Abate Lorenzo Nesi – studioso di fama nazionale

Abate Lorenzo Nesi – studioso di fama nazionale

di Marco Bagnoli

marzo 2014

Perlustrando gli scaffali della Storia ci si imbatte spesso in papi, imperatori e in tutti i sottoposti all’ordine del loro potere. Spesso le cronache riportano il talento di persone ispirate, quasi sempre la routine di incarichi prestigiosi ottenuti senza poesia. Talvolta la fatica, squisitamente letteraria, balugina dalla coltre dei secoli, rischiarando una curva del sentiero percorso nel territorio di casa nostra.

Lorenzo Nesi nasce a Tobbiana il 16 agosto 1781; nel 1793, a dodici anni, è già uno studente del Seminario di Pistoia, presso il quale ottiene l’ordinamento sacerdotale. Diventa parroco a San Michele a Vezzano, nella Diocesi di Firenze, fin verso il 1810, quando si trasferisce a Milano, per dedicarsi all’insegnamento – è qui che inizia la pubblicazione dei sui primi lavori di carattere pedagogico. Nel 1816 incrocia il percorso di uno dei grandi padri della filosofia tedesca, con la sua “Storia fisica della terra compilata sulle tracce della Geografia fisica di Kant e sulle più recenti scoperte ed ultime transazioni politiche d’Europa dall’abate Lorenzo Nesi”. L’anno successivo la Sonzogno pubblica la sua traduzione di John Mawe, “Viaggio nell’interno del Brasile e particolarmente nei distretti dell’oro e dei diamanti, fatto nel 1809-10 con permesso speciale del Principe reggente del Portogallo da Gio. Mawe, coll’aggiunta di un’appendice.” Le sue credenziali gli valgono la nomina di reggente della nuova Scuola Elementare Maggiore di Pavia, fondata nel 1821. Nel 1824 dà alle stampe il suo lavoro più importante, il “Dizionario ortologico-pratico della lingua italiana premessevi brevi insegnamenti della pronuncia e della ortografia; ed aggiuntovi un saggio sull’uso de’ sinonimi: opera elementare ugualmente utile a chi si proponga d’apprendere o d’insegnare la detta lingua” ristampato presso diverse tipografie fino alla metà del secolo. Nel 1825 ecco le sue “Novellette per istruzione ed esercizio di lettura nella seconda classe delle scuole elementari di città negli stati austriaci”.

Rientra nel Granducato nel 1831, interessato all’incarico di rettore del collegio Cicognini di Prato, che comunque non ottiene; accetta quindi la nomina di pievano a Barberino di Mugello; l’occupazione pastorale indirizza il suo volume del 1844, stampato a Prato, “Storia ecclesiastica da Gesù Cristo al Concilio di Trento per servire d’avviamento allo studio della religione per la gioventù e di lettura devota per ogni cattolico, tradotto dal francese con giunta di note ed appendici”. Nel 1847 la stessa tipografia realizza il suo “Metodo pratico per insegnare i rudimenti della lingua italiana e l’arte di applicarli ai più usuali componimenti secondo i principi metodici di Peitl e Cherubini”. Muore l’anno successivo, a Firenze, all’età di 67 anni, attivamente partecipe alla vita culturale del suo tempo.

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