Rolando Guazzini – Un eroe della seconda guerra mondiale

Rolando Guazzini – Un eroe della seconda guerra mondiale

di Giacomo Bini

maggio 2011

Ancora un passo e ce l’avrebbe fatta il carabiniere Rolando Guazzini. Era arrivato sulla porta di una casa di contadini per cercare rifugio da un cannoneggiamento tedesco, che lo aveva sorpreso mentre si trovava in località Fangaccio a Montale, lungo la via Umberto I, alle sei del pomeriggio del 23 settembre 1944. Con lui c’erano cinque soldati inglesi. Oltre la soglia di quella casa, c’era la salvezza. Poi una nuova esplosione, più vicina e violenta, le schegge del proiettile investirono in pieno il gruppo di soldati. Il militare italiano trovò la morte a soli 31 anni. Altri due soldati inglesi morirono all’istante mentre altri tre rimasero gravemente feriti. Dei tre feriti, successivamente trasportati con un automezzo alleato all’ospedale di Prato, non si conosce la sorte. I corpi dei due soldati britannici uccisi furono rimossi dai comandi di appartenenza.

Il carabiniere caduto era nato a Grignano di Prato il 5 settembre 1913 e prestava servizio alla caserma dei Regi Carabinieri di Montale. Per ricordare il suo sacrificio, la giunta comunale di Montale d’accordo col Comando dell’Arma, ha deciso di intitolare a Rolando Guazzini la strada dove si trova attualmente la caserma della stazione dei Carabinieri di Montale, una via già centralissima, ora denominata via Del Rio, sulla quale si affaccia anche l’Ufficio Postale e che, nelle previsioni del regolamento urbanistico, dovrà essere ulteriormente sviluppata.

Il tragico evento bellico in cui è morto il carabiniere di Montale è restato sconosciuto fino a pochi mesi fa. Un oblio di 66 anni, durante i quali il nome di Rolando Guazzini non è stato ricordato mai, né negli elenchi dei caduti, né nei monumenti o nelle commemorazioni. Il silenzio è stato interrotto grazie ad una ricerca condotta dall’assessore alla cultura Dino Polvani che ha avuto la pazienza di scorrere la vasta documentazione raccolta in un CD prodotto dalla Regione Toscana nel quale sono conservate tutte le dichiarazioni rilasciate ai Carabinieri nel periodo della guerra. Della strage del Fangaccio resta una precisa e toccante testimonianza in un verbale redatto proprio dai Carabinieri di Montale il 23 Agosto del 1945, quattro mesi dalla fine della guerra. Il verbale registra la dichiarazione di quattro persone, appartenenti alla famiglia di contadini, che abitava nella casa dove il carabiniere e i soldati inglesi stavano per rifugiarsi quando furono colpiti. I testimoni sono Giosuè Ciardi di 69 anni, sua moglie Rina Mochi di un anno più giovane, la loro figlia Bruna, 24enne e un’altra giovane, Leontina Tesi, di 27 anni, nativa di Agliana.

Loro videro la corsa disperata del carabiniere e degli altri soldati alleati verso la porta aperta della loro casa, sentirono il fragore dell’esplosione a pochi passi dalla porta, le grida dei caduti, i lamenti dei feriti, riversi nell’aia. Il racconto dei testimoni, pur nella asciuttezza burocratica del verbale, trasmette ancora tutta la drammaticità del momento. <<Verso le 18,25 del 23 settembre 1944>> raccontano <<ci trovavamo nella cucina situata al pian terreno della nostra abitazione, quando ivi giunse il carabiniere Guazzini Rolando, della Stazione dei Carabinieri Regi di Montale, il quale, passando per la vicina via Umberto I tentò di ripararsi da un intenso cannoneggiamento tedesco che, ad intermittenza, perdurava da alcune ore. Detto militare appena giunto sulla porta di ingresso venne colpito da schegge di un proiettile caduto a pochi metri dalla porta stessa, rimanendo ucciso all’istante>>. Rolando Guazzini non era sposato. Aveva due sorelle, Milena e Rita, che vivono ancora oggi a Prato. Sono state ritrovate dagli amministratori del comune di Montale e informati della decisione di intitolare una strada al loro fratello scomparso in guerra. Un tributo doveroso a chi, in silenzio, ha servito ed è caduto per la comunità.

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