I richiedenti asilo a Stazione

I richiedenti asilo a Stazione

di Giacomo Bini. Foto: Gabriele Bellini

settembre 2016

Da quasi un anno sono anche loro “di qua”, anche se vengono da molto lontano, dal Gambia e dal Senegal. Sono richiedenti asilo che vivono alla Stazione di Montale in un appartamento al piano terra in Piazza Marconi trasformato in un piccolo Centro di Accoglienza Straordinario gestito dall’Associazione Madiba dell’Arci Provinciale. Tutti giovani dai 20 ai 24 anni, hanno attraversato cinque o sei stati prima della traversata in barcone e di una lunga permanenza in un grande Centro di Accoglienza in Sicilia. Sono richiedenti asilo in attesa di risposta, in sospeso tra due mondi, quello da cui sono fuggiti e quello in cui vorrebbero essere ammessi. In cima alle loro speranze c’è un qualche permesso, o un attestato di asilo per rifugiati o un permesso umanitario, o comunque, come dicono loro, «un documento con cui poter essere liberi e lavorare».

Faine faceva il pescatore in Gambia e ci mostra sul telefonino una sua foto con due grossi pesci appena estratti dalla rete. Musa invece è un infermiere, controlla la pressione ai suoi compagni ed è quello che, avendo imparato meglio l’italiano, riesce anche a scambiare qualche parola con la gente della Stazione. Ognuno ha la sua storia da raccontare: «nel nostro paese» dicono «non c’era la libertà». A Montale la presenza di questo piccolo gruppo di profughi non ha creato tensioni, come invece è accaduto, per la verità con gruppi più grandi, in altre località della nostra provincia come l’Abetone. Quella di Stazione può considerarsi al momento un’esperienza riuscita.

«Dobbiamo molto all’impegno dell’assessorato ai servizi sociali del Comune di Montale» dice la responsabile di Arci Madiba Silvia Bini «che ha saputo fare rete con le associazioni». L’associazione maggiormente coinvolta è stata la Pro-Loco di Stazione, ma anche singoli cittadini hanno mostrato un atteggiamento di accoglienza, come una signora che ha messo a disposizione un pezzo di terra per fare l’orto. I profughi dal canto loro hanno svolto attività di volontariato. Recentemente hanno aggiustato, insieme ad un volontario della Pro-Loco, la panchina nel giardinetto davanti al loro appartamento di piazza Marconi a due passi dalla stazione ferroviaria. Nei mesi scorsi hanno ripulito, con altri volontari, gli spazi verdi della frazione e hanno partecipato ad iniziative promosse dalla Pro-Loco di Stazione, dall’Amministrazione Comunale e da altre associazioni. Nei giorni scorsi i richiedenti asilo hanno effettuato la verniciatura dei locali del nuovo spaccio della solidarietà, realizzato dal Comune nella ex cucina scolastica.

Anche il parroco don Enzo Benesperi si reca spesso a far loro visita.«Bisogna assolutamente che sia abbreviata la procedura di richiesta asilo» afferma Alberto Zinanni dell’Arci Madiba «e anche che sia facilitato il passaggio da un centro all’altro, magari uno che sa pescare si integra meglio in un posto di mare». Intanto Faine ci fa assaggiare il suo riso: troppo salato per i nostri gusti, «ma in Gambia piace così», assicura sorridendo lo chef.

 

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