendevano troppa energia.

Poi, quando è arrivato ad aprire la terza stanza, quella col palco, e ha fatto suonare gli altri, allora si è messo ad osservare come gli altri giostrassero la musica, come riuscissero a giocarci, e tutti felici e contenti arrivassero ed allestissero il proprio spettacolo. Giulio ha capito che si era perso il bello della musica: il condividere, il giocare. E da lì gli è ritornata voglia! Così, dopo dieci anni, approfittando delle ferie estive, ha ritrovato la voglia di scrivere una canzone, e il luglio successivo ha pubblicato un EP con cinque pezzi nuovi, quest’anno, nel 2025. Stavolta si è affidato ad un produttore e arrangiatore professionale, Matteo Gaggioli, senza metter bocca in quello che faceva, per sentire la sua musica in mano a un altro che risultati ottenesse. Ed è rimasto molto contento. Il lavoro adesso è anche in promo sulle radio, ma senza aspettative né nient’altro, tutto in modo molto sereno. È il frutto di un intenso lavoro interiore, quello che ti porta alle soluzioni, o quantomeno ad avere tutti gli attrezzi in ordine dentro i giusti cassetti, a portata di mano.

L’EP si intitola “Nascosto in aria”, ed è un disco molto personale, dove il ritmo delle frasi sfida di continuo l’attesa dell’ascoltatore. La sua voce, nel brano “Ricordo di me”, addirittura si sottrae alla vista, e lascia spazio al timbro femminile della pistoiese Maela Chiappini, prima di riapparire nella seconda metà della canzone. “Nascosto in aria” sembra che parli di una presenza, come di uno spirito angelico che ti proteggerà e ti guarderà, anche da lontano: “ti guiderò verso la luce, così potrai danzare ore, sotto il sorriso della luna sarò con te con la mia voce, nascosto in aria”. In “Puledro pazzo” Giulio canta, con grinta gioiosa e country, che vuole ancora lottare, vuole ancora volare. E infatti ci confessa di avere proprio voglia di andare avanti, di fare ancora altro, quando quello che ha dentro di sé nascerà in modo naturale, come le stagioni.

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