5 problemi “storici” da risolvere per il nuovo sindaco

5 problemi “storici” da risolvere per il nuovo sindaco

di Giacomo Bini

giugno 2014

Per una comunità l’inizio di una nuova legislatura amministrativa è un po’ come il primo giorno di scuola. Zaino e libri nuovi inducano ai buoni propositi. «Faremo di Montale un paese migliore», ha detto il nuovo sindaco Ferdinando Betti nella sua prima uscita pubblica con la fascia tricolore, al Parco di Fognano, in occasione della Festa della Repubblica. E’ dunque il momento migliore per stilare un elenco di alcuni dei principali problemi che la nuova amministrazione sarà chiamata, se non a risolvere, almeno ad avviare a soluzione. E per lo più si tratta di questioni presenti da diversi anni sul tavolo dei sindaci che si sono via succeduti in municipio.

 

 1) Gli allagamenti alla Stazione.

Troppe famiglie della frazione più popolosa di Montale vivono nella paura ogni volta che piove. Le tavole di legno davanti alle porte per parare l’acqua, i salotti invasi dal fango, auto e mobili rovinati sono immagini viste troppe volte. Dagli studi dei geologi le soluzioni dovrebbero essere due: la cassa di espansione in via Garibaldi per le acque basse (fosso della Badia e dei Mulini), la cassa di espansione a Bulicata per le acque alte, cioè per la Bure. La cassa di via Garibaldi si dovrebbe fare, almeno al 60%, in seguito ad un intervento edilizio privato dei proprietari dell’ex BBS inserito in una variante urbanistica promossa dalla giunta Scatragli. La cassa di Bulicata, che dovrebbe essere fatta nel comune di Pistoia, è solo sulla carta.

2) Le scuole con l’amianto.

Le elementari e la materna di Stazione sono da demolire e da rifare. C’è un progetto di massima per un nuovo polo scolastico (giunta Razzoli); c’è un asilo nido in costruzione e un procedimento avviato di leasing in costruendo (il privato costruisce e il Comune paga una quota annua di riscatto) per una nuova scuola elementare (giunta Scatragli). I bambini di Stazione inizieranno il nuovo anno scolastico in locali inadeguati con pareti e copertura contenenti amianto. E nelle stesse condizioni è anche l’edificio del capoluogo che ospita il Centro Culturale Nerucci.

 3) Le frane in collina.

Via Biancalani, la stradina per Striglianella, e via Mazzini, la strada vecchia per Tobbiana, hanno subito ultimamente diversi smottamenti, ma altri punti della collina si sbriciolano. Occorre un piano sistematico di interventi e una fonte certa di finanziamenti che non possono venire solo dal Comune. E’ una sfida difficile per un’amministrazione comunale, che riguarda la manutenzione quotidiana del territorio e coinvolge anche i privati. Sarebbe già molto vedere uomini e mezzi al lavoro per un’opera preventiva anziché solo per il ripristino di frane già avvenute.

4) Il collegamento stradale con l’autostrada. 

E’ quasi deprimente riproporre una richiesta che fu al centro di un convegno nel lontano 1985. Il progetto della cosiddetta nuova tangenziale pratese, come è noto, è in fase di attuazione da tempo. E’ stato inaugurato il tratto quarratino, ora tocca a quello che interessa Montale, che attende da troppo tempo. Si stanno costruendo i ponti sopra due corsi d’acqua. I lavori, guidati da Prato come Comune capofila, procedono con l’abituale lentezza. Ma ora è il momento di accelerare e finire l’opera, altrimenti come si fa a chiedere alle imprese di venire a Montale?

5) L’inceneritore.

E’ il centro di infinite polemiche da quasi quarant’anni. Per la prima volta nella storia tutti i candidati a sindaco, sia pure con toni e sfumature molto diverse, hanno messo nel programma la dismissione» dell’impianto. Siccome occorre del tempo per dismettere e magari riconvertire una struttura complessa come quella di via Tobagi, salvaguardando oltretutto l’occupazione, c’è da supporre che vengano intanto mossi i primi passi.

L’elenco potrebbe continuare, ma anche così la carne al fuoco è già tanta.

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