Restaurato ponte sull’Agna

Restaurato ponte sull’Agna

di Giacomo Bini

marzo 2014

Gli Alpini di Montale hanno restaurato il ponticino in legno sul torrente Agna lungo la stradina che porta a Striglianella, uno dei luoghi più suggestivi di tutta la collina montalese e anche tra i più carichi di memoria, perché un tabernacolo ricorda un eccidio compiuto dai nazisti. In quel punto il torrente Agna si concede un momento di quiete nella sua rapida discesa verso valle e si offre a chi voglia avvicinarsi alle sue acque per godersi il fresco nella stagione estiva o per osservare il volteggiare dei girini e delle neonate ranocchie. E’ uno dei tratti in cui più facilmente si può passare da un versante all’altro della valle dell’Agna e risalire a piedi in direzione della fattoria di Javello, in un itinerario molto battuto da chi conosce queste zone e che meriterebbe di essere ulteriormente valorizzato. Quando l’acqua non è abbondante si può anche guadare il torrente, saltando di pietra in pietra, ma il ponticino rende tutto più facile e consente un attraversamento sicuro e agevole. La passerella era da tempo in condizioni di degrado; le assi marcite e cadenti non offrivano più un appoggio sicuro, le sponde laterali ormai cadute o fatiscenti.

Gli Alpini di Montale, come è loro abitudine, non hanno perso tempo a lamentarsi della rovina del ponticino e hanno messo mano alla ricostruzione unendo, come loro costume, l’amore per il paesaggio, il desiderio di conservare la memoria e anche una ammirevole perizia tecnica. Dal loro lavoro è uscito un manufatto in legno davvero pregevole, fedele alle forme antiche e rispettoso del paesaggio. Un vero regalo per chi ama camminare in collina, per tutti i montalesi un altro motivo per ringraziare il Gruppo Alpini. La ricostruzione del ponticino conferisce maggiore decoro anche al vicino tabernacolo che ricorda la strage nazista del 4 agosto del 1944 quando proprio in quel posto vennero fucilati per rappresaglia cinque innocenti: Leonardo Torracchi di 44 anni, Primo Lucchesi di 17 anni, Andrea Otello Mariotti di 47 anni con suo figlio Walter di 21 anni e Amedeo Menicacci di 33 anni. La strage avvenne subito dopo la distruzione del paese di Striglianella, avvenuta quello stesso giorno ad opera dei soldati tedeschi che piazzarono cariche esplosive in tutte le case e le fecero brillare davanti agli occhi della popolazione. Rimasero in piedi solo la chiesa e la scuola. Qualche mese prima, il 15 aprile del 1944, su un crinale della vicina montagna, in località Cavallaie Poggio Bianco, vennero uccisi dai tedeschi altri due giovani, Imo Biancalani di 17 anni e suo cugino Luigi Biancalani di 19 anni, che stavano lavorando al taglio della legna nel bosco. Ai giovani Biancalani è intitolata la strada che porta a Striglianella e da cui si devia, prima di arrivare al paese, per accedere al ponticino e da lì sul versante opposto.

 

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