di Daniela Gori
giugno 2023
Compie 20 anni a settembre l’agriturismo Il Calesse di Montorio, un traguardo importante che Roberta e Gianmarco Giuntini titolari dell’azienda intendono festeggiare soprattutto per ricordare il loro padre Roberto. Fu infatti lui ad avere la lungimiranza di voler trasformare in agriturismo il casale “a Chicco”, appartenente alla famiglia da sei generazioni, con un’accurata ristrutturazione. Pionieri del “green”, già vent’anni fa i Giuntini hanno realizzato in quel luogo immerso nella campagna toscana tutta una serie di soluzioni eco-sostenibili, come la posa di pannelli solari e di un impianto fotovoltaico, l’impiego di materiali locali, la fitodepurazione delle acque scure tramite le radici delle piante, l’irrigazione dell’orto con le acque piovane raccolte nei serbatoi.
Di recente è stata installata anche la colonnina per la ricarica delle auto elettriche. Per questi e per tanti altri motivi, il Calesse è stato l’unico agriturismo di Quarrata ad essersi aggiudicato il marchio Ospitalità Italiana rilasciato da ISNART, Istituto Nazionale Ricerche Turistiche che afferisce alla Camera di commercio e allo stesso tempo anche il riconoscimento “Green” per la particolare attenzione all’ambiente. Un marchio prestigioso che distingue le aziende più apprezzate e competitive nel panorama delle strutture ricettive per turisti. Il titolo “Green” per l’impresa quarratina costituisce un “trofeo”, dal momento che è stato attribuito soltanto a due aziende della provincia di Pistoia (oltre all’agriturismo di Montorio l’altra è Pistoia Nursery Campus).
“Il Calesse” gestito dalla famiglia Giuntini è perciò entrato a far parte della rosa di 25 imprese d’eccellenza del comparto ricettivo e ristorativo sul territorio tra Prato e Pistoia, per aver soddisfatto i requisiti richiesti come qualità del servizio, notorietà, identità e promozione del territorio. E dunque qui si torna a parlare di Roberto, che nella realizzazione dell’agriturismo vide un modo per far conoscere il luogo sulle verdi colline del Montalbano e per tramandare la memoria di un passato rurale che altrimenti andrebbe perduto. Dalle spiegazioni degli oggetti dei contadini di un tempo, alle origini dei piatti della cucina locale, tanta era la passione, la conoscenza e non ultima la pazienza, nell’illustrare ai turisti ospiti, perlopiù stranieri del nord Europa, le antiche usanze di cui il casale per due secoli era stato nucleo e depositario. «Tutte memorie supportate anche da documenti ritrovati nella cascina e conservati tuttora» spiega Roberta Giuntini «mio padre, che purtroppo non c’è più, ci ha tramandato però i suoi racconti di vita quotidiana e del lavoro nelle campagne di un tempo, che io ho poi scritto nel libro “Una famiglia a Montorio sul Montalbano. Storia, lavoro e vita quotidiana”. L’ho scritto proprio perché non andassero perdute tutte quelle preziose memorie. Nel libro ripercorro le vicende del passato della nostra famiglia, che poi è lo stesso di tante famiglie del territorio, a partire dai decenni successivi all’unità di Italia fino ai giorni nostri, con il vissuto quotidiano e la trama sociale di generazioni di piccoli proprietari terrieri dediti da sempre al mantenimento e alla valorizzazione dei propri possedimenti».