di Sandro Giannessi

dicembre 2025

La chirurgia mininvasiva laparoscopica è una tecnica chirurgica che permette di eseguire interventi attraverso piccole incisioni (generalmente 5 o 12 mm) utilizzando strumenti sottili e una telecamera inserita nell’addome. È oggi uno degli standard in molte specialità chirurgiche.

Rapidamente si dimostra che la mininvasività porta meno dolore, degenze più brevi e recupero più veloce.

Come funziona

1. Si praticano 3–5 piccole incisioni sulla parete addominale.

2. Si insuffla anidride carbonica (CO₂) per creare spazio di lavoro.

3. Si introduce un laparoscopio, una telecamera ad alta definizione.

4. Il chirurgo opera guardando un monitor, utilizzando strumenti lunghi e sottili.

Vantaggi

• Ridotte cicatrici e migliore risultato estetico.

• Minore dolore post-operatorio.

• Recupero più rapido.

• Minore rischio di infezioni.

• Minor sanguinamento durante l’intervento.

• Ricovero più breve.

Svantaggi e limiti

• Richiede una curva di apprendimento più lunga per il chirurgo.

• Può essere meno indicata in pazienti con interventi addominali multipli o condizioni particolari.

• A volte si rende necessario convertire a chirurgia tradizionale “a cielo aperto.

Principali interventi laparoscopici

• Colecistectomia.

• Appendicectomia.

• Ernie inguinali e addominali.

• Resezioni intestinali.

• Chirurgia dell’obesità.

• Chirurgia ginecologica.

• Chirurgia urologica.

Negli anni 1985–1987 in Francia, il chirurgo Philippe Mouret eseguì le prime colecistectomie laparoscopiche, e già alla fine degli anni ’80, questo tipo di operazione si era diffusa in tutto il mondo: una vera rivoluzione chirurgica! A Pistoia si è sviluppata a partire dai primi anni ’90, all’Ospedale del Ceppo, nel reparto diretto dal Prof Cresti. Oggi all’ospedale San Jacopo si eseguono ormai pressoché tutti gli interventi maggiori in laparoscopia, sia in chirurgia generale che in ginecologia ed urologia.