Fino all’ultima rima

Fino all’ultima rima

di Massimo Cappelli

settembre 2022

Cari amici, questa volta voglio scrivere un “Concludendo” un po’ insolito, anzi il pezzo in realtà è già scritto. Voglio riportarvi “botta e risposta” in versi, avvenuta un sabato mattina di qualche anno fa su Facebook, in maniera del tutto estemporanea, fra me e Renato Torlai, che lavora nella divisione marketing di una azienda mia cliente. Siamo intorno alla primavera del 2017, qualche giorno prima avevo pubblicato sul social una poesia di Giuseppe Gioacchino Belli, poeta satirico romano dell’Ottocento. Da lui ispirato, avevo provato a scrivere a mia volta una poesia satirica in romanesco, contro l’operato di Matteo Salvini. Renato mi ha risposto “per le rime” e come due cantastorie di ottava rima degli anni cinquanta, ci siamo sfidati in singolar tenzone.

Cappelli

Sapete a me nunn’è che me fa senso

Chi se la pija cor povero immigrato

E manco porto avanti er mio consenso

Con chi vor fa’ er bbono ed è sforzato.

Io cari amici nun posso vedere

Le strateggie appoggiate su sciagure

Che fanno aumentar tanto er potere

E fanno bbono alle elezioni pure.

Io amici cari queste ggenti pazze

Le paragono a quelli che in passato

Pei lor comizi colme eran le piazze

Ma il nostro bel Paese han rovinato.

Ma la rovina non è ancora finita

E l’ignoranza ahimè nunn’ha confini

Perciò io manco avrò espression stupita

Se ci sarà chi da er voto a Salvini.

Torlai

Oh Massimo Cappelli che scrivi i tuoi pensieri in romanesco

Riesco a intuir in quel che favelli qualcosa di grottesco!

Vorresti dire allora che il voto per Salvini

È figlio del fascismo di Benito Mussolini?

Credo che in questa tesi non ci sia prova alcuna

Piuttosto ci dimostra che qui c’è una lacuna!

In un Paese bello con gente assai accogliente

la storia del razzismo non c’entra proprio niente!

Siam tutti esasperati, ma più di quel che pensi

E niente sta facendo il “condottiero” Renzi!

Se guardi la realtà c’è chi non ha lavoro

Invece l’immigrato ha sempre il suo ristoro!

Non è che l’italiano per poi poter campare

Debba partir per l’Africa e quindi ritornare?

Cappelli

Oh caro mio Renato, io tosto ti rispondo

Non è che con tre versi, si può cambiare il modo.

Ma dico fermamente, e poi lo grido forte

Da sempre la politica ci cambia a noi la sorte:

Son tutti buoni e cari e tutti hanno ragione

Ma quando tu hai votato, ti trattan da coglione.

E specialmente tutti, a destra come a manca

Si sono candidati e l’hanno fatta franca.

Ma quelli che per proprio interesse personale

Appoggian la campagna su gente che sta male,

Mi fan venire il vomito. E voglio gridar forte

Non darò mai il voto a chi sfrutta la morte.

Però i nostri politici, chi vince e anche chi perde

Coi nostri soldi in tasca ci trattan come merde.

Incitazione di Stefano Tarocchi

Bellissimo e intelligente dibattito, continuate, bravissimi.

Cappelli

Lo vedi buon Torlai, lo dice anche il Tarocchi

Noi semplici italiani non siam poi tanto sciocchi.

Bisognerebbe dar, meno importanza a quelli

Che fanno tanto chiasso e poi fan solo orpelli.

A quelli che ti dicono ciò che vuoi sentir dire

Poi siedono sul morbido e stanno come un sire.

Bisognerebbe smettere di segnar con la croce

Ma andare tutti a Roma alzando più la voce.

Oh cari amici miei, tornando su Salvini

Ho detto e ribadisco, che è come Mussolini.

Torlai

Oh Massimo sei tosto perché tu ancora insisti

Ripeto e ribadisco non c’entrano i fascisti!

La cosa è assai diversa bisogna poter dire

Che chi comanda a Roma adesso non è un sire!

Chi ci governa adesso è gruppo di mangioni

Di destra e di sinistra proprio come i coglioni!

Però se mi accomuni il duce con Salvini

Sei come chi confonde la Topa coi topini!

Cappelli

Lasciamo star la topa, mio caro buon Renato

Che mi fa ricordare il “vecchio” e il suo mandato

Quello che ha governato insieme alle sue aziende

Quello che par che dia, e invece tutto prende

Quello che ha fatto il bene soltanto per sé stesso

Con la pompetta e il viagra facendo tanto sesso.

Quello che ha fatto in modo che solo lui non perda

Che ha fatto scivolare l’Italia nella merda.

Torlai

Cappelli a me la topa rimembra altre emozioni

Invece a te ricorda il Silvio Berlusconi!

Il cavaliere errante, nel senso che sbagliava

Che al posto della lama tirava fuor la fava!

Però non sono sicuro se pria si stava peggio

E devo ricordarlo quando ritorno al seggio!

Semmai rivince i’ Renzi e ci troviamo poi

Chi non fa il bunga bunga e lo mette in culo a noi.

Cappelli

Te fai come tu vuoi, mio caro bel Renato

A me un mi garba mica riessere inculato!

Lo so che è difficile pensar che non succeda

Ma mi sono rotto il cazzo di far sempre la preda.

E quando andrò a votare… Ci vado di mattina?

E metterò la croce restando… A pecorina?

Però se  tu mi chiedi di darlo a Berlusconi

Allor più volentieri mi strapperei i coglioni.

Torlai

Oh Massimo che dici! Non devi strappar niente

Ne palle ne pisello che c’è chi poi si pente!

Ad evirarti  tanto saran i soliti noti

È questo che avverrà, che voti, o che non voti!

E qui concludo in rima il nostro ‘battibecco’

Rincara la benzina ed io rimango a secco!

Cappelli

Torlai faccio l’inchino al tuo grande talento

Per il tuo bel futuro non devi esser sgomento.

E adesso poso anch’io lo smartphone dalle mani

Ti mando un grande abbraccio salutami i’ Fabiani.

 

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