La battaglia per salvare le scuole di Fognano e Tobbiana

La battaglia per salvare le scuole di Fognano e Tobbiana

di Giacomo Bini

giugno 2015

La petizione per salvare dalla chiusura la scuola elementare di Fognano ha raccolto 832 firme in una paese di circa mille abitanti. E’ il segno dell’importanza che riveste per la comunità la presenza della scuola. «Senza la scuola il paese muore» ha sintetizzato il presidente della Pro-Loco Marco Ciampi. Quest’anno gli iscritti alla prima di Fognano sono solo 6, troppo pochi per formare una classe. Nell’edificio scolastico di via Battisti, sono ospitate la prima e la seconda classe del ciclo della primaria che poi prosegue con la terza, la quarta e la quinta nella scuola di Tobbiana in via dei Colli. Quando la situazione è stata comunicata ai genitori, in un’assemblea a cui hanno partecipato il sindaco e il preside, si è temuto che la scuola di Fognano potesse chiudere e questo rischio ha fatto scattare l’iniziativa della petizione. Il sindaco di Montale Ferdinando Betti ha successivamente chiarito che il Comune metterà a disposizione entrambi i plessi scolastici di Tobbiana e di Fognano, oltre ai servizi, e starà alla Direzione Scolastica decidere la distribuzione delle classi. Di sicuro non si formerà una prima e neanche la materna a Tobbiana (troppo pochi gli 8 iscritti). Non è la prima volta che i paesi di Tobbiana e Fognano si mobilitano in difesa delle loro scuole.  Ricostruiamo qui, grazie all’archivio della cronaca della Nazione, alcuni dei momenti di questa lunga lotta per salvare le scuole. 

1984: La battaglia per il tempo pieno. Allora i paesi di Tobbiana e di Fognano avevano ciascuno una scuola elementare dalla prima alla quinta classe, ma i problemi derivanti dal calo demografico iniziavano a manifestarsi. Il Provveditorato agli Studi decise che non si poteva fare più il tempo pieno nella prima di Tobbiana perché gli iscritti erano troppo pochi (8 in tutto di cui tre residenti a Montale capoluogo) per giustificare un secondo insegnante nel pomeriggio oltre a quello della mattina. Si levarono le proteste della popolazione di Tobbiana, che allora contava 1.100 residenti; si organizzò un’assemblea pubblica e il sindaco Roberto Sottili si schierò con la cittadinanza inviando un telegramma di «viva preoccupazione» al provveditorato e dichiarò di non poter garantire il servizio di trasporto scolastico se gli orari fossero stati diversi tra la prima e le altre classi.

1989: La protesta per la prima a Tobbiana. Il Provveditorato annuncia di non attivare una nuova prima classe elementare a Tobbiana perché gli iscritti sono otto mentre il limite di legge è di dieci. Una petizione popolare contro la soppressione della prima classe raccolse 600 firme (su una popolazione di 963 residenti). Il braccio di ferro col Provveditorato durò per mesi. Il consiglio comunale approvò all’unanimità un ordine del giorno per l’attivazione della prima. Un’assemblea pubblica presieduta dal sindaco Giorgio Tibo, manifestò la ferma opposizione al provvedimento del Provveditorato. Alla fine la battaglia fu vinta e la prima classe partì regolarmente. 

1991: La rivolta contro l’accorpamento tra le scuole di Tobbiana e Fognano. Il Provveditorato stavolta con il pieno accordo dell’Amministrazione Comunale, decide di accorpare le scuole elementari di Fognano e di Tobbiana. Il motivo è ancora lo scarso numero degli iscritti alla prima classe: 7 a Tobbiana e 9 a Fognano. La soluzione proposta è creare un’unica prima a Fognano e negli anni successivi accorpare le prime due classi nel plesso di Fognano e le ultime tre in quello di Tobbiana. Il provvedimento fa esplodere una sollevazione dei genitori e della popolazione di Tobbiana: «Non siamo disposti ad accettare prevaricazioni» scrivono al sindaco Giorgio Tibo «ci batteremo fino in fondo per i nostri diritti». Il 18 settembre, primo giorno di scuola, famiglie e bambini manifestano davanti alla scuola di via dei Colli. Ma l’assessore all’istruzione Edda Magnani difende la scelta del Comune e del Provveditorato: «Sarebbe stato più comodo chiudere una delle due scuole» disse Magnani «abbiamo preferito una soluzione diversa, poi c’è da applicare la didattica dei moduli che richiedono spazi maggiori, per esempio per la mensa». «Era l’unica soluzione per conservare le due scuole» affermò l’allora capogruppo Pds Piero Razzoli che respinse certe argomentazioni dei genitori e si schierò dalla parte della Direzione Didattica. La protesta non sortì effetti e l’accorpamento tra le due scuole, attuato allora, è durato fino ad oggi. 

Dopo 24 anni neanche la formula dell’accorpamento sembra rispondere alle nuove condizioni dell’andamento demografico e si riprone il problema del salvataggio delle scuole di Fognano e di Tobbiana nei prossimi anni. La battaglia continua e soprattutto continua la ricerca di soluzioni per il futuro. 

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