Rolando Vivarelli – la materia e lo spirito

Rolando Vivarelli – la materia e lo spirito

di Marco Bagnoli

febbraio 2012

Mettersi qui a parlare di Rolando Vivarelli può sembrare una cosa superflua, dal momento che a Montale lo conoscono anche i sassi. Anzi, soprattutto loro. Eppure, in un freddo pomeriggio di febbraio, siamo andati a trovarlo e lui si è messo a raccontare, carezzando quelle facce di pietra che ha preso a martellate per tanti anni.

È nato a Montale il 30 dicembre del 1927 e qui a Montale, è sempre rimasto – o meglio, è sempre tornato. La passione di viaggiare lo ha preso presto, giusto il tempo di scoprire questa sua voglia di prendere fra le mani quel qualcosa che teneva dentro e neanche sapeva di avere. I primi esperimenti li ha cominciati a sedici anni, cercando la strada lungo un pezzo di argilla e su per un tubo di stufa, nel tentativo di cuocere un istinto creativo ancora un po’ crudo. La messa a punto del suo motore d’artista è proseguita così com’era cominciata, da autodidatta, un po’ dipingendo, un po’ scolpendo; e senza nemmeno averlo troppo sperato, ecco che qualcuno si accorge di lui. La sua prima mostra personale è del 1963, a Montepiano, in provincia di Prato. Da allora sono quarant’anni tutti di corsa, senza sosta in giro per l’Italia, portandosi dietro la figlia Monica. Sua moglie Mara a casa, a tenere i piedi per terra dietro al bancone del bar. Lavora l’acciaio, il bronzo, la pietra, il legno, realizza gioielli e quadri mosaici. Prende ad esempio la natura, lo stupore in attesa sotto gli occhi di tutti i giorni. Possono anche essere i sassi nel letto di un fiume, o una radice contorta – lui li preferisce, così può dare loro una nuova vita.

Prende quei randagi e se li porta via; altre volte sono loro ad andare da lui, come nel caso del suo crocifisso con un braccio solo: è il tronco nel quale è scolpito ad averlo voluto così, e lo scultore non può che farsi tramite di questo Cristo degli invalidi. E gli invalidi Rolando Vivarelli li conosce bene: è il 1971 quando gli propongono di tenere un corso d’arte per l’Aias di Pistoia; lui accetta dubbioso, ma la cosa sembra funzionare – e funzionerà, per 17 anni di fila. Oggi, a 84 anni, Rolando Vivarelli seguita come sempre a far le cose per curiosità, camminando adagio nel magazzino dei suoi tanti interessi. Vengono spesso a fargli compagnia le nipoti Lucrezia e Clara, le figlie di Massimiliano; si fanno avanti tra gli arnesi dell’artista e si mettono a cominciare qualcosa di nuovo.

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