Piero Di Giuseppe

Piero Di Giuseppe

di Marco Bagnoli. Foto: Gabriele Bellini

dicembre 2015

Quest’oggi facciamo la conoscenza di Piero Di Giuseppe, uno degli inseganti dell’ex scuola comunale di musica Domenico Scarlatti, montalese di adozione.

 

Come è avvenuto il tuo incontro con la musica? C’era qualcuno in famiglia che suonava qualche strumento?

No, in casa no, nessuno dei miei fratelli, ma avevo diversi cugini che stavano intraprendendo la via degli studi musicali, quindi in un certo senso mi sono unito a loro. Ho iniziato da ragazzo e poi dai diciotto anni più seriamente, fino al diploma presso la scuola di musica di Fiesole, una delle più prestigiose d’Italia. A quel punto ho iniziato un’attività concertistica nell’area di Firenze, come solista e in diverse formazioni da camera, con flauto o violino, fino al Fiesole guitar consort, un ensemble di sole chitarre; inoltre ho collaborato ad alcuni concerti dell’Orchestra regionale della Toscana e dell’Orchestra giovanile italiana.

Ti sei anche occupato dell’insegnamento, giusto?

Certo, fin da quando mi sono trasferito da Taranto, intorno al Duemila, ho insegnato su Firenze alla Scuola di Fiesole: quella di Fiesole è una realtà importante, fondata nel ’74 dal violista del Quartetto italiano Piero Farulli, una delle prime persone ad aver pensato di rivolgere la sua attenzione nella preparazione dei più piccoli – una scelta che si sposa al meglio con le recenti riforme nell’ambito dei conservatori, che adesso equiparano il vecchio diploma ad una laurea tre più due a tutti gli effetti. L’insegnamento dei più piccoli è un po’ il campo a cui sto indirizzando la mia didattica, nell’ambito di un percorso pre-conservatorio, il pre-accademico, della durata di circa dieci anni. Poi ho insegnato nelle scuole medie a orientamento musicale di Pistoia e alla Scarlatti, dal 2005, per poi venire ad abitare qua a Montale circa cinque anni fa.

Ti piace Montale?

Mi piace molto – è un po’ l’ideale per lo studio, tranquillo e silenzioso. Certo a questo punto sono uno dei tanti pendolari, dal momento che sono sempre fuori casa…

Alludi alla chiusura della scuola di musica Scarlatti, giusto?

Esatto – una scuola comunale si rivolge ad un pubblico diverso, senza limiti di età, ma è una realtà comunque importante, perché consente ad appassionati o semplici curiosi di potersi avvicinare alla musica per poi magari suonare insieme agli altri, e questo è sempre un arricchimento.

Quali sono i tuoi ultimi progetti?

Stiamo preparando un repertorio in trio con flauto e viola: autori dell’Ottocento e contemporanea, come Molino, Brower, Pujol.

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